Se puoi sognarlo, puoi farlo

Nel leggere questa celeberrima frase di Walt Disney può accadere di sentire trasporto per una visione ottimistica e appassionata del mondo, come di un luogo in cui i grandi sogni trovano compimento. Tuttavia, può anche succedere di provare scetticismo o rifiuto: la realtà troppo spesso appare come un luogo pieno di limitazioni, costrizioni, impossibilità, in cui quello che desideriamo spesso è destinato a rimanere tale. Così, può succedere di pensare: “Certo, perché Walt Disney era Walt Disney. Io non sono Walt Disney, sono solo me”. Seppure si tratti di una reazione comprensibile, come cambierebbe la risposta chiedendosi per un istante: “In che modo questa frase parla anche a me nella mia peculiare realtà”?. Infatti, prima di essere “Walt Disney”, Walt Disney era un uomo con la sua storia. Cosa ha fatto la differenza per lui? Leggendo la biografia di Walt Disney ci si rende conto della sua personalità e del suo essere un grande visionario. Tuttavia, ancora prima, si scopre come avesse vissuto con la sua famiglia un’infanzia piena di sacrifici, caratterizzata da stenti ed impegno per lavorare e studiare. Si scopre che l’uomo Walt Disney è stato, come ognuno di noi, il frutto del singolare incrocio della sua storia familiare, del contesto sociale ed economico, dell’educazione familiare e scolastica, delle esperienze e delle coincidenze. Di certo, però, ciò che più colpisce e che ha fatto la differenza, fu il suo desiderio ardente di usare i suoi sogni per realizzare se stesso. Ognuno di noi ha dei sogni: piccoli o grandi che siano, essi spesso ci accompagnano per tutta una vita, ma spesso restano ben nascosti in fondo ai nostri cuori. A volte non osiamo neppure raccontarli. Viene da chiedersi: quanto ci appassionano davvero? Che tipo di persone diventeremmo nel perseguirli? E quali grandi e profonde emozioni proveremmo nel cuore realizzandoli o almeno concedendoci la possibilità di provarci davvero? La grande forza del messaggio di Disney sembra spostarsi in una sorta di fede che porta a credere che esiste la possibilità di agire per dare vita ai propri sogni anche nella realtà. È agendo che si attivano in noi, ed intorno a noi, forze e circostanze che fino a quel momento non potevamo neppure immaginare e che ci vengono in aiuto. Facciamo incontri inattesi di persone che scelgono di credere in noi e nelle nostre idee, facciamo scoperte su noi stessi e sul mondo circostante che non ci aspettavamo, facciamo esperienze e acquisiamo nuove conoscenze, imparando lezioni di vita. Ci sono sogni che diventano progetti che abbracciano una intera vita. Ci sono sogni che conquistano il cuore di altri, che li accolgono e decidono di farli propri, per proseguirli addirittura oltre la vita di chi li ha concepiti. Ci sono anche sogni che hanno un ambito molto più limitato nello spazio e nel tempo e che riguardano il fare certe esperienze, acquisire certe conoscenze o abilità, entrare in contatto con certe persone o ambienti. Di qualunque sogno si tratti, poco importa. Quello che importa è la risposta alla domanda: “Quanto questo sogno, progetto o desiderio accende il mio cuore di passione o eleva la mia anima al solo pensiero? Quanto mi diverte e mi coinvolge? Quanto rispecchia una parte importante di me?”. Spesso si sente dire che, quando si comincia a realizzare i propri sogni, si attinge a risorse che neppure si sapeva di possedere e che questo dia un senso di forza tale da farci sentire “potenti oltre i propri limiti” e trasforma tutto, rendendoci ancora più desiderosi di continuare. Chissà che non sia questo uno dei significati attribuibili alla famosa e magnifica frase di Seneca: “Non perché le cose sono difficili non osiamo. È perché non osiamo che sono difficili”. E chissà se Seneca avesse concorso ad ispirare Walt Disney nel dire: “È qualcosa di divertente fare l’impossibile”.
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