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Il mare che ride

Prima classificata, sezione Narrativa senior – Sezione Gialli/Polizieschi/Horror- Concorso letterario Io Racconto Ivan si è accorto che il mare ride. Lo ha detto in giro, agli amici di scuola, a sua madre che invece ha sempre riso poco. Ivan ha quindici anni e ama passeggiare. Niente gli riuscirebbe meglio, è un modo per concentrare le idee, e quando ha tempo esce a camminare per le vie del paese e lungo la spiaggia dove la sabbia affonda i piedi e camminare diventa difficile. Ogni tanto si deve fermare e tirare il fiato. Si ferma lì, sullo scoglio più alto e guarda giù, dentro le onde che ad aprile sono di colore scuro e il cielo ci si infila dentro diventando un tutt’uno. Si è accorto in quel modo che il mare ride. Ha avuto sempre grande fantasia, ma questa gli sembra davvero grossa, non vuole crederci nemmeno lui, ma giurerebbe a se stesso che un sorriso aperto e sincero lo ha guardato dal fondo del mare, sotto gli scogli; è stato come un balenìo nell’ora di mezzogiorno quando l’aria è più chiara e la luce scende giù, sotto alla profondità. E’ salita una immagine che non ha potuto afferrare, due labbra piccole e sottili aperte in un sorriso che da quel momento non gli danno più pace. Ha chiesto a Piero, il suo migliore amico, di andare con lui fino alla scoglio, < Vieni a vedere >, dice, ma Piero prima lo guarda, poi gli risponde < Che secondo te non c’ho niente di meglio da fare che venire a vedere il mare che ride? Sta’ zitto e non dirlo a nessuno che ti prendono per matto! >, la sua faccia è scura. Ivan alza le spalle e torna là, sopra lo scoglio. Corre veloce la primavera. Lo chiede altre volte a Piero che alla fine si arrabbia sul serio: < Se vai a dirlo ancora in giro, ti rompo la faccia >. Ha fatto una smorfia minacciosa che a Ivan non è piaciuta. A inizi maggio sul litorale le ruspe scavano il fondo del mare per ripulirlo dai monti di alghe e proteggere la sabbia dalle mareggiate; preparare la spiaggia per la stagione estiva. Ivan è sempre lì e crede che prima o poi qualcuno si accorgerà come lui che il mare ride. L’aria diviene calda e in una mattina limpida di sole, la folla si è radunata intorno allo scoglio. Corre Ivan felice che anche altri vedano quello che lui va dicendo in giro da tempo. I gabbiani sono agitati, non riescono a fermarsi sullo scoglio, c’è troppa gente a disturbarli. Qualcuno grida. Eccolo il sorriso del mare, sul viso di una bimba. < State indietro! >, intima un carabiniere. C’è anche Piero che si muove nervoso e non si vuole avvicinare. Una donna dice: < Avrà corso dietro al suo pallone ed è finita in acqua >. < Eccola la mia Lisa >, piange un’altra < Ha sempre il suo sorriso... > .

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