Take a fresh look at your lifestyle.

Le trappole del coaching: riconoscerle per evitarle

Approfondimento del video pubblicato su JOB24, canale lavoro del Sole24ore.com Questo volta parlo di alcune trappole del coaching. Meglio riconoscerle per evitare al coach di cascarci e al cliente di evitare il coach, che ci casca. 1. La trappola dei perchè: Vorrei sapere perchè non faccio questo, perchè faccio sempre quest’altro, ecc. L’80% dei clienti chiede di esplorare le cause di ciò che non accade o che accade e non vorrebbero che accadesse. Dedicare un percorse alle cause, permette forse di avere chiarezza sul passato, ma non consente di fare un passo in avanti. Una sessione di coaching si può definire efficace, solo se la persona a conclusione, ha fatto dei progressi. Basta chiedere perchè vuoi lavorare sui perchè? In genere la risposta è per capire come andare avanti. E io di solito rispondo, scegli se andare subito avanti o lavorare sulle cause e restare dove sei. La risposta è scontata. 2. La trappola dell’oracolo: Dimmi tu, che devo fare? Domanda molto gratificante, che assegna al coach l’alone della sapienza e della tuttologia. Ma che effetto fa il consiglio? Di solito viene accettato con gratitudine, la persona se ne va via soddsfatta e, anche se il consiglio è buono, resterà sempre la sensazione, che è stata un’altra persona a trovare una soluzione. A lungo andare i consigli a mio parere, indeboliscono. Aiutare una persona a trovare la sua risposta, quella che conta, è una sferzata di autostima che lascia un segno positivo. 3. La trappola del ci sono capitato. Quando il cliente porta una tematica che ci ha toccato da vicino o che stiamo vivendo, lo scivolo emotivo è pronto per accoglierci. Si rischia di scivolare nelle emozioni vissute, nelle dinamiche trascorse, nella storia personale, che fanno allontanare dalle parole del cliente, perchè si ascolta il proprio linguaggio interiore. Si rischia di indossare filtri per interpretare una storia che naturalmente è diversa dalla nostra. In questi casi, se si percepisce un pericolo di questo genere, basta ammetterlo con trasparenza e dire che non si ha la serenità per trattare un modo neutro quell’argomento. Meglio passare il cliente un altro collega. 4. La trappola dell’ io ti salverò. Molto nota a tante persone che sentono la necessità di risolvere la vita di una persona, interpretando i suoi bisogni e trovando soluzioni, anche non richieste esplicitamente. “Grazie a me cambierai”, è la sindrome della crocerossina, che può celare un bisogno di essere amati, apprezzati, e nei casi peggiori, una fantasia d’onnipotenza e il tentativo di manipolare l’altro, creando addirittura una sorta di dipendenza. Questo è un caso limite, ma da monitorare con grande attenzione.

I commenti sono chiusi.