Oggi piove e la pioggia mi insegna qualcosa

Passeggio con l’ombrello cercando di evitare le pozzanghere e, a un certo punto, arrivo sotto un riparo. Faccio per abbassare l’ombrello e penso: non serve a nulla. Fra 10, 15 passi sarò di nuovo sotto l’acqua, perché lo abbasso? Il peso e il disagio nel portarlo sono gli stessi.
Perché abbassiamo l’ombrello? A cosa può mai servire? Lo facciamo per noi?
Mi concentro su me stesso e penso alle mie motivazioni. Eh si, a ben vedere lo abbasso perché penso che poi gli altri mi giudichino. Perché in effetti può sembrare stupido usare l’ombrello al chiuso o comunque dove non piove in quel momento.
Ma noi possiamo sapere cosa pensano gli altri? Beh difficile o comunque io non sono capace e non conosco nessuno che sappia farlo. Allora l’unica spiegazione è che sono io a pensarlo e, in qualche modo, questa cosa mi colpisce e mi condiziona perché mi sento giudicare. Ergo, io giudico e proietto sugli altri il mio modo di pensare.
Questa piccola riflessione mi ha fa ragionare su due aspetti.
Il primo ha a che fare con la differenza tra l’essere guidati da fattori esterni o interni. Oggi, in questo caso, ricado pienamente nella prima ipotesi. Infatti mi rendo conto che l’essere osservato da qualcuno mi condiziona, mi pongo un problema e voglio evitare la conseguenza di essere giudicato in modo negativo. Mi faccio soggiogare da ciò che viene fuori ma ormai dovrei sapere che questa, nella vita, non è una strategia vincente!
Quindi se solo l’interno mi muovesse, se mi sentissi veramente responsabile, sicuro di me e padrone delle mie emozioni, non mi porrei il problema, terrei l’ombrello ben sollevato, proprio come un attimo prima, con la stessa fierezza e determinazione. Che m’importa del giudizio degli altri?
No, per quanto importante credo che non basti e con questo arriviamo al secondo aspetto. Per quanto io condivida che la sicurezza in noi stessi emani da uno stato di grande consapevolezza interiore è pur vero che essa va ricercata e coltivata, ci vuole uno sforzo se vogliamo capire chi siamo veramente e che non abbiamo nulla di diverso dagli altri.
Quindi se vogliamo farci spingere dal nostro stato interno, quando queste “perturbazioni” si palesano nella nostra autostima, è necessario considerare il cambiamento e interrogarci sulla nostra motivazione nel metterlo in atto.
Ci sono tanti modi per farlo, lo so. Per cominciare, al prossimo giorno di pioggia, non abbasserò l’ombrello.
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