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Sara non vuole ricordare, noi si.

Il 27 gennaio si celebra il giorno della memoria della Shoah. E si celebrano anche le persone che hanno combattuto al fianco dei perseguitati, a costo della propria vita. Sara ha quasi 90 anni. Ha la mente lucida ed è ancora una persona attenta ai bisogni del prossimo e curiosa. Legge ogni giorno il suo quotidiano, è abbonata a un settimanale internazionale, non perde i tg ed è sempre aggiornata sulle notizie nel mondo. Ogni tanto qualcosa le risveglia un dolore antico. E a fatica, racconta di quei tragici anni, di quando ha dovuto abbandonare tutto, fuggire dalla sua terra con la famiglia. Racconta le atrocità che ha vissuto, le tornano in mente il nonno ucciso durante una marcia forzata, i parenti, gli amici trucidati nei campi di concentramento e sua cugina. Aveva la sua età, era bellissima, stuprata e uccisa dai nazisti. Capita che durante il racconto, arrivi un pensiero diverso e lei lo segua, per scivolare via dagli incubi del suo passato. Sara non vuole ricordare. Ma noi si, dobbiamo farlo, prechè non accada mai più. Dobbiamo mantenere viva la memoria per non dimenticare i sei milioni di ebrei barbaramente perseguitati e trucidati dal fanatismo razzista in nome di valori e convinzioni deliranti. E furono sterminati anche migliaia di persone per il colore della loro pelle, per la loro identità sessuale, per l’appartenenza a un popolo. Il 27 gennaio si celebra il giorno della memoria della Shoah. E si celebrano anche le persone che hanno combattuto al fianco dei perseguitati, che si sono opposte ai progetti di sterminio, a costo della propria vita per proteggere e salvare quella di altri. Ancora oggi in molte, troppe, parti del mondo si uccidono e torturano donne, uomini e bambini, in nome di cosiddetti “valori” religiosi, economici, sociali o altro. Ricordiamo e celebriamo il vero senso della vita.

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