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Intervista a Monica Neboli: Bere latte di cammello nella yurta

Monica Neboli è una coach e lavora presso l’Università aziendale di una compagnia petrolifera in Italia. E’ sempre stata affascinata da altre culture. Ha viaggiato molto e ha vissuto in Egitto e Kazakhstan con il marito e due figlie dal 2006 fino al 2011. Durante quei cinque anni all’estero, ha assistito le famiglie di espatriati per aiutarli nel processo di adattamento e consentire loro di avvicinarsi alla cultura e alla storia dei paesi che li ospitavano. E ha raccolto 24 racconti frutto dell’esperienza kazaka di persone provenienti da 11 paesi diversi. Una ricca testimonianza del paese dell’Asia Centrale, da chi ha vissuto in quelle terre. Dalla sua esperienza è nato un libro: Drinking Camel’s milk in the Yurt . Expat stories from Kazakistan (Bere latte di cammello nella Yurta. Storie di espatriati dal Kazakistan. Ed. Summertime Publishing, agosto 2013). Come è nata l’idea di raccogliere i racconti di espatriati in Kazakistan? Nei due anni vissuti in Kazakhstan mi sono resa conto di quanto poco si conosca di questo paese. Per gli espatriati che arrivano in Kazakhstan il processo di adattamento è tutt’altro che facile e spesso proprio le difficoltà iniziali inibiscono la voglia di conoscere e di lasciarsi stupire da questo posto. Anch’io ho passato questa fase poi, per fortuna, la mia curiosità ha preso il sopravvento ed ho scoperto un popolo veramente affascinante. Da lì è nata l’idea di raccogliere una serie di racconti con l’obiettivo di aiutare gli espatriati in arrivo a rendere più agevole il processo di adattamento e ad entrare più velocemente in contatto con la vera essenza di questo paese. Bere latte di cammello nella yurta… quale esperienza richiama il titolo del libro? Richiama un’esperienza che io e le mie figlie abbiamo vissuto in un villaggio vicino ad Atyrau, la città dove abbiamo abitato. I villaggi rurali in Kazakhstan sono luoghi affascinanti dove è possibile sperimentare l’ospitalità, il calore della gente Kazaka e la stretta connessione che questo popolo ancora possiede con la natura e con i suoi elementi. A chi si rivolge il tuo libro? A chiunque abbia la curiosità di conoscere qualcosa di più sul Kazakhstan, a chi sta per trasferirsi, a chi vuole visitarlo o a chi è semplicemente curioso di conoscere una cultura diversa dalla nostra. Che cosa ha lasciato in te e nei tuoi familiari l’ esperienza di vita in Kazakistan? Le immagini dei tramonti nella steppa, le sensazioni provate sperimentando le temperature estreme dell’inverno, i sapori dei piatti tipici kazaki ed il gusto pieno di poterli assaporare anche con le mani, come il beshbarmak. Di sicuro questa esperienza ci ha reso tutti un po’ più nomadi. Cosa vorresti che esclamasse un lettore dopo averlo letto? Beh, difficile dirlo. Ma mi piace pensare ad un’espressione del tipo “Kazakhstan… Ma chi l’avrebbe mai immaginato… Voglio farci un viaggio!” Si può richiedere una copia gratuita del primo capitolo del libro Parte dei proventi della vendita del libro andranno all’Associazione Il villaggio dell’arca, un’ un’associazione non governativa italiana che opera in Kazakhstan e che aiuta i bambini orfani e disabili.

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