Take a fresh look at your lifestyle.

Sentieri alternati

Quale metafora vi viene in mente pensando ad un percorso di coaching? Potrebbe essere, ad esempio, un viaggio, un meraviglioso viaggio alla scoperta di se stessi e del mondo. Affrontare un viaggio significa accettare dei rischi, mettersi alla prova, maturare e acquisire maggiore consapevolezza di sé, scoprire nuove prospettive, apprendere cose sconosciute fino a conquistare una meta. Ogni viaggio è apprendimento ed è portatore di valore aggiunto che va oltre il raggiungimento dell’obiettivo prestabilito! “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”. (Marcel Proust) Le vie che conducono fino alla meta possono essere tante e varie, e in ogni momento possiamo decidere di cambiare strada, prendere una scorciatoia, incamminarci in un viottolo di campagna o un sentiero di montagna…o magari in uno virtuale. Ci sono sentieri innovativi, fatti di una strana alternanza tra fisicità e immaterialità e che offrono innumerevoli opportunità. Uno di questi è il Blended Coaching. Un percorso che abbatte i muri della distanza e del tempo attraverso lo scambio in un ambiente virtuale “caldo” in cui l’interazione e la centralità degli attori diventano fondamentali e soprattutto naturali. Questo ambiente il luogo virtuale esclusivo dove coach e coachee si incontrano e proseguono il viaggio verso l’obiettivo in alternanza ai momenti face to face. Attraverso lo scambio a distanza, nell’ambiente online costruito ad hoc e dotato di molteplici strumenti interattivi sia sincroni che asincroni, si favorisce non solo la continuità relazionale, comunicativa e collaborativa, ma anche il mantenimento dell’“attivazione” e dell’impegno del coachee. Quali sono i meccanismi per introdurre e accompagnare un coachee in un percorso blended? I concetti di Presenza e Presenza sociale, favoriscono il coinvolgimento del soggetto all’interno di un’interazione. Maggiore è la capacità dell’individuo di riuscire a raggiungere un elevato livello di presenza sociale all’interno di uno scambio comunicativo, maggiore sarà la capacità di comprendere l’altro portando l’interazione a buon fine. Questi concetti sono nati a partire dalla metà degli anni Settanta come strumenti per valutare la qualità dell’interazione mediale. I meccanismi da innescare, secondo la psicologia dei nuovi media e alcuni miei contributi aggiuntivi, sono quattro: -Caretaking: ossia il processo attraverso cui si introduce il coachee nell’ambiente virtuale e lo si lascia libero di esplorarlo e di scoprirlo. Ai fini di un buon adattamento all’ambiente nuovo, il care-taker (ossia il coach nel caso di un percorso di coaching) dovrà provvedere a strutturare ed “arredare” l’ambiente virtuale in modo consono alle caratteristiche e alle esigenze del nuovo “inquilino” e del percorso. Ciò significa posizionare e selezionare gli strumenti in maniera intuitiva e all’altezza delle capacità del coachee, predisporre la comunicazione con un certo stile (magari assecondando le modalità predominanti del coachee: cinestesico o visivo oppure uditivo) e curare anche l’aspetto grafico in un certo modo, che sia chiaro ed efficace. -Affordance: ossia la capacità di cogliere le opportunità e le risorse che l’ambiente offre. In generale, maggiore è l’opportunità che il soggetto coglie nel cambiamento o nella novità, maggiore sarà la sua volontà di cambiare o di sperimentare qualcosa di nuovo. Facciamo un esempio. Un’azienda decide di introdurre lo strumento della video-conferenza per la comunicazione fra i responsabili commerciali di varie sedi in Europa. Il nuovo strumento può essere visto come opportunità ad esempio per stare di più con la propria famiglia invece di fare un viaggio al mese per le riunioni periodiche oppure come svantaggio per esempio perché si perderebbe l’indennità di trasferta. -Presenza: ossia la sensazione di essere in un ambiente virtuale, risultato della capacità di mettere in atto le proprie intenzioni. Uno degli strumenti più efficaci per aumentare il livello di presenza è la Narrazione. Quest’ultima è facilitata da applicazioni sincrone e asincrone come e-mail, forum, chat, etc. Utilizzando in maniera sistematica il processo narrativo si permette alla persona di esprimere se stessa e di generare auto-consapevolezza. Il pensiero narrativo è oggi considerato una delle principali modalità di funzionamento mentale dell’uomo. Una parte significativa della conoscenza di sé è organizzata, secondo la Narrative Psychology, all’interno di schemi narrativi con cui l’individuo interpreta la realtà e le attribuisce significato. -Presenza Sociale: ossia la sensazione di essere con altri Sé, risultato della capacità di riconoscere nell’ambiente, reale o virtuale, le intenzioni degli altri. L’innovazione tecnologica assume un carattere sociale laddove esiste un tessuto relazionale dinamico e fertile. Un ambiente mediatico di qualità, può essere uno strumento per integrare un percorso di coaching, favorendo una spirale cognitiva che crea nuovo apprendimento, alimenta la motivazione della persona in gioco e favorisce il cambiamento, ottimizzando l’intera esperienza. fonte: Riva G. “Psicologia dei nuovi media”, Collana “Itinerari”, Il Mulino, Bologna, 2008

I commenti sono chiusi.