Coaching ad alta quota

Lo sviluppo delle coach abilities, integrate al lavoro volontario, a forti ideali, forza di concentrazione e potenziamento muscolare, ha reso possibile la realizzazione di quella che sembrava una missione improbabile… Una giornata formativa rivolta ad arrampicatori, sportivi, atleti la cui sfida è allenare i diversi, i disabili, i disagiati a superare evidenti limitazioni e/o vincoli esterni ed interni, un’occasione per parlare di coaching (cfr. il sito dell’associazione UISP che ha l’obiettivo di estendere il diritto allo sport a tutti i cittadinihttp://www.uisp.it/nazionale). “ Se dico coach cosa vi viene in mente?” “Un allenatore”, “un trainer sportivo”, “qualcuno che fa sport e fa fare sport”. La metafora è ghiotta ed io ci sguazzo! “Certo un allenatore non di muscoli ma di risorse, di talenti”. Anch’io scaldo i miei muscoli, lascio andare la definizione da manuale e mi aggancio al loro lavoro/sport che mi aiuta a “definire” la metodologia e l’obiettivo del coaching, del coach e del coachee. Quest’ultimo, dico, va espresso in positivo, deve essere raggiungibile, sotto il proprio diretto controllo, ecologico, visualizzato. La stesura di un piano d’azione, con i singoli step, ripropone lo schema di arrampicata con le singole tappe. L’elenco di risorse disponibili – l’equipaggiamento personale – e di risorse da allenare che procede con l’identificazione del proprio stile di arrampicata – col quale affrontare la progressione della salita – con il solo utilizzo del corpo, appoggiando e incastrando il corpo intero o sue parti. La visualizzazione della meta ripropone gli esercizi di concentrazione effettuati prima dell’arrampicata – per richiamare l’energia cognitiva ed emozionale – e di percorrere l’intera facciata individuando possibili ostacoli o vincoli interni od esterni. In generale lo sforzo fisico nelle scalate è discontinuo e richiede forza massima e resistenza allo sforzo. Le tecniche di arrampicata sono molte e piuttosto varie e adattabili alle caratteristiche peculiari di ciascuna persona: assimilabili ai diversi modi che ha il coachee di trovare il suo modo per identificare e raggiungere i suoi obiettivi. Il coach è responsabile del processo così come un istruttore di arrampicata è responsabile del processo attivato per mettere in sicurezza l’atleta allenando le risorse cognitive, emozionali, psicologiche e fisiche, sfidandolo a raggiungere, step superiori senza strafare e nel pieno rispetto di sé e della natura circostante. L’atleta, come il coachee, è a sua volta responsabile dei risultati, frutto di consapevolezza e di impegno responsabile. Lo sviluppo delle coach abilities, integrate al lavoro volontario, a forti ideali, a forza di concentrazione e al potenziamento muscolare, ha reso possibile la realizzazione di quella che sembrava una missione improbabile, e molto pericolosa offrendo una speranza di normalità inconcepibile fino a qualche tempo fa.
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