Il multiforme ingegno

Il vero maestro non ha nessuno strumento, solo un’infinita capacità di improvvisare In viaggio con i beduini nel deserto egiziano, si buca una gomma e a bordo non ce ne è una di ricambio. Loro risolvono l’emergenza, con del nastro adesivo e una vecchia camera d’aria per succhiare il gas da tre pneumatici per gonfiare il quarto. L’idea è nata dal cuoco, probabilmente abituato ad avere ingredienti per quattro persone e cucinare per un’intera tavolata. E’ la sintesi del racconto di Robert Twigger in un suo articolo (1). Per i beduini “portarsi dietro troppi utensili è tipico di un uomo debole: rende pigri. Il vero maestro non ha nessuno strumento, solo un’infinita capacità di improvvisare con quello che si trova a disposizione. E più campi del sapere riesci ad abbracciare, maggiori sono le tue capacità d’improvvisazione”. E’ un messaggio metaforico intrigante. Da un lato invita alla semplificazione, ad abbandonare inutili sovrastrutture burocratiche, e dall’altro è apparentemente in contrasto con l’attuale cultura occidentale specialistica, ma vicina a quella multiforme dei grandi geni del Rinascimento. Ci sono molte aziende in cui regna la monocultura, dove addirittura il linguaggio delle persone si uniforma, i pensieri di allineano, il conformismo è evidente anche nell’abbigliamento delle persone. Sono realtà in cui è scarsa la condivisione e regna la staticità. In questi casi è diffuso il timore di apparire diversi, di esprimersi, di commettere errori, di essere giudicati, colpevolizzati e alla lunga, si viaggia tutti con il freno a mano. Eppure l’innovazione e la creatività richiedono capacità eclettiche, orizzonti ampi, prospettive imprevedibili e la capacità di trovare soluzioni, pur non avendo tutti gli attrezzi a disposizione. Nelle aziende in cui si permette la libera circolazione delle idee e delle opinioni, dove la formazione è un valore, gli stili cognitivi si integrano, dove si valorizzano le differenze tra le persone, gli errori sono accolti come fonte di apprendimenti e sono incentivate forme come la job rotation, si ottengono risultati straordinari. Le persone si sentono riconosciute, crescono professionalmente, si sviluppano i talenti, si velocizzano i processi valutativi e decisionali. Sono contesti in cui la logica di fondo non è tanto analizzare i problemi, quanto ragionare per ricercare le soluzioni. Sono le aziende che non accolgono il cambiamento, lo creano. (1)Master of many trades, pubblicato su Aeon Magazine e ripreso dall ’Internazionale, n.1034, Anno 21
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