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Synchronized Listening©: Lascolto attivo come competenza dellessere. III parte

Teri-E Belf, MA, CAGS, BCC, MCC, è considerata una delle fondatrici del coaching nel mondo. Ha pubblicato diversi libri tradotti in sei lingue e lavora come personal e professional coach in quattro continenti dal 1987. Per attivare una maggiore consapevolezza di che cosa sia la dimensione interna, ci sono da attivare strategie fisiche ed emozionali. Questo terzo ed ultimo articolo della serie è focalizzato sull’aspetto emozionale. Emozioni Quando la mente esplora, il corpo riconosce la direzione. (Charlotte Ward) Per i Coach è essenziale sviluppare la competenza di connettersi con il proprio corpo per riconoscere le emozioni e la loro collocazione. Le emozioni si manifestano nel corpo, per quanto, talvolta, ci dimentichiamo di questo fatto. Il cuore riceve le informazioni prima del cervello. Giacché il tempo di trasmissione delle informazioni dal cuore al cervello è infinitesimale, pensiamo erroneamente che sia il cervello ad attivare le emozioni. Il cervello integra le informazioni nella nostra esperienza e questo processo include il distorcere, cancellare, generalizzare ed adattare le informazioni per confermare e rinforzare i nostri valori, convinzioni e punti di vista già esistenti. Il cervello opera secondo il principio di minore resistenza. Se qualcosa ci è familiare, ripercorre i percorsi neuronali in forma semplice e senza sforzo. Se qualche dato è nuovo, si amplia per passare ad un altro sistema che richiede la creazione di nuovi percorsi. Fare ciò che abbiamo già fatto in passato rappresenta un percorso circolare. Naturalmente c’è un valore nella ciclicità dei comportamenti, in ogni caso il coaching non ha lo scopo di supportare il cliente nel mantenere lo status quo. Il coaching ha a che fare con l’aumento della consapevolezza e, per questo motivo, va oltre ciò che è familiare ed abituale e ricerca nuove possibilità. Ascoltare il nostro corpo supporta quest’ampliamento. Quanto più stiamo in contatto con la nostra consapevolezza corporea, tanto prima possiamo individuare altre prospettive e ritardare il processo che porta il nostro cervello ad attivare il pilota automatico. Le sensazioni viscerali producono insight cognitivi, così, quando stiamo in contatto con il nostro corpo, possiamo essere di grande utilità per I nostri clienti. Il Testimone, il Sé distaccato, l’Osservatore Neutrale, Il Saggio interiore Un’altra forma di consapevolezza interna è data dall’accesso ad una parte di noi stessi che è, in un qualche modo, oggettiva. Questa parte è stata definita in diversi modi, fra gli altri: il Testimone, il Sé Distaccato, l’Osservatore Neutrale, il Saggio Interiore. Vi è mai successo di fare esperienza di una parte di voi stessi che, silenziosamente, vi dava consigli o faceva dei commenti su come vivete la vostra vita o su come decidete, proprio nello stesso momento in cui stavate vivendo la vostra vita o prendendo quelle decisioni? In Programmazione Neurolinguistica ci si riferisce a questa parte con il termine Metaposizione. Da questa prospettiva possiamo osservare ed ascoltare noi stessi con un’oggettività un po’ maggiore di quando siamo totalmente immerse nel nostro corpo e nelle nostre sensazioni. Esempio generale: Dalla prospettiva dell’Osservatore Neutrale possiamo vederci ad ascoltarci con un’oggettività un po’ maggiore. Esempio specifico: Il mio Osservatore Neutrale mi è stato particolarmente utile durante un colloquio che stavo sostenendo con tre membri del comitato direttivo di una prestigiosa organizzazione non-profit. Ero una dei candidati per un contratto di coaching. Ho ascoltato il mio Osservatore Neutrale che ha detto: Teri-E, stai parlando troppo. Stai tranquilla e ascolta. Attribuisco un grande valore al mio Testimone per guidare la mia consapevolezza interna. I Coach possono apprendere come accedere al proprio Sé Distaccato ed ascoltare I suoi messaggi.. Intuizione vs Dialogo interno Qualche volta, nella relazione di coaching, il cliente ed il coach fanno esperienza di un ascolto profondo che genera una potente sensazione di fiducia. Ascolto e silenzio sono I gemelli dell’essere.(Lee Salmon, MCC e Executive Coach in Coaching With Spirit: allowing success to emerge). Fatto: Una persona non può ascoltare un altro quando sta ascoltando se stessa. Come puoi fermare il tuo dialogo interno? Semplicemente, ripeti esattamente a te stesso, in silenzio, le parole che il tuo cliente sta dicendo, fallo nella tua testa come se stessi effettuando una traduzione simultanea. Quando il cliente smette di parlare, mantieni lo spazio per quelle parole o frasi che hanno attirato la tua attenzione, prima di parlare. Molto probabilmente, il tuo cliente riprenderà a parlare ancora prima che gli abbia fatto una domanda od offerto un’osservazione. Sperimentalo autonomamente. È anche possibile che, nel silenzio, la domanda o l’osservazione perfetta emergano in te e tu riconosca che è il momento giusto per offrirla. Se un coach inizia a parlare nel momento stesso in cui un cliente ha smesso di parlare ciò significa che il coach stava lavorando per formulare la domanda o l’osservazione mentre il cliente stava ancora parlando. Non puoi essere totalmente presente con un cliente e, allo stesso tempo, seguire I tuoi pensieri. E, quando stai dialogando con te stesso, diventi più importante del tuo cliente. Non è esattamente un coaching efficace! In un qualche modo, questa forma di ascolto riguarda il “fermare l’ascolto” e fare esperienza, come uno specchio, di chi è il tuo cliente ricevendo e sperimentando le sue vibrazioni energetiche. Unicità Simultanea Lo specchio esiste quando non lo stiamo guardando? Quest’ultima parte dell’articolo è breve perché sono ancora incerta su come esprimerla a parole. Le parole non sono appropriate per descrivere l’esperienza. Quando raggiungiamo un livello di pura sincronizzazione esiste contemporaneamente io, noi. Siamo allo stesso tempo lo specchio e noi stessi che guardiamo lo specchio; diventiamo il nostro cliente. Probabilmente avrete notato che ho lasciato al di fuori della descrizione il rapport – la relazione. Il rapport è un passo verso l’unione. Allo stesso tempo, il concetto di rapport richiama la separazione, io come qualcosa di distinto da te, te stesso separato dal tuo cliente. Siamo in armonia insieme, ma siamo ancora due. Quando andiamo oltre il concetto di partnership, comprendiamo un tutto energetico. In sintesi, sono convinta che noi siamo un tutto e ciò potrebbe significare che molto di ciò che ho scritto in precedenza perda validità. Non c’è una me stessa interna, separate dal mio cliente. Quando sono il coach più efficace, non c’è il cliente e non ci sono io. Il Coaching è una magnifica professione che invita a questo tipo di esplorazioni per ritornare all’unicità. (Foto di Adilson Karafa)

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