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Efficacia e compatibilità del coaching individuale negli sport di squadra

Quale può essere il valore e l’utilità del coaching individuale per un atleta che pratica uno sport di squadra? E soprattutto, come può essere conciliabile tale lavoro con le dinamiche del gruppo e le esigenze dell’allenatore? Con le riflessioni generate da questi interrogativi cercheremo di dimostrare che il coaching individuale, oltre a essere perfettamente compatibile con le dinamiche di uno sport di squadra, è efficace sul singolo atleta e può avere effetti molto positivi anche su tutta la squadra in cui questi è inserito. Il lavoro mentale, soprattutto nello sport di squadra, è a volte ancora soggetto alla diffidenza e allo scetticismo degli addetti ai lavori e in particolare degli allenatori. Il motivo è abbastanza comprensibile poiché si tratta di un mondo, soprattutto quello del coaching sportivo, ancora tutto da scoprire. Capita di considerare l’allenamento mentale come invasivo della sfera di competenza dei tecnici, senza comprenderne la reale importanza come supporto che completa ed integra il lavoro svolto dall’allenatore. Il coaching individuale usato come strumento per l’allenamento mentale consente infatti all’atleta una maggiore predisposizione all’apprendimento, al confronto e alla ricerca continua dell’eccellenza. Il suo presupposto è di permettere al giocatore di esprimersi al meglio, di individuare le risorse che già possiede, di scoprirne di nuove, di definire priorità e obiettivi individuando strategie e soluzioni per raggiungerli. Tutto questo sviluppando nuove abitudini che generano cambiamenti e risultati misurabili e duraturi. Un insieme di elementi che l’allenatore potrà riconoscere come perfettamente in linea con la propria esigenza di avere giocatori motivati e di creare un’identità di squadra solida e vincente. L’atleta che usufruisce del prodotto coaching è una persona in cammino, in evoluzione e per questo trasmette il suo entusiasmo in modo molto naturale e contagioso ai suoi compagni. Chi cerca di ottimizzare ogni momento dell’allenamento, sia individuale sia di squadra, per migliorare se stesso è un inestimabile esempio di positività e voglia di crescere che porta all’emulazione e a una sana competizione. La consapevolezza che la squadra sia in qualche modo il “mezzo obbligato” per il proprio successo personale porta il singolo atleta a ben identificare gli obiettivi di gruppo comuni agli altri giocatori, all’allenatore e alla società nel suo complesso. Lo porta inoltre a cercare di valorizzare al massimo anche le caratteristiche tecniche dei propri compagni per raggiungere il miglior risultato possibile. I passaggi principali di un’atleta che segue un percorso di coaching individuale sono: consapevolezza, responsabilità e azione, ingredienti fondamentali per contribuire proattivamente al successo personale e collettivo. A questi si accompagna l’acquisizione di una nuova capacità: quella di individuare i propri spazi e le proprie modalità di lavoro all’interno del contesto di squadra. L’atleta impara inoltre a identificare nella squadra le risorse che possano essere funzionali al miglioramento della sua prestazione. È in grado di sviluppare una proficua collaborazione con tutto il team di lavoro, i membri dello staff medico, dello staff tecnico (allenatore, assistenti, preparatore atletico) dei quali valorizza il ruolo e la professionalità in un clima di stima e collaborazione. Potenzialmente il coaching individuale inserito in un contesto di squadra rappresenta l’evoluzione dello sport stesso, in termini di crescita personale dell’atleta e della squadra, garantendo una costante e costruttiva ricerca dell’eccellenza nella direzione dei risultati desiderati. Alla luce di quanto detto finora la parola “compatibilità”, oggetto delle nostre riflessioni iniziali, acquista decisamente un’altra prospettiva. Il coaching individuale si trasforma da semplice ospite accettato a protagonista attivo e, oseremmo dire, necessario per la crescita di un intero gruppo. Potremmo spingerci anche ad affermare che qualora ci fossero uno o più giocatori nella stessa squadra a seguire il percorso di coaching, questi aiuterebbero notevolmente l’allenatore a costruire un gruppo su basi solide e con sani principi di etica di lavoro.

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