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Intervista a Raquel Guarnieri. Il coach: un lavoro, che richiede attenzione e voglia di mettersi in gioco.

Il coaching: un lavoro orientato alla costruzione di nuovi punti di vista per aiutare le persone a raggiungere i risultati prefissati, in ambito professionale, associativo, o personale e migliorare la propria vita. Raquel, psicologa eCoach professionista certificata dall’International Coach Federation, dirige la Escuela Europea de Coaching Italia. Esperta nella realizzazione di percorsi di cambiamento all’interno delle organizzazioni, di piani di sviluppo e formazione manageriale, diformazione d’aula orientata agli apprendimenti individuali e di team, è anche una danzatrice professionista di danza classica, di danza contemporanea e di tango argentino. Quali sono gli ostacoli per chi intraprende questa professione,quale il rapporto tra coaching e leadership? Il primo ostacolo è delimitare le aree d’intervento. Un coach che inizia a lavorare può essere facilmente confuso con altri professionisti, e/o essere visto come chi ‘ruba’ il lavoro, deborda in altre professioni. Di cosa si occupa il coaching? del raggiungimento di risultati prefissati in abito lavorativo, sportivo, familiare, sociale. Non si occupa, invece, di tutto quello che riguarda la ristrutturazione della personalità, delle fobie,delle nevrosi, delle psicosi. Definire bene l’ambito d’intervento è il primo passo necessario. Un lavoro, che richiede attenzione e voglia di mettersi in gioco. Un lavoro che può modificare la propria vita. Bisogna cambiare molte abitudini per essere coach; occorre lavorare prima sulle proprie difficoltà, intraprendere un percorso di cambiamento, per poi essere davvero d’aiuto agli altri: se non c’è questo cambiamento non c’è modo d’aiutare gli altri. Quali sono i principali ‘nemici’ per chi affronta un percorso di coaching? Sono tanti: la mancanza di consapevolezza della necessità di un cambiamento. Il pensare di non aver nulla da imparare. Il non sapere accettare gli eventuali feedback negativi. Un altro ostacolo è confondere il saper teorico con il sapere fare. Studiare, leggere tanti libri, va beneperò non sostituisce l’esperienza: se voglio essere un buon coach devo fare molta esperienza. Qual è il rapporto tra Coaching e leadership? Un Coach aiuta a raggiungere l’obiettivo prefissato e si coinvolge attivamente nel percorso dell’altro; il leaderfa, o dovrebbe fare, la stessa cosa, con la differenza che ci tiene a raggiungere risultati assieme al suo team. Molte caratteristiche sono comuni, tanto più se il leader sa andar oltre l’impostazione del management tradizionale che fonda le relazioni interpersonali sul binomio rinforzo e punizione. Rinforzo-punizione è un paradigma che conosciamo bene: siamo stati educati con questa idea, in casa, nella scuola, alliceo, all’ università, nelle aziende. Non conosciamo altrettanto bene, invece, cosa vuol dire conversare con gli altri, generare azioni nuove avendo come riferimento l’impegno e la fiducia. Un coach si muove in un paradigma che genera impegno e fiducia: sa vedere cosa manca (competenza, abilità, motivazione)per raggiungere l’obiettivo cercato. La conversazione del coach punta a colmare questa mancanza. Come il coaching può essere utile nella gestione dei conflitti in ambito lavorativo (non solo)? Più che prevenire il conflitto, un paradigma nel quale si muoveva la vecchia consulenza (interveniamo perché la gente vada d’amore e d’accordo) il coaching interviene nella gestione del conflitto, per farlo emergere e capire come si possa arrivare a un accordo. Il conflitto, in certa misura, è fisiologico, proprio perché siamo persone diverse e abbiamo opinioni diverse. In azienda, in famiglia, nello sport le relazioni possono ‘sporcarsi’, possono nascere risentimenti, per cose dette o fatte, che vengono interpretate come attacchi alla persona. Un po’ come quando si cucina e si sporcano i piatti. Tutti sappiamo come ripulirli per mangiare la prossima volta su piatti puliti. Non tutti sappiamo, però,come ‘ripulire’ le relazioni. Il Coaching serve anche a ripulire le relazioni: quando si fa questo lavoro abbiamo, in una certa misura, anche una prevenzione dei conflitti.

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