Da Coach ad educatrice 0-3anni

Un viaggio consapevole ed evolutivo alla ricerca della realizzazione professionale Il Coaching richiama l’antica arte della Maieutica, si basa sull’idea che l’uomo possieda a priori conoscenze e talenti e che possiamo solo agevolarne la manifestazione. Tutto questo risuonava in me e mi rimandava ad una Visione (l’immagine di un viaggio intrapreso senza consapevolezza della meta), forse antica e da sempre presente nel mio cuore: quale è il Viaggio dell’uomo? Cosa ne permette il compimento? Cosa l’ostacola e lo devia? Avevo proceduto con le mie esperienze nel mondo seguendo un percorso fatto di occasioni, intuizioni, messaggi in bottiglia raccolti in mare aperto: attività di vendita, gestione di agenzie assicurative, formazione ma anche pittura, astrologia, yoga, sufismo … Da ogni attività nascevano nuovi inviti per altri viaggi e un giorno di qualche anno fa colsi la parola Coaching in una conversazione tra amici. Dunque eccomi a praticare il Coaching (dopo due master con Giovanna Giuffredi) osservo, ascolto, aspetto, con le domande incoraggio, sollecito, sfido, fin quando nell’altro non prende forma e forza la sua Visione e inizia il suo viaggio verso la realizzazione. Mi confronto con le convinzioni limitanti (prima di tutte le mie!), le convenzioni culturali invisibili e potenti e comincio a risalire la corrente per trovare la forza primitiva necessaria alle grandi trasformazioni. Quando mio figlio comincia a frequentare la scuola elementare tradizionale, dopo gli anni Montessoriani alla scuola dell’infanzia, incontro e mi scontro con l’educazione o meglio gli insegnamenti che riceviamo da bambini. Avevo scelto una scuola Montessori più per intuito che per conoscenza del metodo, un metodo che crede nelle innate capacità della specie umana di adattarsi all’ambiente sviluppandosi nella direzione più conveniente alla vita. Maria Montessori, attraverso le sue osservazioni, aveva intuito la grande plasticità del cervello umano soprattutto alla nascita (oggi è confermato dalle neuroscienze ) che è uno dei vantaggi della nostra specie rispetto alle altre. Intanto, con il Coaching intraprendo dei percorsi per genitori più consapevoli, essendo io stessa un genitore che ha scoperto l’importanza del possedere una bussola per orientarci quando in mare c’è tempesta (la bussola per me è stata trovare coerenza tra i miei obbiettivi e i miei valori) Poi partecipo all’Università di Pavia ad un convegno sui bambini gifted, bambini con il privilegio di un QI particolarmente alto ma che spesso pagano il prezzo di uno sviluppo asincrono tra il piano cognitivo ed emotivo, soprattutto nella scuola tradizionale, più tardi scoprirò che il metodo Montessori è considerato il più indicato a sostenere nella crescita questi ragazzi. Qualcosa ha cominciato a prendere forma, un piccolo centro intorno al quale si raccolgono le cose assimilate negli anni nei vari mondi: colgo l’occasione di frequentare il corso per educatrice Montessori 0-3 anni condotto da Prisca Melucco, mi piace imparare dai migliori. Eccomi alle mie prime esperienze in una Scuola Montessori: osservo, ascolto, aspetto, incoraggio e sposto limiti, offrendo opportunità di esplorazione che si ampliano al crescere spontaneo delle competenze del bambino. Sono alla chiusura del cerchio iniziato anni fa ma come si credeva nell’astrologia antica, un cerchio che si chiude dà il via al successivo, in un’immaginaria spirale che conduce al Centro.
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