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Adolescenti

La cosiddetta crisi di originalità è solo una strategia evolutiva C’è chi la chiama età ingrata, chi spietata, secondo manuale l’adolescenza comincia intorno agli undici-dodici anni per concludersi verso i diciotto-venti. Ma sappiamo bene che la sua durata può variare a prescindere dall’età anagrafica. Ci sono in giro ultraquarantenni che non hanno ancora superato la crisi adolescenziale e la sindrome di Peter Pan e diffusa più di quanto si creda. “Non lo riconosco più!”, è forse la frase che sento dire più spesso da genitori disorientati davanti ai cambiamenti repentini dei figli. Ma chi sono non lo sanno neanche loro e molto spesso il contorno familiare e sociale non facilita l’impresa. L’immagine che i ragazzi hanno di sé è sfocata e confusa, si sentono persone diverse a seconda delle circostanze e delle situazioni. In famiglia vengono considerati di solito ancora troppo piccoli, “Copriti”, “Hai mangiato?”, “Con chi vai?”, “A che ora torni?”. Le solite raccomandazioni che provocano solo reazioni di insofferenza. A scuola, al contrario, si pretende che si comportino da adulti e ci si aspetta da loro autonomia, impegno, capacità organizzativa e maturità. I media e la pubblicità rimandano immagini di giovani vincenti, di successo, sicuri di sé, sempre sorridenti, lontani mille miglia dalla loro complicata realtà. E tra tanti modelli, gli adolescenti cominciano a sperimentare, cambiando i comportamenti, il look, il linguaggio. Si stracciano i jeans, naturalmente quelli di marca costati un occhio, i capelli assumono i colori e le fogge più imprevedibili, il gergo diventa incomprensibile, si capiscono solo tra coetanei. Esasperano tutto quello che possono esasperare, ascoltano musica a volume assordante, vogliono tornare la sera tardi, partire con gli amici, non dire dove vanno, cercano di stupire, di trasgredire, di farsi notare, di emergere dalla massa e di attirare l’attenzione. Indossano vari panni per trovare quelli che si adeguano meglio alla loro personalità, ma il loro comportamento e anche un modo per sentirsi diversi dei genitori da cui gradualmente devono potersi distaccare e acquisire l’autonomia. Il periodo estivo può essere l’occasione d’oro per osservarli con gli occhi liberi dai condizionamenti del rendimento scolastico, è l’occasione per ascoltarli davvero, per scoprire quante doti, abilità, capacità mettono in gioco tutti i giorni, nelle relazioni con i compagni, nelle attività sportive o ludiche, nelle iniziative che prendono, ecc. I figli chiedono solo di essere riconosciuti, non domati, non giudicati, riconosciuti per quello che sono ad ogni età, nel rispetto dei piccoli e grandi cambiamenti anche quotidiani. La cosiddetta crisi di originalità è solo una strategia evolutiva. La ricerca della loro vera identità merita tutta l’attenzione degli adulti per aiutarli a scoprire il valore di chi si nasconde dietro la facciata.

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