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L’effetto di un incontro

Essere causa o subile l’effetto? Come diventare liberi di scegliere, di cambiare, di decidere E’ sicuramente capitato anche a voi, una volta nella vita almeno, considerare il mese di Settembre come il mese di inizio anno, il mese a cui si approda, quasi con sollievo, dopo la forsennata corsa verso le vacanze prima e le vacanze fatte di corsa, perché il tempo dedicato al riposo è pochissimo, dopo. A me succede ogni anno, tanto che è proprio intorno a questi giorni di ripresa delle attività che sono solita festeggiare il mio personalissimo Capodanno. Prendo un po’ di tempo per me, resto da sola, stacco il cellulare e vuotando la mente, metto nero su bianco la lista dei risultati che mi impegno a raggiungere nell’anno che verrà. Quest’anno mi è stato d’ispirazione il corso che ha tenuto a Cagliari con Giuseppe Meli, Teri-E Belf. Una persona straordinaria prima ancora che una Master Coach, una donna incredibile, piuttosto che una trainer. E non poteva essere che così, visto che le sue due giornate di incontri ruotavano proprio attorno al cuore dell’ individuo e cioè all’essere. Essere, in equilibrio con il fare. Non c’è l’uno senza l’altro. Chi sono io, sicuramente unica e irripetibile? In che cosa credo? E se credo in quello che sono, allora e solo allora faccio e per questo avrò. Con questa saggezza semplice e profonda Teri-E mi ha condotto attraverso l’esplorazione e la sperimentazione per giungere all’esperienza di me stessa affinché comprendessi che cosa fosse la mia vita in quel preciso istante e soprattutto quale doveva essere la direzione per espanderla verso nuovi obbiettivi e orizzonti sfidanti. Questa esperienza estiva, densa di corrispondenze e vibrazioni tra le persone e tra le esistenze condivise dei partecipanti, ha sottolineato ancora una volta il senso di responsabilità che soggiace nell’azione. Poiché ogni cosa che facciamo è di per se causa, che conduce ad un effetto, con un ritmo che tende all’infinito. A dirla tutta è stato proprio questo ragionamento ad aprirmi a nuove consapevolezze: se ogni causa ha il suo effetto, e questo a sua volta produce una causa, che condurrà ad un nuovo effetto, che cosa accade se si resta impigliati all’interno del processo? Accade che si potrebbe andare avanti, o anche indietro, all’infinito senza mai trovare la primizia delle cause. Non avevo mai pensato alla forma ciclica della legge causa/effetto e del rischio di rimanere di fatto senza soluzione. Come se ne esce, allora? Facile? Difficile? Dipende. Mettersi senza indugio nella causa proclama il nostro libero arbitrio. Scegliere per contro di rimanere nell’effetto o nel contesto, ci rende vittime tout court, ci predispone al lamento, ci porta a dare responsabilità all’esterno, all’ambiente, agli altri senza mai considerare anche la nostra parte di responsabilità. Scegliere di restare nella causa invece ci salva, perché ci rende liberi. Liberi di scegliere ancora, di cambiare, di fare. In una parola liberi di decidere. E’ stato quello il momento in cui, intuendo la causa, ho preso una posizione radicale rispetto alla mia storica attività e ho deciso di chiudere una carriera durata venticinque anni. Continuare avrebbe voluto dire restare nell’effetto, quindi rimanere sulla ruota del criceto, che portava a non essere soddisfatta e questo a sentirsi incastrata e reputare gli altri, l’esterno o addirittura il caso responsabili della mia infelicità. “‘Rassegnare lettera dimissioni”, riporta la prima riga del mio Moleskine dedicato alle sfide. Segue, sulla seconda, una data e poi un’azione precisa. La quarta riga riporta la parola ‘Coraggio’ e la quinta ‘impegno ad essere grata ogni giorno’. Tutto scritto a lettere grandi, col tratto netto sulla pagina contrassegnata dalla lettera S. Come Settembre.

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