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La freccia rossa: unesperienza di coaching

Nella mia esperienza di coaching partivo da uno stato di grande insoddisfazione personale e professionale, poca volontà e desiderio di entrare in azione, accompagnata da auto sabotaggi continui. Sembrano parole fredde, tecniche, ma fino a pochi mesi fa rappresentavano per me una sorta di limbo in cui “tutto ciò che sei non puoi essere…e in fondo non sai neppure bene chi sei”. Le esperienze personali e aziendali che avevo svolto in questi ultimi anni, mi avevano davvero confuso le idee. Non sapevo più quale fosse la mia direzione. Un giorno, la leggerezza di un mio gesto si contrapponeva alla pesantezza interiore di sempre. Attraverso un social network lancio una domanda alla rete dei miei contatti: “Qualcuno conosce un buon life coach?”. Mi rispondono in tanti. Di lì a pochi giorni, piena di speranza, prenoto la mia prima sessione di coaching. Inizio fin da subito a mettere a fuoco che “è una vita che faccio quello che fa piacere agli altri e non a me e come conseguenza è una vita che non concludo le attività che inizio a causa di un’insufficiente motivazione; è una vita che falliscono i miei rapporti sentimentali e lavorativi a causa dei miei limiti. Avevo la percezione di essere un corpo inserito nell’involucro della vita di qualcun altro”. In sintesi: non sapevo esattamente chi fossi. Fin dalle prime sessioni mi sento subito a mio agio. Non ho avuto l’impressionedi essere studiata nei movimenti e nelle parole, ma soltantoincoraggiata e proiettata in avanti. Più tardi, e sarà una delle mie grandi consapevolezze raggiunte, scoprirò che il “giudizio” verso me stessa è deleterio e grazie alle mie più potenti risorse sono riuscita a trasformarlo in una placida “valutazione”. Ho voluto intraprendere questo ciclo di incontri per riprendere in mano il timone della mia vita. Ho raggiunto risultati superiori alle mie aspettative: comprensione chiarissima di quelli che sono i miei talenti e i miei valori; il coraggio di affrontare i miei ostacoli, i miei limiti auto-imposti, perché sono riuscita a costruire il mio arco e la mia bellissima freccia rossa. Come conseguenza di questa nuova consapevolezza, le nuove “frecce metaforiche” che ho fatto emergere dalle profondità di me stessa, mi hanno regalato il desiderio di raggiungere il mio “stato ideale”: un viaggio affascinante tra presente e futuro. Nel giro di tre mesi mi sono data la possibilità di ricomporre il puzzle della mia vita, usandola tutta, imparando a saper valutare anziché giudicare. Oggi mi sento forte perché piena di consapevolezza ispirata e di significato. So che in qualsiasi momento posso contare sulle mie risorse riscoperte. Oggi vivo “felice-mente” il mio dialogo interno, non ho più paura di sposarmi come prima, di diventare madre, di accettarmi e di farmi del bene così come sono. Ho salutato il mio passato lavorativo per vivere serenamente il mio sogno nel cassetto: diventare una maestra elementare. La consapevolezza mi ha dato forza per l’azione. Ho ripreso gli studi in Lettere che avevo lasciato in sospeso da anni e mi sto impegnando per laurearmi dopo l’estate per seguire un corso di due anni che mi permetterà di lavorare come maestra Steineriana a Roma. Sono pronta. Si, pronta per essere un’ottima mamma e una maestra elementare capace, continuando a coltivare le mie due immense passioni di sempre: il teatro, che mi rende forte e libera, e la fotografia che mi permette di osservare più da vicino il mondo. Continuo il mio allenamento quotidiano pensando che “solo le azioni ripetute verso la direzione che mi sono scelta alimenteranno il mio pensiero positivo”.

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