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La Signora Carminia aveva un segreto

Novelle “aperte”, storie, racconti metaforici e suggestivi, brevi narrazioni che lasciano spazio ai finali più diversi. Invia la tua novella, qualcuno la concluderà… C’era una volta una piccola e soave signora dall’età indefinibile, che veniva da un paese molto lontano. La sua casa era al limitare del bosco all’incrocio con la strada maestra, tutta circondata da succosi alberi da frutta e da piantine di gerani dai colori scintillanti. La sua vita trascorreva lentamente curando i suoi fiori, facendo lunghe passeggiate, scrivendo piccole storie da regalare ai più piccoli e cucinando enormi torte famose in tutto il paese per la loro gustosa fragranza ed il sapore delicato. Il suo nome? Era un mistero, ma tutti la chiamavano la signora Carminia per il colore dei suoi amati fiori. La signora Carminia di certo custodiva un segreto, ma il suo sorriso era così dolce e gentile che disarmava chiunque tentasse di saperne qualcosa di più. Nel suo giardino spesso capitavano viaggiatori che avevano smarrito la strada e lei li invitava, gli offriva da bere e accompagnava la fresca acqua con una fetta delle sue memorabili torte e restava a guardarli soddisfatta per tutto il tempo della loro permanenza. Allora loro ricambiavano facendo piccoli lavoretti o nel giardino o nella casa, incuriositi dal mistero che accompagnava la loro generosa ospite. Molti la spiavano vedendola passeggiare nei pomeriggi assolati con i suoi enormi cappelli di paglia o durante le prime ore della sera avvolta in luminosi scialli di seta verde, gialli, arancio, viola… Il suo passo lento e lieve, sembrava sfiorasse l’erba, e il suo sguardo, sotto le rugose palpebre, era vibrante e leggero come un battito d’ali. La signora Carminia possedeva un potere… con il suo solo sguardo trasformava un brutto ed opprimente pensiero in una nuvola leggera che volava via al primo soffio di vento, o scioglieva un intricato problema così come faceva con i nodi del filato di lana. Gli anziani del paese ne parlavano sommessamente contendendosi i racconti di quanti erano stati rifocillati ed assistiti, mentre i più giovani proteggevano la casa della vecchia signora dai malintenzionati o scriteriati che l’avvicinavano solo per carpire il suo misterioso segreto. Una sera un giovane uomo rientrava dopo un’interminabile giornata di lavoro. Il suo cuore era pesante di dolore, le mani stringevano una povera sacca di cuoio, i vestiti avevano il colore della terra ed il suo passo era pesante e cadenzato come il suono di un tamburo. “La mia vita di certo non vale molto”, rimuginava il giovane, “mai un momento di gioia serena, mai una buona nuova solo lavoro, duro lavoro”, e intanto batteva l’erba con i suoi pesanti passi. Si fermò alla deviazione e, stupefatto, vide venire verso di lui la signora Carminia avvolta in uno dei suoi incredibili scialli dalle frange d’oro. Aveva tra le mani una scatola di legno chiaro chiusa da un laccio di cuoio. “Ho da farti un dono” sembrava dicesse ma dalle sue labbra non usciva alcun suono, protese le braccia e consegnò la scatola al giovane esterrefatto “ogni volta che la tristezza opprimerà il tuo cuore apri la scatola e il suo contenuto svelerà il significato adatto a te”. Il giovane rimase lì, con la sua scatola, a guardare la signora andare via nella notte illuminata dai bagliori del giallo e dell’oro del suo svolazzante scialle, ripensando allo strano messaggio lasciatogli. Riavutosi dallo strano incontro riprese il suo cammino verso casa con passo più veloce e disteso. La moglie lo aspettava, i capelli sciolti le ricadevano sulle tornite spalle, il volto proteso, lo sguardo ansioso, la bocca serrata da mille domande mai chieste, lui l’abbracciò forte a sé e decise che non le avrebbe rivelato subito il dono poc’anzi ricevuto, avrebbe atteso per verificarne il contenuto. Nascose la scatola nella stanza degli attrezzi, dicendosi che l’avrebbe aperta più tardi. A notte fonda scese lentamente dal letto e senza far rumore aprì la porta, scivolò nella stanza che custodiva la scatola donatagli dalla signora. Si accomodò su una panca e con una certa trepidazione mista a curiosità l’aprì d’un sol colpo… Quale la sua sorpresa alla vista di tanti minuscoli rotoli di carta fermati da fili colorati. Il giovane ne scelse uno a caso, richiuse il coperchio della scatola, sfilò il cordoncino, lo srotolò e lesse: “Non c’è sogno al mondo che non possa essere sognato, non c’è sogno al mondo che non possa essere realizzato” … Quali altri bigliettini srotolò? Come usò i messaggi ? Continua tu la storia… _______ Conclusione di Annamaria Calore … mentre leggeva queste parole, sentì il profumo di spuma di mare salire alle narici. Come poteva l’odore della salsedine provenire da un semplice pezzo di carta? Eppure nella sua mente si affacciò la nostalgia degli spazi sconfinati del mare e della libertà che aveva dimenticato. Aspirò profondamente più volte e poi, frastornato ed ancor