Chiamale se vuoi emozioni

Guardare un film e sentire che le lacrime scendono sul viso. Accogliere con gioia la telefonata di un amico lontano. Sentire una grande rabbia per un’ingiustizia sul lavoro. Essere in ansia prima di un appuntamento importante. Lucio Battisti diceva “ Chiamale se vuoi emozioni”. Le emozioni sono state alleate fondamentali dei nostri antenati per garantirne la sopravvivenza. La paura dei pericoli e la propensione ad agire attraverso la fuga hanno permesso all’uomo primitivo di salvaguardare la sua specie. Anche se oggi è venuta meno la funzione primaria di sopravvivenza, le emozioni hanno mantenuto un ruolo centrale nel nostro essere. Sono un punto di equilibrio attorno al quale ruotano i nostri pensieri, i nostri valori e la nostra propensione ad agire. Quando le emozioni sono in armonia con i pensieri, l’anima si sente nutrita e amata e le persone sono motivate a raggiungere ciò che è veramente importante per loro. Tuttavia a volte ci si sente dominati dalle emozioni come se si fosse incapaci di gestirle. Paura, ansia, rabbia, tristezza hanno la meglio su di noi. E’ come se si venisse rapiti emozionalmente. David Goleman, autore di molti saggi diventati il punto di riferimento sull’intelligenza emotiva, afferma che per gestire le emozioni è importante riconoscerle nel momento in cui si manifestano. (*) Ascoltare quindi le passioni, riconoscerle, darle un nome permette di portare le emozioni nella vita quotidiana generando un dialogo efficace e costruttivo tra mente razionale e mente emozionale. Essere consapevoli dei propri stati d’animo e gestirli permette di diventare empatici e riconoscere le emozioni anche nelle persone che ci circondano, migliorando le relazioni con gli altri. Ci sono emozioni che vengono considerate “negative” come la rabbia , l’ansia e la tristezza. In realtà non ci sono emozioni negative ma è l’uso che ne facciamo che puo’ avere effetti dannosi. La collera è un’emozione forte, immediata e non lascia indifferenti né chi la prova né chi la osserva. Ha le sue radici nel timore della minaccia fisica. Oggi la minaccia è avvertita quando ci si sente colpiti nell’autostima e nella dignità. In questi casi è facile andare su tutte le furie e se non gestita può degenerare in violenza. Tuttavia la collera ha delle componenti utili. Si pensi alle reazioni corporee: innalzamento dell’adrenalina, aumento della circolazione sanguigna, propensione all’azione. Questi elementi sono grandi generatori di energia e componenti chiave per sostenere le motivazioni che ci alimentano. Se la rabbia viene riconosciuta nel momento in cui si manifesta e la si gestisce, si possono utilizzare le sue componenti energetiche per sostenere i nostri pensieri e i nostri valori. Anche la tristezza spaventa molto. E’ oscura. La si prova a seguito di una perdita. Perdita di una persona cara , perdita della stima in noi stessi, perdita di un oggetto, delusione negli altri. La perdita viene elaborata in 4 fasi: La rabbia, la tristezza vera e propria, Il distacco e la riorganizzazione. Durante queste fasi il nostro corpo si ferma, avviene cioè il contrario di ciò che accade con la rabbia. In che modo allora diventa utile? Quando ci si ferma si ha il tempo di ascoltare il nostro nucleo potenziante e di avvicinarci ai nostri bisogni più profondi. Durante la fase di riorganizzazione si ha quindi una vera e propria esplosione creativa e una fase profondamente innovatrice. Tanto più si è consapevoli di ciò che si prova e di come lo si prova, tanto più possiamo sentirci in armonia con il nostro mondo interiore, accogliere le nostre passioni più profonde, senza voler eliminare i sentimenti più oscuri ma integrarli per crescere. (*) David Goleman, psicologo statunitense, ha scritto numerosi saggi sull’intelligenza emotiva. Il riferimento qui citato è Emotional Intelligence, 1995
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