Biancaneve non abita più qui

Breve racconto scritto da Amelia Elvetico La scrittura in abbinamento al coaching può diventare un potente dispositivo di autonalisi alla ricerca di risorse sommerse. Utile anche in aule più numerose in cui si voglia generare una risposta che entri nell’inconscio collettivo e che sia essa stessa trasformativa. “Biancaneve non abita più qui” è un’esercitazione in cui compaiono personaggi memorabili di fiabe anche moderne. L’obiettivo è immaginare un incontro casuale con la protagonista prescelta. Qualcosa però è cambiato. Le protagoniste non sono più quelle che popolavano le fiabe, ma sono donne in carne ed ossa, donne che sono cresciute e conducono una vita normale. L’incontro è occasione per percepire cambiamenti, per carpire i segreti di questa trasformazione e individuare elementi chiave che l’hanno permessa. Un giorno per caso incontro Biancaneve (o Cenerentola, o Cappuccetto rosso, o Gretel, o la Sirenetta, O Maga Magò, o la strega di Biancaneve, o la matrigna di Cenerentola, o le sorellastre, o Belle della bella e la bestia, o Poca Hontas, o Neytiri in Avatar) e non sono più quelle che ricordavo ma donne di oggi, con i loro impegni, le loro storie, relazioni, affanni. Cosa le rende diverse? In cosa consiste il loro cambiamento? Partendo dalle loro storie individuare le risorse che hanno permesso questa trasformazione. Di seguito un breve racconto scritto da Amelia Elvetico partecipante ad un corso di orientamento. Biancaneve: ovvero il personaggio che ho sempre odiato. La prima gatta morta che una bambina incontra nella vita. Era così entusiasta del suo principe, ma non sapeva a cosa andava davvero incontro. Dopo pochi anni di matrimonio, il caro principe le iniziò a far pesare di averla risvegliata dal suo sonno. Dannata mela! Così Biancaneve cominciò a rimpiangere la sua vita da single nel bosco con quei sette ammiratori che, è vero, erano bruttini e le toccava cucinare e rassettare, ma almeno la ringraziavano in continuazione per tutto quello che faceva. Poi le dicevano che era bella e brava. E questo per lei, gatta morta ed insicura, era fondamentale! Passata la gloria di quegli anni, ahimè, si ritrovava con qualche ruga in più e un bel po’ di cellulite sui fianchi dopo due gravidanze. Così non solo il principe, ma anche lo specchio magico non le diceva più che era lei la più bella del reame. Quante lacrime, che senso di insoddisfazione e incompiutezza che provava! Povera Biancaneve! Non le mancava nulla di materiale a palazzo… viaggi, gioielli e percorsi alla SPA. Non doveva muovere neanche un dito, né per i figli né per le faccende, ma senza più nessuno ad esaltarla si sentiva vuota ed inutile. Dopo indugi e litigate, però, Biancaneve ha preso una decisione. Ha lasciato il regno. Ha mandato i figli in un collegio in Svizzera e ha ripreso gli studi. Si è laureata per inseguire il suo sogno. Ha trovato un lavoro e, lasciato il marito, ha finalmente ritrovato chi le dice che è lei la più bella del reame. Si, è lei stessa che lo dice, riflessa nello specchio. Adesso. Per sempre! Ho rivalutato questa donna. Non è più la gatta morta che si sottrae agli sguardi del principe per incoraggiarlo ad adularla. E’ una Donna, con la d maiuscola. Volitiva e cosciente di sé. Risolutiva. Brava Biancaneve!
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