Synchronized Listening©: lascolto attivo come competenza dellessere. I parte

Teri-E Belf, MA, CAGS, BCC, MCC, è considerata una delle fondatrici del coaching nel mondo. Ha pubblicato diversi libri tradotti in sei lingue e lavora come personal e professional coach in quattro continenti dal 1987.Come istruttrice di nuoto durante i campi estivi, avevo la responsabilità del nuoto sincronizzato. Il mio desiderio era, in quelle occasioni, che nella giornata finale del campo, alla quale avrebbero partecipato i genitori, i miei allievi potessero nuotare all’unisono. Ciò che volevamo ottenere era che gli spettatori si dimenticassero che c’erano dodici persone in piscina che si muovevano sulle note del valzer tratto da Carousel. La nostra missione era farli apparire come se fossero un solo nuotatore, muovendosi liberamente seguendo la stessa direzione. Raggiungere questo risultato richiedeva lo sviluppo sia di una consapevolezza interna sia di una esterna. Mi ricordo di questo momento della mia vita quando penso ai parallelismi che possiede con la competenza “ascolto attivo” del coaching. Come nel nuoto sincronizzato, l’ascolto attivo, nel coaching, riguarda sia la dimensione del “fare” che quella dell’“essere.” Questo articolo vuole esplorare gli aspetti interni dell’ascolto. Possiamo essere di grande utilità per i nostri clienti nel momento in cui sviluppiamo un ascolto interno teso ad offrirci informazioni rispetto a ciò che sta accadendo all’esterno. In sintesi, quando manteniamo contemporaneamente la prospettiva oggettiva e soggettiva, i confini si dissolvono e non c’è più alcuna separazione, c’è unicità. Chiamo questo fenomeno ascolto sincronizzato (synchronized listening©). Presenterò l’argomento in una serie di tre articoli. Nella prima parte Inizierò l’analisi di questa competenza focalizzandomi su ciò che è possibile ascoltare a livello di superficie ed introducendo il concetto dell’ascolto come competenza dell’essere. La seconda parte esplorerà come l’attenzione al livello fisico possa attivare una consapevolezza più profonda con un ascolto basato sul proprio essere e, infine, nella terza parte, ci muoveremo verso l’analisi delle strategie emozionali. La superficie: ascoltare l’esterno L’International Coach Federation (ICF) identifica 11 competenze fondamentali. Una di queste è l’ascolto attivo. E’ descritta come: ascoltare l’agenda del cliente per la sessione, le sue preoccupazioni, gli obiettivi, i valori, le convinzioni, i presupposti, lo scopo, le incongruenze, le parole, il tono della voce, il linguaggio del corpo, l’espressione delle emozioni e le percezioni. La maggior parte dei programmi di formazione al coaching ci insegnano la parte relativa al “fare” dell’ascolto attivo. Questo approccio permette di sviluppare la capacità di ascoltare quello che c’è all’esterno del coach, come ad esempio ciò che il cliente dice o non dice, ciò che pensa sia possibile o impossibile. In questa fase, impariamo a gestire la conversazione basandoci su elementi che si manifestano all’esterno di noi. Esempio generale: i coach ascoltano per rendere espliciti i presupposti che guidano le persone nelle loro decisioni e verificano se tali presupposti possano supportare o meno il cliente nel raggiungere il risultato desiderato. Esempio specifico: Cliente: non penso che sia una buona idea candidarmi per questa posizione manageriale perché la maggior parte dei candidati hanno una laurea e io non ce l’ho. Per quanto la laurea non sia un requisito per questa posizione, penso che i selezionatori considereranno i laureati come più intelligenti e competenti. Coach: Qual è il presupposto che stai seguendo e come sai che è valido? Ci sono altri fattori esterni che un coach considera in un incontro di coaching. Gestiamo, a livello esterno, la relazione di partnership per organizzare al meglio l’utilizzo del tempo della sessione; condividere un’agenda; stabilire con quale priorità trattare i temi; mantenere la focalizzazione rispetto all’obiettivo definito; occuparci degli aspetti amministrativi, come, ad esempio, gli appuntamenti e le questioni finanziarie; organizzare le pause ed assicurarci di predisporre in modo ottimale lo spazio nel quale condurremo la sessione. Inoltre, seguendo un’altra delle competenze – Gestire i progressi e le responsabilità – un coach prepara, organizza e verifica con il cliente, in modo efficace, le informazione ottenute durante le sessioni/incontri. Tutti questi elementi riguardano la gestione esterna delle riunioni. Sono comportamenti, decisioni ed azioni che avvengono esternamente ed il coach li osserva per decidere come rispondere. In sintesi, ascoltiamo per riconoscere ciò che sta avvenendo all’esterno ed agiamo per gestire ciò che c’è all’esterno di noi stessi. Spostiamoci sull’ascolto di ciò che sta accadendo internamente, in noi stessi, prima di agire all’esterno. Immergersi nel potenziale: ascoltare l’interno La logica del deserto di Mary Allene McKee Un giovanissimo fico d’india piangeva “Mi sento mancare So che un giorno morirò di sete Questo deserto è così secco.” La pianta madre, rotondeggiante ed avvezza al sole Rispose compiaciuta “Non accadrà, presto imparerai a vivere dal tuo interno” Nello sviluppare l’ascolto sincronizzato bisogna imparare a reindirizzare l’attenzione all’interno di noi stessi. Che cosa dobbiamo conoscere rispetto alla gestione interna delle sessioni? Che cosa c’è da prendere in considerazione? Quali competenze servono al coach? A quali elementi deve prestare attenzione un coach per gestire una sessione dal suo interno? Come possiamo massimizzare l’utilità per il nostro cliente praticando una gestione delle sessioni guidata dal nostro interno? Per comprendere l’ascolto sincronizzato è fondamentale cogliere il principio spirituale dello specchio, talvolta definito come corrispondenza. Espresso in modo semplice, il principio dello specchio afferma che qualsiasi cosa che accada all’esterno rispecchia qualcosa che sta accadendo internamente. Una volta mi è stato detto: “Se ti guardi allo specchio e vedi che i tuoi capelli sono in disordine, sicuramente non pettinerai lo specchio”. Se lo specchio rappresenta una metafora, potrebbe essere utile spostare il focus al nostro interno, per cambiare l’immagine riflessa nello specchio.
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