Svegliare il corpo, Ammorbidire il cuore, Aprire la mente

Sintonizzarsi con il flusso del nostro sistema naturale di comunicazione Le nostre parole sono un’espressione dei nostri pensieri e si nutrono reciprocamente: fare una pausa per diventare consapevoli di quello che costituisce il nostro panorama mentale ci permette di iniziare a comunicare con una visione chiara dei limiti e degli obiettivi comunicativi. Invece che iniziare delle proiezioni sul futuro o delle rimuginazioni sul passato, possiamo semplicemente sederci e abitare il momento presente, sintonizzandoci con il flusso del nostro sistema naturale di comunicazione. Il livello della consapevolezza I nostri sistemi comunicativi operano dal livello della consapevolezza, dove si verifica l’esperienza iniziale. Per ricevere le informazioni a questo livello abbiamo bisogno di procedere attraverso 3 elementi: riprendere il contatto con il corpo; fidarci delle nostre emozioni; avere una mente aperta e flessibile. Riconnettersi al corpo Molto spesso usiamo il nostro corpo senza esserne veramente consapevoli. Siamo un corpo – come dice Lowen e invece ci comportiamo come se fosse un nostro possedimento, una macchina che deve funzionare con regolarità. Per fare questo è importante iniziare dalla nostra postura. C’è un proverbio che dice che dovremmo avere una schiena solida e una parte anteriore morbida. “Strong back, soft front” :cosa significa? Significa che abbiamo bisogno di saper tenere la nostra posizione – una schiena solida – ma anche di essere aperti agli altri e comunicativi. Purtroppo molto spesso facciamo l’inverso. Teniamo una posizione di chiusura nei confronti degli altri per nascondere una sostanziale difficoltà a tenere la propria posizione Sappiamo che uno degli effetti del prolungarsi della tensione è proprio quello di ridurre l’ampiezza percettiva e consolidare modalità ripetitive di risposta. Essere rilassati non significa però entrare in uno stato di torpore: è piuttosto una delle condizioni di un giusto grado di presenza. Riconnettersi alle emozioni attraverso il respiro Molto spesso durante la pratica mindfulness usiamo la consapevolezza del respiro. Il respiro è il legame vitale che esiste tra corpo ed emozioni. E’ grazie all’ampiezza del nostro respiro che le nostre percezioni sono ampie, flessibili e vitali. Ed è sempre grazie al respiro che le informazioni tra il corpo, le emozioni e la mente circolano nel nostro sistema. Spesso le emozioni che non vengono chiaramente percepite strutturano il flusso dei nostri pensieri. Molti dei nostri pensieri non esprimono infatti idee ma piuttosto danno ragioni alle emozioni che percepiamo e che rimangono nascoste nelle pieghe della nostra inconsapevolezza. Imparare a riconoscere le emozioni che si nascondono nei nostri pensieri è uno degli esercizi base dei protocolli mindfulness. Una mente aperta e flessibile A volte possiamo credere che la meditazione mindfulness significhi eliminare i pensieri dalla propria mente. In realtà l’obiettivo non è questo. E’ piuttosto essere consapevoli di ciò che passa per la mente, senza farci trascinare. E’ essere consapevoli della qualità dei nostri pensieri e delle emozioni che li alimentano. Spesso i nostri pensieri sono raccolti in 5 categorie: pensieri che anticipano il futuro, rimuginano sul passato, dialoghi immaginari, pensieri connessi a sensazioni fisiche o pensieri di fuga. Possono essere sia piacevoli che spiacevoli che neutri. La vera differenza sta nella nostra personale capacità di osservarli o di farci trascinare, lasciando che siano loro a dare la direzione alle nostre azioni. Con la mindfulness apriamo una pausa che ci permetta di osservare ciò che sta accadendo, nel momento in cui accade, senza esserne trascinati o rimanerne invischiati. Le interruzioni positive Proprio perché il rischio è quello di essere trascinati dal flusso dei pensieri – e dal flusso delle nostre comunicazioni – uno degli strumenti che possiamo utilizzare è fare delle interruzioni costruttive, delle interruzioni positive. E’ un modo per aprire uno spiraglio di consapevolezza, sparso qua e là, per tornare alla consapevolezza del momento presente. Questo permette al silenzio di interrompere deliberatamente le nostre conversazioni e attività, ci riporta al corpo, a quello che stiamo effettivamente provando nel momento presente, lasciando che la nostra certezza di “avere ragione” entri in dialogo con la possibilità che il punto di vista altrui sia altrettanto interessante. Il silenzio protegge la nostra consapevolezza, riportando l’attenzione al momento presente, all’ambiente che ci circonda e ci permette di sintonizzarci in quel flusso che sta al di sotto della nostra comunicazione verbale e che qualifica la vera struttura della nostra comunicazione. Il silenzio permette inoltre al corpo di far sentire il proprio messaggio comunicativo. Un messaggio che troppo spesso rimane nascosto o coperto. In questa pausa possiamo poi trovare l’empatia che ci mette in relazione con il nostro interlocutore e il suo punto di vista. Riassumendo Possiamo operare delle interruzioni positive durante la nostra comunicazione mindful, a partire da 4 oggetti di attenzione: 1. Possiamo aprire spazi al silenzio, inteso come parte della comunicazione e non come interruzione 2. Possiamo tornare al corpo e alle sensazioni fisiche per cogliere i segnali di tensione, stress o agio 3. Possiamo fare pausa per lasciare emergere empatia nei confronti del nostro interlocutore, indirettamente o chiedendogli direttamente di spiegare meglio il suo punto di vista 4. Possiamo fare pausa per cambiare qualcuna delle nostre idee fisse, dei nostri significati pre-costituiti.
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