più incuriosito, aprì anche il secondo rotolino: “non c’è sogno al mondo che non possa essere sognato, non c’è sogno al mondo che non possa essere realizzato” era lo stesso messaggio! Ma ecco sprigionarsi, questa volta, l’odore del vento di primavera ricco di pollini e promesse; percepì, nelle viscere, quanto la sua vitalità voleva imporsi e quanto voleva spendersi. Anche se turbato da quello che provava, riuscì a pensare che fosse solo un errore di trascrizione. Forse la signora aveva sbagliato scrivendo due biglietti uguali! Ma la meraviglia ed il benessere che cominciavano a pervadere il suo cuore e la sua mente, lo portarono a prendere ancora un rotolino. Srotolò anche il terzo ma c’era ancora lo stesso messaggio ed insieme al messaggio, di nuovo, una sensazione di potere infinito: quello di riappropriarsi dei propri desideri e dei propri sogni. Era come avere a portata di mano tutte le opportunità che un essere umano possa avere. Gli sembrò di sentirsi più giovane, con tutti le forze disponibili e con tutta la speranza necessaria per uscire dal grigiore e dalla fatica della vita quotidiana che lo stavano ingabbiando. Prese, allora a srotolarli tutti lentamente, uno ad uno, inebriandosi di quello che, quei pezzetti di carta, sapevano sprigionare. Una nuova energia di vivere e di volere lo stava pervadendo. Regalavano tutti la stessa frase, ma ciascuno portava alla sua mente l’odore del vivere nelle sue varie declinazioni: opportunità da spendere, sogni da realizzare, amore da dare e ricevere. Attraverso l’afrore della pioggia benefica sui campi, il profumo di pagine di libri dove trovare tracce da seguire, del fuoco scoppiettante accanto al quale godere dell’intimità… tutti i profumi, gli odori e gli afrori della vita vissuta appieno ricercando armonia e ben-essere. Ebbro di questa sconvolgente scoperta, arrivò all’ultimo strato dei rotolini di carta. Solo togliendo gli ultimi che coprivano il fondo della scatola si accorse che proprio lì c’era scritto qualcosa, a lettere color carminio: ….. “non importa quanto tu ti senta abbrutito e stanco di quello che sei, puoi comunque sognare e, se puoi sognare qualcosa vuol dire che hai tutte le capacità per realizzare il tuo sogno. Devi solo volerlo veramente e, da subito, mettere il piede nella direzione che senti più giusta”. ________ Conclusione di Sandra Vaudagna Il giovane ripetè mentalmente le parole di quel messaggio, ascoltò il loro suono, le assaporò una ad una. Quanto tempo era passato…aveva dimenticato quelle parole, parole che parlavano di sogni, di desideri, di possibilità. Sentì due lacrime calde e dolci scendere sulle sue guance bruciate dal sole insieme ad un fiume di pensieri, immagini ed emozioni, come una cascata di fiori colorati. Lacrime buone. Sentiva dentro una leggerezza nuova, come se avesse liberato il suo corpo e la sua anima dai fardelli pesanti che appesantivano il suo cammino ma, ancora, non capiva il significato di quel misterioso regalo. Una domanda cominciò a farsi strada nella sua mente, come un eco lontano: Qual’era il mio sogno? Dov’è? La scatola era ancora lì davanti a lui, con i suoi minuscoli rotoli di carta fermati da fili colorati, un piccolo tesoro ora, dove forse poter trovare le risposte alla sua infelicità. Con l’anima colma di una nuova speranza, immerse la mano nella scatola per estrarre un altro biglietto. Qui dentro ci sarà senz’altro la risposta, pensò. Lo estrasse e lo lesse: “Coltiva i fiori del tuo giardino, sono preziosi e unici, e sono tuoi”. Rilesse il messaggio tante volte per trovarne il significato e nel leggerlo vide il volto di sua moglie, il suo sorriso, sentì il suo profumo ed il calore della sua vicinanza. Vide nei suoi occhi un fiume di domande inespresse, di sogni non soddisfatti, di rinunce.È questo il mio giardino? Si chiese. Un velo di tristezza lo avvolse e sentì di nuovo le sue gambe pesanti ed un peso di pietra posarsi sul cuore. Che posso fare ormai? La mia vita è questa. Io non posso più fare nulla per cambiarla. Ormai quello che è stato è passato, ed il futuro è solo fatica e dolore. Nuove lacrime scesero sul suo volto e stava per chiudere per sempre la scatola quando l’immagine della signora Carminia, avvolta nel suo scialle dalle frange d’oro, gli tornò improvvisamente nella mente. Il suo sguardo era dolce ma fermo e sembrava che gli dicesse: non mollare, non mollare ora. Immerse la mano nella scatola e scelse un altro biglietto. Questo è quello che trovò: http://www.youtube.com/watch?v=hda9M47DD_o&feature=related Vide la terra che coltivava ogni giorno e quello che ogni giorno gli insegnava, percepì il valore della sua esperienza, costruita nel tempo e con pazienza. Con gli occhi della mente vide il suo mondo per la prima volta dopo tanto tempo come un dono. Un dono che pensava di conoscere senza aver mai tolto la carta che lo avvolgeva. Tornò a casa da sua moglie a passi veloci e con l’anima come vento. Oggi è un dono. Domani un mistero.|||

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