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Fata Vittorina e il mistero s-velato di vedere ad occhi chiusi

Nel paese delle fate c’era quel mattino un gran fermento. Il festival delle “nuove azioni” che si teneva ogni anno allo scadere del solstizio d’estate, stava per cominciare. Le partecipanti non solo dovevano individuare nuove azioni messe a punto nel mondo degli umani, ma dovevano illustrare anche gli effetti prodigiosi prodotti dal loro utilizzo. Alla gara potevano partecipare tutte le fate indipendentemente dal loro ruolo e dalla loro età. Le risposte venivano accuratamente sigillate in attesa del verdetto finale. Come ogni anno grande era l’aspettativa tra la numerosa e vociante platea. Fata Vittorina (nonostante il suo nome) non aveva mai vinto nulla. Anche quell’anno si iscrisse nella categoria senior sperando di ottenere la tanto sognata stellina. Stellina che avrebbe finalmente brillato anche sulla punta della sua bacchetta. Ripassò le precedenti azioni consegnate e convenne che nessuna sembrava essere degna di ricevere un premio così importante. Sbuffò sconsolata, ma solo per la durata di un attimo, si infilò quindi il cappello a punta e uscì nel suo nuovo giorno per distribuire la polvere d’oro sulle teste dei mortali. Distratta com’era dallo spettacolo del mondo non si avvide della sua vicinanza ad un gruppo di bambini che giocavano sul prato. Incuriosita si fermò e restò ad osservarli… Stesi con la faccia verso l’erba seguivano col fiato sospeso le circonvoluzioni di una minuscola coccinella che, felice di tanta attenzione, si impegnava ancora di più nelle sue mirabolanti acrobazie a dorso di un esile filo d’erba. Ad ogni capriola i bambini emettevano un lungo sospiro seguito da gridolini. La coccinella allora riprendeva a percorrere il filo d’erba e… patapum faceva un nuovo giro su stessa vibrando le sue minuscole ali trasparenti! Vittorina dimenticò completamente di fare le sue magie e stette lì immobile e col fiato sospeso per non so quanto tempo. Quando le sue ginocchia non ressero più in quella forzata posizione si sollevò urtando un basso ramo facendo un così gran fracasso da richiamare l’attenzione dei piccoli vicini. I bambini le corsero incontro e per nulla impressionati (e ce n’era di che impressionarsi visto il lungo abito dal colore sgargiante, il cappello sempre di sghimbescio e l’esile bacchetta che faceva fuoriuscire ad ogni piccolo movimento minuscoli granelli d’oro!) la invitarono perché potesse assistere a quell’incredibile esibizione. Le spiegarono che per farlo era meglio se stava in assoluto silenzio (e si portarono il dito sulle bocche chiuse) e se chiudeva gli occhi … solo così avrebbe potuto “vedere” le giravolte della minuscola coccinella e stupire di tanta agilità. Vittorina si stese affianco a loro e si ripeté le istruzioni ricevute “Ma…” pensò “come potrò vedere se mantengo gli occhi chiusi?”… “questi bambini mi confondono!” Eh già, a tutta prima sembrava facile il gioco ma, vedere con gli occhi chiusi era la cosa più assurda che avesse mai sentito dire da un gruppo di umani! Vittorina decise – nonostante un’insopportabile vocina le sussurrasse di lasciar perdere, di non buttare del tempo prezioso in un’impresa così evidentemente assurda – di fidarsi. Chiuse gli occhi e… al colmo della sorpresa… vide! Un mondo di forme, colori, profumi, consistenze si animò, dando vita alla più grande rappresentazione cui avesse mai partecipato in tutta la sua esistenza di fata! Sorrise di nuova gioia e si unì al battimano dei bimbi… Un senso di calore benefico le attraversò il corpo e restituì vigore ai suoi pensieri e anche le sue gambe centenarie parvero beneficiarne… Riaprì infine gli occhi e incrociò quelli dei bimbi: vide che brillavano di una luce identica … E allora le fu chiaro che l’unica azione che ci rende atletici nella mente è guardare con occhi nuovi, colmi di stupore. Mettendo a riposo reggimenti di risposte, precocemente invecchiate, sotto il peso di stantie abitudini. Sparse nuova polverina d’oro e con maggior vigore. Salutò i suoi giovani amici, recitò la sua formula magica e in men che non si dica si ritrovò nel mezzo della premiazione. Al centro del palco la Fata Ermengarda stava per svelare il nome della vincitrice accompagnata dalle motivazione che portavano la firma e l’approvazione della severa giuria. Intorno il silenzio era carico di tensione e di attesa… “Quest’anno premiamo per la migliore azione scoperta fata….fata…fata Vittorina!” Uno scroscio di applausi interruppe la lettura della motivazione. Fata Ermengarda faticò non poco a riprendere la parola invitando al silenzio la platea e cercando con gli occhi Vittorina… “La motivazione è aver s-velato quanto la curiosità insieme alla capacità di stupirsi è la strada maestra per guardare con occhi rinnovati le cose che ci circondano e per facilitare impensabili scoperte…” fu di nuovo interrotta dal coro delle più giovani che chiamavano a gran voce “Vi-tto-ri-na, Vi-tto-ri-na, Vi-tto-ri-na…” Vittorina incredula restava seminascosta. Ermengarda chiese di nuovo il silenzio per completare la motivazione “Dobbiamo inoltre a Vittorina l’averci fatto capire come la perseveranza generi risultati nuovi e soddisfacenti indipendentemente dall’età e dallo stato delle articolazioni!!!” La platea proruppe in una fragorosa risata. Vittorina grata e con l’animo colmo di felicità posò lo sguardo sulla punta luminosa della sua bacchetta. Intanto la notte si illuminò di stelle.

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