Raccontare di sé tramite la scrittura

Ritrovare le tracce, gli eventi avvenuti e le emozioni provate in un periodo della propria vita attraverso ricordi oggettivati, memoria e fonte di ispirazione. Diversi studiosi si sono resi conto che esprimere liberamente senza censure alcuni vissuti costituisca una fruttuosa occasione per un’auto-comprensione dell’individuo, il quale così “abbraccia” la sua intera vita, considerata. indipendente dagli altri e, per questo, preziosa e degna di rispetto. Il bisogno di unicità connesso al desiderio di esprimere volontariamente ciò che si pensa e si ricorda possono condurre alla realizzazione di memorie più salde, tramite il ricorso a supporti di oggettivazioni della memoria. Questi “dispositivi di memoria” sono capaci di far resistere i contenuti oggettivati a lungo e far sì che l’individuo che li consulti, a distanza di anni, ne possa ritrovare le tracce, gli eventi avvenuti e le emozioni provate in quel dato periodo della propria vita. I ricordi oggettivati in tal senso fungono da appiglio, da condire altre informazioni come ulteriori rami che i primi elementi, quasi fossero radici, gli permettono di rammemorare. La memoria si dimostra infatti come funzione composta di nessi attraverso cui si irradiano le varie esperienze,. più facilmente richiamabili se legate a qualcosa di affettivo. L’uomo come mostrano le più recenti ricerche scientifiche si è evoluto soprattutto in quanto ha concesso fondamentale valore agli aspetti relazionali. L’essere umano alle prese con la trascrizione di momenti del suo vissuto rispetta il procedimento delle associazioni libere teorizzato e messo a punto dallo psicanalista Jung di cui si può apprezzare una esemplificazione letteraria nel romanzo La coscienza di Zeno composta da Italo Svevo. Céléstin Freinet introduce nella sua scuola l’innovazione pedagogica della tipografia scolastica, secondo la quale ogni bambino trascrive sul diario scene di vita scolastica e ricerche. Alla fine dell’anno scolastico il discente ha tra le mani un importante documento che testimonia la storia della classe nonché la sua storia personale, unendo così memoria autobiografica e memoria collettiva. Duccio Demetrio, giornalista e docente, nonché fondatore della Libera Università dell’Autobiografia, insegna l’importanza di testimoniare a se stessi pensieri, ricordi ed eventi trasposti su un supporto esteriore per consentire così alla mente di consultarli. Tuttavia, non solo scrivere della propria vita, dei propri ideali o dei propri pensieri può aiutare l’individuo a conferire più valore ai suoi vissuti, ma anche leggere e rivedersi in ciò che gli altri raccontano può essere gratificante. Questo concetto è ben espresso da Marcel Proust, il quale sostiene che il libro, al pari di uno strumento ottico, è capace di fare in modo che i lettori leggano all’interno di se stessi. Il più grande libro che ci possa essere risulta pertanto il libro della nostra vita, per il quale non dobbiamo inventare nulla, ma tradurre il contenuto dalla nostra psiche scavando all’interno di noi stessi e portarlo, infine, alla luce.
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