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Perchè provare significa fallire?

Attenzione all’uso delle parole, creatrici di opportunità o catene Significati di ‘provare’: misurare, esaminare, verificare, analizzare, controllare, collaudare, saggiare, fare la prova, tentare, osare, ardire, azzardare, mettere alla prova, cimentare, indebolire, fiaccare, sfibrare, logorare, sperimentare, esercitare, tentare. Dal latino: probus = buono, abile probare = riconoscere qualcosa per buona ‘Provare non costa niente!’ E’ comune l’idea che ‘almeno è importante provarci’. Spesso prendiamo a prestito frasi ascoltate da altre e le riproponiamo nelle nostre conversazioni: ‘meglio provare e fallire che non provare mai’. Avete mai riflettuto su come i pensieri diventino parole e le parole diventino cose? I pensieri diventano le cose che facciamo, le parole che usiamo nelle conversazioni o che ripetiamo a noi stessi migliaia di volte diventano le esperienze che viviamo nella nostra vita. Riflettete: quando diciamo ‘sono stanco’, la sensazione di stanchezza aumenta. Sono certa che avete già sperimentato quella condizione meravigliosa durante la quale, facendo qualcosa che amiamo, non ci accorgiamo della stanchezza, siamo focalizzati sul piacere o sulla soddisfazione che proviamo, tanto da percepire la stanchezza solo quando il nostro focus cambia, quando nominiamo la stanchezza, quando andiamo a recuperarla e ad etichettarla. Così funzionano le parole, definiscono le nostre azioni, definiscono chi siamo, definiscono la nostra vita. Attenzione alle parole che usate! Masaru Emoto (scienziato e ricercatore giapponese) ce lo ha dimostrato con i suoi studi ed esperimenti con l’acqua: l’acqua ghiaccia in bellissimi cristalli in presenza di energia emozionale positiva, di parole di gratitudine, di pace e di amore, oppure crea strutture spiacevoli in presenza di energia emozionale negativa, di parole e pensieri negativi. Le vibrazioni energetiche contenute nelle parole diventano, per la mente conscia, il loro significato. Quando ci diciamo che ‘proviamo a fare quella cosa’, di fatto, davanti al verbo ‘fare’ mettiamo per così dire ‘le mani avanti’: facciamo un test, una prova appunto. E non è detto che faremo quella determinata cosa. Dietro all’abitudine all’uso dei termini nelle nostre conversazioni, si celano credenze e convinzioni che limitano la nostra vita. Riflettete: quando abbiamo bisogno di ‘provare’ è perché non ci sentiamo sicuri di farcela. Desideriamo in qualche modo prendere tempo, girare ancora intorno alla cosa, soffermandoci nella nostra insicurezza e non nella certezza delle nostre forze, dei nostri talenti. Sperimentate invece dentro di voi la potenza della frase ‘ora lo faccio’. Cosa, in questa espressione, vi trattiene? Nulla! Siete pronti, siete nel presente per fare, non per provare. Ora parlo con il mio amico, ora riordino quel cassetto, ora parto, ora mi riposo. E il fallimento? Dove la mettiamo la paura del fallimento? Immaginare: se Thomas Edison avesse ritenuto le migliaia di strade intraprese prima di arrivare alla lampadina come una serie di fallimenti, cosa ci avrebbe lasciato? Diceva: ‘Non mi scoraggio, perché ogni tentativo sbagliato, scartato, è un altro passo avanti. Il valore di un’idea sta nel metterla in pratica’. Ora lo faccio, ora scrivo e pubblico quell’articolo sul significato della parola ‘provare’, sì, proprio quell’articolo che … ho provato a scrivere diverse volte in passato.

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