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Costruire il proprio futuro professionale Dal curriculum al lavoro

La notizia che il Corriere della Sera del 8 Gennaio u.s. ha evidenziato in particolare risalto con il titolo: “Senza lavoro il 29% dei giovani, mai così dal 2004”, mi ha portato a fare alcune considerazioni sull’argomento. La mia attività in Azienda mi porta ad occuparmi di Recruiting nell’ambito dello sviluppo delle Forze di Vendita nel Settore Assicurativo. Mi trovo quindi molto spesso in lungo e in largo per il territorio nazionale a fare la conoscenza di venditori esperti (Agenti / Subagenti) e venditori neofiti (che si avviano alla professione). Mi soffermo sulla categoria dei venditori neofiti, quelli per intenderci con pochissima esperienza lavorativa alle spalle oppure in cerca di prima occupazione. Sono centinaia i CV che mi trovo a leggere e parto proprio da qua nel dare una qualche indicazione che possa essere utile al lettore interessato. Molti candidati scivolano per così dire sulle cose più semplici, come l’ortografia. Per esperienza diretta sul campo, ho potuto osservare che i giovani molto spesso, abituati all’informalità dei social network, dagli sms e dalle email dimenticano le regole della grammatica incappando in veri e propri errori che danneggiano la propria comunicazione rivolta all’Azienda. Questi errori, accompagnati da errori di battitura del testo, dall’utilizzo di termini inglesi a volte non corretti e ripetutamente sbagliati (buget invece di budget è un classico) rilevano agli occhi dell’esaminatore una scarsa attenzione del candidato e una sottovalutazione di fondo sull’importanza del CV sia esso cartaceo o trasmesso via email. Non viene più distinto il confine tra l’informalità del linguaggio tra giovani e l’approccio formale quando si è alla ricerca di un lavoro. Un capitolo a parte poi va dedicato al modello / schema utilizzato per la compilazione del CV. Infatti molti utilizzano la traccia del formato europeo (che va bene) risultando forse un po’ impersonale, ecco allora l’importanza di utilizzare anche la cosiddetta lettera di presentazione, ovvero una accompagnatoria dove emerge l’impostazione e la personalizzazione che il candidato vuole attribuire al proprio CV. In altri casi i candidati sono estremamente sintetici e forniscono notizie che suscitano poca curiosità e/o interesse da parte dell’esaminatore, oppure lunghi scritti narrativi con descrizione fin troppo dettagliata sul percorso di studi con cura quasi maniacale nel descrivere esami e votazioni sostenuti all’Università. Quale vuole essere quindi a tal proposito un suggerimento ? Fondamentalmente la ricerca di essere “creativi” nel fornire l’immagine di sé all’Azienda alla quale ci si rivolge. Va bene seguire delle tracce che possono essere d’aiuto ma in questo caso potrebbe far riflettere una frase guida del tipo : “Dentro le regole e fuori dagli schemi”, proprio per suscitare interesse, curiosità in chi è deputato ad esaminare il Curriculum Vitae. Soprattutto l’utilizzo del web da parte di chi cerca lavoro, porta ad un altro errore che può penalizzare il candidato. Esistono vari portali che le Aziende e i candidati utilizzano per l’incrocio di domanda e offerta lavoro, e spesso chi è alla ricerca di occupazione e/o al cambiare Azienda e/o tipologia di lavoro, non legge con dovuta attenzione il testo oggetto della ricerca e il profilo che l’Azienda sta cercando. Questo porta il candidato con un semplice “clic – invia” a spedire ad un universo quasi indistinto il proprio CV ottenendo di fatto la certezza che in molti casi verrà cestinato. Un suggerimento anche in questo caso è avere meno fretta, prestare la giusta attenzione nella fase di lettura e capire se il proprio profilo rispecchia quanto l’Azienda ricerca. Al di là poi delle motivazioni di ognuno nella ricerca di lavoro, altro argomento che merita attenzione è la preparazione che ci dovrebbe essere al colloquio di selezione in caso di chiamata da parte dell’Azienda. Una domanda che bisognerebbe farsi è : “Sto cercando un lavoro o un “posto” di lavoro ? (Inteso come luogo fisico in cui lavorare). Questo perchè in fase di colloquio emerge quanto sia importante per l’Azienda la valutazione delle effettive caratteristiche del candidato e la sua “voglia di fare” mettendosi in gioco. La preparazione del colloquio è la base per una buona riuscita dello stesso, accompagnando il tutto con una buona dose di sincerità e naturalezza. Mai quindi “vendersi” per ciò che non si è o peggio ancora per un ruolo nel quale ci si identifica poco. Altri elementi potrebbero essere presi in considerazione su quest’argomento ma a questo punto credo interessante l’introdurre quelli che possono essere gli aiuti forniti dal Coaching. Un buon percorso di Coaching può consentire al candidato di scoprire / ri-scoprire la consapevolezza dei propri punti di forza, dei propri valori che emergeranno sicuramente nel corso del colloquio di selezione ma che, se preparati prima, potranno essere evidenziati con maggior chiarezza e incisività. Ecco che alcune domande mirate potranno essere d’aiuto al candidato in questa fase. Per esempio : – Che tipo di lavoro sto realmente cercando ? – Quale è la situazione desiderata che vorrei trovare nell’attività lavorativa ? – Come penso di suscitare curiosità / interesse intorno alla mia candidatura ? – Quali sono i miei punti di forza ? – Quali sono le mie aree di miglioramento ? – Perché questa Azienda dovrebbe assumere proprio me ? – Quanto sono disposto ad investire per riuscire nel ruolo proposto ? – Eccc….. In effetti a che cosa porta un percorso di Coaching ? A ricevere un aiuto, un sostegno da parte di un Coach Professionista nel raggiungimento dei propri obiettivi. Ecco allora quanto importante e determinante può diventare l’approccio al mondo magico del Coaching anche per trovare lavoro. Provare per credere.

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