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Dare o pretendere?

La frequenza del successo nelle relazioni

Quanto sono complesse e a volte faticose le dinamiche relazionali?
Ci sono quelle fra colleghi, fra colleghi e superiori, fra genitori e figli, marito e moglie e fra amici e conoscenti. Fraintendimenti, giudizi camuffati da buoni consigli, suggerimenti dettati da buone intenzioni ma in realtà disfunzionali e deleteri, sono sempre dietro l’angolo.
Ciò che muove le persone in genere è l’intenzione interna ossia ciò che si vuole ottenere collegato al proprio valore personale.

Ma ci siamo mai messi realmente sulla frequenza dell’altro? Abbiamo compreso veramente il bisogno della persona che abbiamo di fronte? O stiamo riportando su di essa il nostro di bisogno?
A volte si pensa di poter cambiare l’altro ed altre ancora si cerca di cambiare sé stessi. In realtà si potrebbe semplicemente permettere agli altri di essere sé stessi e al tempo stesso rispettare sé stessi accettandosi così come si è.

Ci sono diversi approcci assertivi efficaci, come il Freiling, una tecnica per la gestione delle relazioni interpersonali, parte integrante del Transurfing elaborato da Vadim Zeland. Il principio fondamentale si basa sul concetto che per raggiungere i propri fini si debba favorire per prima l’intenzione interna degli altri, aumentando il valore dei nostri interlocutori.

Ad esempio parlando di ciò che all’altra persona interessa, ascoltandola con attenzione, incuriosendosi sinceramente. Cercare di capire cosa vogliono gli altri e sosteneteli nel raggiungimento dei loro fini è la base: rinunciare all’intenzione di ottenere e sostituirla con quella di dare favorirà il conseguimento di quello a cui si è rinunciato.

A volte, nei rapporti interpersonali, si può cadere nella trappola della critica e del giudizio che sono il prodotto diretto dell’intenzione interna di ciascuno. Questo comportamento va contro il principio del Freiling che invece sostiene quello di incoraggiare l’altro fuggendo i tentativi di ledere il senso del suo valore personale.
Lo scopo di questo metodo è quello di permettere di sintonizzarsi sulla frequenza del proprio interlocutore e di avere successo nei rapporti con gli altri. Un successo benefico per tutti.

Non c’è bisogno di influenzare le persone per ottenere questo successo. Non occorre fare pressione sul mondo circostante per raggiungere i propri fini, basta ascoltare, riconoscere, accogliere le esigenze degli altri, anche attraverso la tecnica del Freiling. Ci si persuaderà da soli che il mondo ci viene incontro a braccia aperte e la gente proverà una inspiegabile simpatia, ammirazione e attrazione.
La prossima volta che vi interfacciate con un vostro superiore, con vostro figlio o vostro marito chiedetevi: “di cosa ha bisogno in questo momento?”
Di essere rassicurato? Di essere ascoltato? Apprezzato? Supportato? Semplicemente amato?
Dietro ad un atteggiamento o comportamento rabbioso, egocentrico, remissivo o anche eccessivamente ironico c’è sempre un bisogno, una richiesta velata da riconoscere ed esaudire.

Prendiamo l’esempio di un genitore con il proprio figlio. Nell’adolescenza i ragazzi tendono a ricercare la propria identità e ad autoaffermarsi non riuscendo spesso a calibrare bene emozioni e comportamenti. Può capitare che nel chiedere una cosa si possano esternare con pretesa e arroganza. Quindi invece di reagire e di soffermarci sull’atteggiamento aggressivo, arrogante o anche timido, cerchiamo di capire il bisogno che c’è dietro e di corrisponderglielo:

  • approvazione
  • comprensione
  • accettazione
  • rassicurazione
  • supporto
  • etc.

Questo vale anche per le relazioni fra uomo e donna, fra colleghi di lavoro, familiari e amici e conoscenti.
Non necessariamente occorre acconsentire e assecondare la richiesta ma basterà assecondare e riconoscere il bisogno che c’è dietro. Allora il dialogo ed il rapporto saranno sempre più solidi e costruttivi.

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