La storia del paese senza più una storia

Senza più storie non ci sono più incontri, non ci sono più scambi, non c’è passato a cui fare riferimento, non c’è presente e non c’è più futuro… “C’era una volta…” “Perché adesso non c’è più?” “Fatemi raccontare…” sospirò Castor Coach rivolgendosi ai giovani coach seduti in cerchio intorno a lei. “Dunque dicevo… C’era una volta un posto dove le persone avevano perso quasi del tutto l’uso di giocare con le parole. Le avevano messe in cantina ritenendole inutili perché, sostenevano, le storie erano un genere superato e producevano soltanto confusione, pareri discordanti e lunghe ed estenuanti discussioni. Così, decisero i potenti, le storie, i racconti, le narrazioni dovevano sparire e al loro posto dovevano essere adottate nuove misure ricche di codici, di abbreviazioni e di punteggiature. Il sistema si diffuse velocemente, filmati registrati invitavano a provare la scoperta del secolo, 24 ore al giorno e per tutti i giorni a seguire. Quello che non potevano prevedere, accadde! Tra gli abitanti le relazioni si andarono via via affievolendo fino a scomparire del tutto. Nel paese regnava un silenzio irreale. Il sorriso sparì dalle loro facce e tutto divenne irrimediabilmente grigio e tetro. Le maestranze, che avevano visto nel sistema l’innovazione del secolo, tardi si resero conto degli effetti devastanti sulla popolazione. Non trovando nessun accordo su una possibile soluzione non gli restò che riferire in parlamento: 0 prl = 0 rlzn. (zero parole, zero relazioni n.d.t.) Che stava a significare: senza più storie non ci sono più incontri, non ci sono più scambi, non c’è passato a cui fare riferimento, non c’è presente e non c’è più futuro. Il paese era destinato a finire, a morire, a scomparire. “Nessuna storia, nessuna memoria. Nessuna memoria, nessun progetto. Nessun nuovo progetto, nessun futuro!” Castor coach fece una pausa. I giovani coach l’ascoltavano assorti. “Dunque le cose sembravano ormai definite. Il paese stava sparendo e una coltre di nebbia anonima si andava depositando, cancellandone le tracce!” “Ma un bel giorno, e davvero lo fu, giunse dal paese diNarritelandiala notizia che avrebbe cambiato le sorti delPaese senza il nome.Un concorso di scrittura che recitava così: ‘Raccontaci la tua storia!’ Niente altro, solo questo… Le anziane e gli anziani, che ancora conservavano la memoria delle storie, ci misero un po’ a convincere gli abitanti a cercare nelle loro cantine foto, lettere, diari, ritagli di giornale, filmati e tutto quanto poteva servire loro a ritrovare un nuovo impulso narrativo. I potenti zittirono, il congresso delle anziane e degli anziani ascoltarono, raccolsero, catalogarono, rispolverarono documenti preziosi come gioielli di famiglia. Abitanti in fila aspettavano il turno con il loro prezioso materiale. Furono riaperte le finestre e le cantine. Videro la luce le tante storie che erano state dimenticate, accantonate. Mentre erano in fila tutti volevano parlare, tutti volevano raccontare la loro storia, i loro ritrovamenti. Il brusio si trasformò in un allegro chiacchiericcio e le parole sembravano non bastassero più. Un rotolo kilometrico venne prodotto. Foto, pagine di diario, testimonianze, racconti filmati e voci registrate. La storia si colorì di aneddoti, di segreti, di storie magiche e tradizioni. Narritelandiaaveva smosso un muro di sabbia che andava sgretolando ricordi e memorie. Il giorno del concorso tutti vollero partecipare ed un lungo corteo, con in testa le anziane e gli anziani, si presentò davanti alla giuria. Il rotolo venne esaminato con grande attenzione e cura dagli esperti del racconto. Intorno il silenzio era vibrante d’ emozione. Gli abitanti si tenevano per mano e si facevano coraggio come non accadeva più da tempo. Infine il responso: Premio della critica come migliore produzione narrativa e per aver ritrovato il gusto ed il sapore delle parole e delle relazioni! Gli abitanti festanti fecero ritorno con animi gioiosi e con mille e più progetti da realizzare. Castor coach conclusa la storia li osservò ad uno ad uno. I giovani coach stavano lì con gli occhi inumiditi mentre ascoltavano il finale di questa incredibile storia… Tanto incredibile da sembrare vera!
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