Il tuffo

Il colpo vincente è quello che si cerca, nell’affannoso tentativo di realizzare quello che si ha dentro C’è qualche cosa di magico, o di dannatamente eccitante, nell’attimo tutto compreso e raccolto che separa l’attesa dall’azione. Un attimo, poco più di un istante, ultimo anello della catena di decisioni a cui si arriva, a volte per caso, altre con lucida determinazione. E in quell’attimo, rannicchiato sulla base del trampolino ad arrotolare gli alluci, intorno al bordo rugoso, a flettere le gambe, oscillando il busto in avanti, ma solo leggermente, giusto per calibrare e mantenere l’equilibrio saldo, che si gioca il colpo vincente che sconvolge tutto il gioco. La decisione, il tuffo, decidere di fare proprio quello per cui si è là. Il capo, ora incassato tra le spalle, ora dritto eteso come un proiettile sparato al poligono, rimane là, come appeso a quel grumo di gambe e braccia completamente raccolte e tese per il salto iniziale. I pensieri si rincorrono, frame ordinati e veloci a dare confortoalla maschera del volto concentrato sullo specchio di acqua che pare, con il suo silenzioso movimento lento, richiamarti seducente come le sirene di Ulisse. Il colpo vincente è quello che si cerca, nell’affannoso tentativo di realizzare quello che si ha dentro, i propri sogni, l’ammissione all’università, un nuovo lavoro, una relazione da iniziare, concludere o qualsiasi cosa che indichi una svolta. Per quest’ attimo, sospeso tra il dire e il fare, bisogna avere motivazione per conquistarsi il diritto di restare là sopra . Serve capire, perché si è là e perché si sta facendo proprio quello che si sta facendo. Bisogna comprenderlo bene, perché è’ l’unico modo per mettere a segno il colpo, darsi la spinta e con elegante maestria, infilarsi esattamente nel punto che i palmi delle mani apriranno come pagine di un libro letto mille volte e ti sdoganeranno alla nuova realtà. Il fatto è che la motivazione, ancor quando tu la cerchi e la coltivi e la tieni stretta, per un verso o per l’altro, svanisce presto, come l’adrenalina, una volta esaurita la sua forza dirompente, scompare e ti lascia il duro lavoro. Si, perché di questo si tratta. Sei là, di fronte alla tua circostanza, perché lo vuoi, perché sai che è la tua passione e in quel momento cerchi un appiglio, anche solo una piccola strategia che sia efficace e che contrasti le paure, i dubbi, le incertezze. E non puoi certo attendere che le condizioni siano perfette per lasciarti andare e fare il salto, devi assumertene il rischio e le conseguenze, così come non puoi aspettare che siano gli altri a spronarti all’azione: la motivazione non dipende dall’ esterno o dal tempo o dall’umore di chi ci sta intorno o peggio ancora dalla casualità. No, la motivazione, quella che ti serve per agire e per muoverti verso quello che desideri, per farti saltare da quel trampolino dipende da una tua scelta consapevole. Devi capire che cosa ami veramente e se stai facendo quello che ami e devi avere chiarezza d’intenti per comprendere quello che desideri e che ti brucia dentro e per muoverti verso il tuo colpo vincente o per avere un appiglio a cui aggrapparti quando penserai di non farcela più. Essere capaci di mettere a segno il tuffo acrobatico alle prossime Olimpiadi o più semplicemente nella gara tra scapoli e ammogliati, richiede impegno quotidiano e preparazione affinché tutti i piccoli passi ottenuti con l’allenamento si comprimano e attendano di raggiungere il massimo per esplodere nel momento giusto sotto forma di colpo vincente. Questioni di attimi, di frazioni di secondo, ma se sei arrivato lassù in cima, se ti sei preparato, hai messo la cuffia e drizzato gli occhialetti, indossato il costume più performante o quello della bancarella e ti sei preparato, allenato, sei caduto e ti sei rialzato non una ma cento e mille volte e poi ci hai creduto davvero e per davvero lo vuoi, allora il perché sarà chiarissimo e il come lo avrai nelle mani. Ti servirà soltanto il colpo secco della tavoletta sul bordo della piscina per darti il via e spiccare il volo per giungere ad una conclusione nuova. E’ la sfida, ragazzi, tutto qui.
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