La consapevolezza dei talenti femminili: la sfida del XXI secolo

Le donne lo sanno che niente è perduto che il cielo è leggero però non è vuoto le donne lo sanno le donne l’han sempre saputo L’inno alla femminilità che canta Ligabue riconosce la gioia ,la consapevolezza, l’intuito, la saggezza delle donne. Tuttavia nella vita professionale di tutti i giorni l’universo femminile non trova sempre le stesse conferme?. Secondo un indicatore di sintesi calcolato da OECD sulla partecipazione e influenza femminile in ambito economico, politico e decisionale calcolato sui Paesi area Europa, l’Italia si colloca all’ultimo posto tra i paesi presi in esame. Il nostro Paese denota una scarsa valorizzazione del ruolo delle donne in ambito decisionale (1). Svezia 0,93, Danimarca 0,89, Olanda 0,87, Germania 0,85, Spagna 0,83, Regno Unito 0,79, Francia 0,78, Italia 0,73. (Indice di partecipazione e influenza femminile compreso tra 0 e 1). Eppure i dati che confortano una piena e sistematica valorizzazione dei talenti femminili nel mondo del lavoro sono sempre più numerosi. Da un’indagine di Cerved Group pubblicata nel maggio 2010 si scopre che se le donne sono presenti nella governance aziendale in rapporto paritario rispetto agli uomini la probabilità di insolvenza decresce di quasi la metà (2). Uno studio condotto nel 2009 alla Pepperdine University ,con dati provenienti da 20 aziende nella lista della Top 500 di Fortune, riporta che le migliori imprese nella promozione delle quote rosa supera le medie di settore su tutti gli indicatori di redditività, in primis profitti più alti del 34% sul totale dei ricavi (3). A questi dati è stimolante aggiungere come l’Italia rappresenti un vero serbatoio di talento femminile: la percentuale di laureate è in crescita e si stima del 68% nel 2015 e del 70% nel 2020, con un trend che non teme confronti con i più evoluti paesi scandinavi e con il colosso statunitense (4). Come si spiega allora la scarsa partecipazione delle donne nei comitati esecutivi delle aziende? A.Wittemberg-Cox , in un suo recente studio , afferma che in realtà non c’è nessun “soffitto di cristallo”. Questa metafora è stata utilizzata per molto tempo per identificare quel fenomeno mediante il quale le donne fanno carriera ma ad un certo punto vengono bloccate, proprio come se sopra loro incombesse un muro invalicabile. Per la Cox la verità è molto più preoccupante e il problema è endemico: è come se i muri e le pareti delle aziende fossero impregnate di amianto. Lo definisce “amianto di genere”: in tutte le imprese il numero di donne diminuisce rispetto ai colleghi uomini in funzione del livello gerarchico (5). Su quali talenti le donne possono contare? La letteratura di genere illustra la cultura femminile come collaborativa, orientata al gruppo. Le donne condividendo la conoscenza, offrono un potente antidoto contro le tendenze competitive e tendenti alla divisione che hanno caratterizzato le imprese fino a questi anni. Stefano Zamagni (6) propone due metafore per illustrare il valore delle donne. Il mito di Ulisse e quello di Orfeo. Ulisse , pur desiderando ascoltare il canto delle Sirene, utilizza il mezzo migliore per raggiungere il suo fine , limitando la libertà sua e dei suoi uomini. Ha una razionalità strumentale. Orfeo invece, di fronte alla stessa sfida, agisce in modo completamente diverso. Orfeo inizia a suonare e accade che la sua armonia , unendosi al canto delle Sirene, ne annulla l’effetto malefico. Orfeo utilizza il principio di reciprocità creando Armonia. In che modo le donne possono valorizzare i propri talenti? Prendendone innanzitutto consapevolezza, ad esempio con il coaching. Uno degli assunti fondamentali di questo approccio è dare valore all’unicità delle persone e credere nella diversità. Attraverso un percorso di coaching la donna può esplorare la propria essenza, riconoscere il proprio stile di management. Ha la possibilità di individuare una propria visione futura e mettere in atto la sua esperienza e le sue risorse per arrivare a quella meta. Il coaching per l’azienda serve a creare consapevolezza sull’argomento dell’equità di genere e a riconoscere il valore della diversità come grande opportunità per la vita delle persone che ci lavorano. “Qualcuno mi dà del femminista… Ma dobbiamo davvero spenderci di più per promuovere i valori umani di base — la compassione umana, gli affetti umani. E in questo senso, le donne hanno dimostrato di avere maggiore rispetto e cura per il dolore e la sofferenza del prossimo. […] Il mondo sarà salvato dalla donna occidentale.”( Dalai Lama -Vancouver Peace Summit 2009 ). Fonti: (1) Indice di partecipazione e influenza femminile compreso tra 0 e 1 : fonte Organisation for Economic. Co-operation and development OECD. (2) Cerved Group “Le donne al vertice delle imprese”. (3) Adler, Colin “Profit, Thy name is …. Woman?” Miller-McCune.com marzo 2009. (4) OCSE (2008) – “The reversal of Gender Inequalitiesin Higher education,…, vol 1 Demography. (5) A.Wittenberg-Cox “ Womenomics in azienda” – Gruppo24Ore – 2011. (6) Stefano Zamagni – Prof di Economia Politica all’Università di Bologna.
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