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Coaching trasformativo e il viaggio dell’eroe

Una metafora generativa e potenziante

Una metafora generativa e potenziante

La vita è paragonabile a un viaggio, un percorso scandito da tappe fondamentali, che è necessario saper riconoscere e affrontare per coronare con successo l’impegno La metafora è un modo simbolico di trasferire immagini senza la mediazione del “come”, assolvendo così la funzione di rendere manifesto, paragonando qualcosa che non conosciamo ancora, con qualcosa che c’è già noto. Il potere evocativo sta nell’usare immagini che appartengono alla vita di tutti. Un altro degli effetti immediati, nell’uso della metafora, sta nel poter osservare uno stesso fenomeno da punti di vista diversi aprendo a nuove soluzioni.

La metafora ha il potere di inviare svariati messaggi, di ristrutturare e amplificare significati, di proporre soluzioni sorprendenti e magari anche un po’ magiche, inusitate che possono essere elaborate in modo soggettivo da chi ascolta. La dimensione metaforica è dominata dall’emotività, dalle sensazioni, dalle risonanze, dalle intuizioni in cui tutto è contemporaneamente una parte e un tutto.”Con la metafora si entra in un mondo in cui al posto della necessità, del vincolo e del dovere subentrano la possibilità, l’opportunità e la scelta…”(1).

Il “viaggio dell’eroe” ha una struttura metaforica, che affonda le sue radici nei miti e nelle leggende antiche, con una sequenza di avvenimenti ricorrenti (tappe o fasi) che ritroviamo in tutte le storie. Anche la vita di ciascuno di noi è paragonabile a un viaggio, un percorso scandito da tappe fondamentali, che è necessario saper riconoscere e affrontare per coronare con successo l’impegno profuso nel perseguirle. Ma chi è l’Eroe? L’Eroe nell’etimologia è chi è sapiente (consapevole?), abile nel dare le risposte (responsabile?), dotato di virtù eccezionali (risorse?), autore di gesta leggendarie per sé e per il suo popolo; ma è anche animato dall’Eros (energia? Visione? Sogno?).

L’Eroe allora è una persona comune, chiamata a compiere gesti straordinari per raggiungere una meta (la conoscenza, un apprendimento, uno strumento…), per farlo deve affrontare resistenze interne ed esterne, richiamare risorse e superare dubbi e difficoltà.

Nella struttura del viaggio dell’eroe ritroviamo una metafora generativa e potenziante, uno straordinario percorso di crescita interiore (coaching trasformativo), uno strumento di sviluppo personale da realizzare in ambiente coaching oriented. Il viaggio (il percorso di coaching), le tappe (le singole sessioni), le difficoltà e i successi realizzati, insieme agli inevitabili alti e bassi (le convinzioni potenzianti e depotenzianti) rappresentano il cammino (il piano d’azione) che l’Eroe compie per raggiungere il suo risultato (meta finale), mettendo in campo nuove e sorprendenti azioni. Si ravvisa una certa resistenza culturale alla “chiamata all’avventura”, resistenza che può essere superata riconducendo il mito dell’Eroe a colui/colei che si assume le responsabilità unicamente delle proprie azioni (committment.).

Una critica ricorrente al mito dell’eroe è che essa si presenta come una metafora di genere, a rafforzamento di un dominio maschile. Ma domina è femminile! E in questo dominare (il verbo mette al riparo da desinenze di genere) c’è assimilazione, comparazione, reciprocità ma anche individualità e scelta. Nella storia dell’eroe c’è sempre un viaggio iniziatico. Le fasi del viaggio sono flessibili e descrivono il passaggio da un punto a un altro successivo, fino al raggiungimento dell’ultima fase.

LE FASI: MONDO ORDINARIO: un mondo consueto, un mondo noto privo di colore, un mondo in bianco e nero.

CHIAMATA ALL’AVVENTURA: l’Eroe si trova davanti a un problema, a una sfida da intraprendere, non può più rimanere nella sua confortevole zona di tranquillità (zona Comfort.) .

RIFIUTO DELLA CHIAMATA: l’Eroe è riluttante, adduce scuse, è ritroso, fa resistenza. Si trova davanti ad una delle paure più grandi: affrontare l’ignoto. Occorrono altri fattori per fargli superare la paura.

INCONTRO CON IL MENTORE: il rapporto tra l’Eroe e il Mentore serve a prepararlo ad affrontare l’ignoto anche ricorrendo a strumenti magici, indicazioni, guide.

SUPERAMENTO DELLA PRIMA SOGLIA: l’ingresso nel mondo straordinario, la prima tappa. E’ il momento in cui inizia l’avventura e l’eroe è pronto alle conseguenze poste dalle difficoltà e dalle sfide della chiamata.

PROVE, ALLEATI, NEMICI: superata la prima prova, l’Eroe si trova ad affrontare prove successive, a confrontarsi con nemici e alleati. Il mondo straordinario è insieme eccitante e pericoloso!

L’AVVICINAMENTO ALLA CAVERNA PIÙ PROFONDA: è la fase dell’avvicinamento. L’Eroe è ai confini di un luogo pericoloso. Questo momento rappresenta il passaggio attraverso la seconda soglia. L’Eroe si ferma e prepara nuove strategie che gli permetteranno di affrontare il profondo, lo sconosciuto, il pericolo e a eludere le guardie del cattivo.

PROVA CENTRALE: è questa la prova più importante, l’Eroe si trova a faccia a faccia, con la sua paura più grande. Sa, che in questa fase, potrebbe anche morire.

RICOMPENSA: il cattivo è stato sconfitto e con lui tutte le paure che avevano sostenuto la sfida. Ora è tempo di ricevere la ricompensa, il suo premio. La ricompensa rappresenta la conoscenza e l’esperienza che porta a una maggiore comprensione e a una riconciliazione con le forze ostili.

VIA DEL RITORNO: l’Eroe non è ancora fuori pericolo. Alcune forze ostili, non pacificate, potrebbero ancora rincorrerlo, farlo prigioniero, ucciderlo. Questa fase rappresenta la decisione dell’eroe di tornare nel mondo ordinario, non senza pericoli e nuove prove.

RITORNO CON L’ELISIR: L’eroe ritorna nel mondo ordinario portando con sé un tesoro, una lezione, un apprendimento che gli gioverà nelle scelte future. E’ un tesoro conquistato dopo una lunga ricerca e può essere l’amore, la libertà, la saggezza o la consapevolezza. Le fasi, i termini e i concetti del viaggio dell’Eroe si prestano ad essere usati come metafora del viaggio compiuto nel mondo del coaching. Una mappa cui fare riferimento durante l’attraversamento. L’importante è non confondere la mappa con il viaggio e aprirsi al nuovo, senza dimenticare che il piacere di un viaggio sta nella preparazione dello stesso, nell’esplorare posti sconosciuti e nell’alzare gli occhi per fare inaspettate scoperte. (1) Consuelo Casula- I porcospini di Shopenhauer – Ed. Franco Angeli, pag 77

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