Intervista a Laura Presta – Io e la clownterapia

Laura Presta è segretaria presso uno studio notarile di Spilimbergo. Nel 2004 decide di frequentare un corso di clownterapia attraverso il quale da vita ad Ercolino il clown con cui inizia a prestare servizio di volontariato nelle case di riposo e negli ospedali. Nel 2007 diventa tutor di gruppo e nel 2010 insieme ad un gruppo di volontari fa nascere l’associazione Vip Claunando anche a Pordenone. Cos’è la clown terapia? Mi occupo di clownterapia: si tratta di approcciarsi alle persone in situazione di disagio o malattia negli ospedali o nelle case di riposo creando momenti di fantasia e situazioni di gioco. Grazie all’associazione Vip Italia Viviamo in Positivo di Torino nel 2004 ho frequentato il corso base diventando uno dei 3000 clown operanti in tutta Italia e da allora ho lavorato in case di riposo e nei reparti di pediatria e neurologia degli ospedali del Friuli Venezia Giulia. Nel 2010 insieme ad un gruppo di ragazzi di Pordenone ho pensato che sarebbe stato bello far nascere anche nella nostra provincia un’associazione e così abbiamo organizzato il primo corso di clownterapia. Come funziona la clown terapia? Le persone generalmente sono inserite in un contesto difficile in cui sono concentrate principalmente su terapie, familiari preoccupati, operatori frettolosi. I clown spezzano questa routine creando situazioni divertenti e di gioco. Io personalmente non uso la giocoleria, ma tendo ad entrare in empatia con le persone per trovare la battuta o lo scherzo giusto da utilizzare in quel momento, creo un rapporto cuore a cuore. La nostra presenza permette di creare momenti di leggerezza e umanità. Si creano momenti di scambio in cui qualcosa si dà e qualcosa si riceve. Qualche volta ho la sensazione di ricevere molto più di quello che do. Quali sono i momenti più significativi che vivi? Ci fanno un sacco di complimenti “Quanto siete belli”, “Grazie per quello che fate” ed è molto gratificante perché sono frasi che vengono dal cuore, ma quello che più mi piace è percepire il cambiamento dello stato d’animo delle persone, sia degli operatori che dei pazienti quando ci vedono arrivare. Un episodio particolarmente bello è stato quello legato all’ADMO con cui abbiamo collaborato un sabato pomeriggio nella piazza di Pordenone. Con il nostro approccio giocoso e gioioso siamo riusciti a coinvolgere molte persone ottenendo in un solo giorno un numero di tipizzazioni uguale a quello che l’ADMO ottiene mediamente nel corso di un anno. È stata una soddisfazione personale, ma soprattutto a livello di gruppo perché abbiamo condiviso un valore, ci siamo posti un obiettivo e ci abbiamo creduto fortemente, abbiamo lavorato con impegno ed energia e il risultato che abbiamo ottenuto è stato davvero straordinario. Il momento più bello? Durante i corsi viviamo momenti molto belli perché vediamo le persone crescere e trasformarsi, in tre giorni succede qualcosa di magico. Si tende a tirare fuori il bambino che è dentro di noi e che a volte è dimenticato. Si lavora su cose importanti e intense come la fiducia, la sintonia e l’empatia alternandoli a momenti allegri con gag, comiche e drammatizzazioni. Le persone si rendono conto che si può osare, ci si può esprimere per quello che si è senza temere il giudizio degli altri. Si lavora sul rispetto e l’accoglienza delle persone. Inoltre ci sono esercizi di giocoleria, nozioni di igiene e di comportamento. I momenti più difficili? Raramente capita di incontrare resistenza o rifiuto della nostra presenza, ma quando succede ci poniamo in ascolto e rispondiamo con grande rispetto ed accettazione. Non servirebbe a nulla imporre la nostra presenza. Altre volte può capitare di identificarsi in alcune situazioni che fanno ricordare gli avvenimenti dolorosi del proprio passato come ad esempio la malattia di una persona cara. In questi frangenti è molto importante la presenza degli altri clown che ti sostengono e ti danno forza ed energia per superare il momento. Quali valori ti ispirano? Mi piace dare qualcosa di me agli altri e per questo ho deciso di liberare il mio tempo e mettermi a disposizione degli altri. Ho sempre avuto una particolare attenzione per le persone più sfortunate di me e ho sempre avuto voglia di stare a contatto con le persone. In che modo il buonumore ha influito nella tua vita? Sono cresciuta in una famiglia numerosa in cui non c’era spazio per la noia e mi ricordo i pomeriggi allegri. Sono cresciuta vivendo le cose con la leggerezza che viene dal vedere il lato positivo delle cose accompagnato però dalla determinazione e dalla convinzione di cercare di raggiungere i propri obiettivi con una serenità di fondo, ma senza mai mollare. Hai una frase guida? Più che una frase quello che mi guida è la filosofia del fiore di loto. Il fiore di loto nasce nel fango ciònonostante è un fiore bellissimo che rende bella tutta la palude. Questa metafora mi fa capire che cambiando un mio atteggiamento posso cambiare le cose all’esterno migliorando il mondo che mi circonda. Prossimi obiettivi? Mi piacerebbe realizzare progetti nuovi da portare nelle carceri e nelle scuole. Che consiglio daresti a chi vuole avvicinarsi a questa realtà? Di lasciarsi andare, di credere nelle persone, di avere fiducia in se stessi e negli altri.
I commenti sono chiusi.