Take a fresh look at your lifestyle.

Scrivere di sé: sinaugura un nuovo capitolo!

Coaching Time, inaugura un nuovo spazio dedicato all’autobiografia, alla narrazione personale, professionale, nei luoghi di cura e allo storytelling e racconti d’impresa, attraverso testimonianze e interviste con autobiografi ed esperti del settore. Chiunque voglia aderire al progetto e dare la sua testimonianza saremo ben lieti di accoglierla. Coaching Time ospiterà quindi articoli e contributi per valorizzare una forma personale di viaggio alla scoperta di sè. Per Matilde Cesaro, che curerà questo spazio, “Scrivere è un viaggio di scoperta, che non smette mai di stupire. L’intensità e la quantità del materiale che riaffiora agganciandosi a un ricordo, un link della memoria, s-vela interi “pezzi” di vita. Parti di sé che si pensava accantonate, dimenticate, tralasciate. E proprio nel ricordare, nel rievocare c’è la potenza del viaggio. Un’immersione nel passato con slanci nel futuro. Il tempo del ricordo coniuga il passato, il presente ed il futuro, anche in modo non continuo e con salti temporali, con frammenti che arricchiscono di nuovi tasselli la trama personale. In questo andar per ricordi ci sono le prime volte, le iniziazioni, le svolte, gli incontri fatali, figure parentali, maestri, mentori, le scelte, le separazioni, i lutti… Persone, situazioni e cose, che nel loro accadere, hanno contribuito a farci scrivere intere pagine della nostra vita. Nello sfogliarle proviamo sentimenti vari e diversi fra loro, apparentemente inconciliabili. Ma la materia del ricordo può regalare momenti di leggerezza anche nel ripensare situazioni non facili, dolorose, che si vorrebbero rimuovere per sempre. La scrittura ci regala allora momenti di riconciliazione, di riappacificazione, di cambio di sguardo, di prospettiva… E le situazioni sembrano assumere colori meno definiti e definitivi e ci permettono di osservarle in maniera diversa, come non era mai accaduto in precedenza. E in questo andare, in questo muoversi venendo a patti con gli effetti della memoria, sta l’effetto benefico della scrittura di sé. Il raccontarsi diventa quasi una necessità da fare in prima persona e a cui dedicare un tempo costante. Il coaching con la competenza presenza, domande potenti, ascolto attivo e dedicato, ben si presta a essere contenitore non interpretativo di parti del passato che emergono a volte con forza. La capacità del coach sarà allora di individuare col coachee nessi e risorse che gli hanno permesso risolvere situazioni – a tutta prima pesanti e indefinibili – e a portarle con sè nel presente con una maggiore consapevolezza. Il raccontarsi diventa allora una fattiva possibilità di ascolto e di recupero di risorse attive.”

I commenti sono chiusi.