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Ci vuole abilità: la potenza di una Risorsa

In un antico villaggio del Magreb, un padre, sapendo che sarebbe morto a breve, chiama al suo capezzale i suoi tre figli e comunica loro come il patrimonio andrà suddiviso alla sua morte. Al primogenito dice: “tu riceverai la metà”; al secondogenito “tu riceverai 1/3”; all’ultimo “tu riceverai 1/9”. Il giorno dopo il padre muore e i tre figli scoprono che il padre possiede 17 cammelli. 17 cammelli non sono divisibili per 2, per 3 e nemmeno per 9. Provano a trovare una soluzione. Ma niente da fare, l’unico modo sembra dividere a metà un cammello! Iniziano allora a litigare venendo alle mani e ognuno cerca di prevaricare sull’altro. Capendo che non riescono ad uscire da questo dilemma decidono di chiamare qualcuno che li aiuti. Si rivolgono al più anziano del villaggio, che ascolta la loro storia con pazienza e fiducia. Il saggio ci pensa su e poi comunica ai tre fratelli che sarebbe tornato a breve. Dopo l’attesa di un giorno i tre fratelli vedono con sorpresa l’anziano uomo arrivare da loro con un cammello . Il saggio offre loro il cammello come soluzione e i cammelli diventano 18. Il primogenito prende 9 cammelli, il secondo 6, il terzo 2: per un totale di 17. Il vecchio riprende il suo cammello e se ne va. Questa breve storia, tramandataci dalla tradizione nordafricana, offre interessanti analogie su come un percorso coaching o di self coaching possa far emergere le risorse di una persona. Il coach utilizza l’ascolto attivo ed è imparziale. Utilizza il processo dell’attesa. L’attesa è molto efficace quando ci si appresta a trovare una soluzione, perché ha il vantaggio di porre le persone nella condizione di accogliere qualcosa di nuovo e spesso aiuta a smettere di cercare di controllare. Nella storia citata l’utilizzo della Risorsa permette di raggiungere l’obiettivo in modo ecologico ed è congruente con la situazione nella quale si inserisce. Nessuno dei tre fratelli prevale sull’altro e si raggiunge l’obiettivo così come era stato formulato. La Risorse sono inesauribili, non si consumano mai, ognuno di noi possieda le risorse per raggiungere le proprie mete e per superare delle criticità. Tuttavia a volte non siamo consapevoli di possederle. Allora può essere utile esplorare ed analizzare situazioni in cui siamo stati eccellenti. Una buona domanda può essere: mi è mai capitato di raggiungere un obiettivo o risolvere un problema come questo? Verifichiamo le azioni, le strategie e i Valori che ci hanno supportato e che ci hanno permesso di raggiungere così efficacemente i nostri obiettivi. A quel punto si tratta di trasferire queste abilità da un contesto all’altro, affinché si rispetti l’equilibrio del nostro sistema. Può capitare ad esempio che una persona molto disponibile verso gli altri, sia al contrario sempre critica e giudicante nei propri confronti. La risorsa in questo caso può diventare l’essere più disponibile verso sé stessi. La risorsa esiste; il sistema la riconosce; non si esaurisce; viene semplicemente riconfigurata in un’altra direzione. Può essere talvolta utile, in alcune situazioni, domandarsi: Che cosa posso fare che non ho fatto? E per fare questo che risorse posso mettere in campo? Questo aiuta a prenderci la responsabilità del nostro agire, senza ricondurlo sempre agli altri, diventando registi della nostra vita. Inoltre ci aiuta ad allargare le prospettive. Il vecchio saggio ha allargato la situazione aggiungendo un elemento compatibile e congruente con la situazione. Affinché una Risorsa funzioni e sia ecologica con il nostro modo di essere ,dobbiamo essere pronti a riconoscerla e ad accoglierla. I tre fratelli, dopo essere passati tra le ombre del litigio e dell’incomprensione, avevano capito che da soli non ce l’avrebbero fatta. Solo dopo essersi resi consapevoli di questo, erano pronti ad accettare l’aiuto di un’altra persona. Per dirla come Vasco, anche quando “Sembrava la fine del mondo, ma sono ancora qua, ci vuole abilità”.

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