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“Spuntini” da una Conferenza che nutre l’essere

Il coaching è esplorazione e le conferenze sono il momento di esplorazione In occasione della XII Conferenza nazionale di ICF Italia, tenutasi a Milano il 9 e 10 aprile, abbiamo raccolto da alcuni partecipanti le aspettative, gli aspetti più apprezzabili e, come dicono i coach, che cosa si sono portati a casa. E’ sempre bello incontrare altri coach e avere la consapevolezza di far parte di un’associazione con obiettivi comuni. Mi ha colpito l’Assessore Maran che si è trovato ad affrontare problematiche utilizzando proprio le competenze del coaching come l’empatia.(V. D’Arcangelo) La mia aspettativa è aggiornarmi vedere dove sta andando ICF. La parola che mi è piaciuta di più degli altri di oggi è sostenibilità, legate al sapiente uso delle competenze che creano più velocemente quel processo che fa cambiare e ottenere un risultato in maniera evidente(F. Sanvito). Sono venuta alla Conferenza per formarmi, crescere e accrescere le mie conoscenze. E dall’altra conoscere quali sono i modelli degli altri coach, come si comportano gli altri nelle attività. Avrei voluto delle condivisioni di casi, esperienze di colleghi. Ogni caso è a se, non esiste una sessione di coaching uguale all’altra. Mi sarebbe piaciuto condividere dei punti e aspetti comuni dei vari interventi. Ho apprezzato l’intervento di Simona Scarpaleggia di Ikea, la modalità coaching che ha nel portare avanti il progetto di partnership con la cooperativa sociale di donne indiane nella zona nord dell’India, nell’ascolto, nella comunicazione e nella collaborazione.(G. S. Caramagno) Mi hanno colpito le parole del Prof. De Toni: l’innovazione si basa sul coraggio di disobbedire e le resistenze al cambiamento nascono perché si incrina il potere di chi ce l’ha. Bisogna cogliere i segnali deboli, prima che arrivi un’onda che travolge tutto. Mi ha fatto sorridere quando ha detto che si circonda solo di leader che “hanno avuto un’infanzia felice”, che hanno una buona base di competenza tecniche, ma soprattutto relazionali.(P. Salsi) E i relatori che non sono Coach, come possono arricchire i Coach? Mi fa piacere sentire che il coaching si apre all’esterno, avere un’idea ancora più articolata dei campi di applicazione del coaching e di come può declinarsi nei diversi campi. Mi piace moltissimo l’idea di una conferenza innovativa, che si espande su diversi campi(F. Bertaccini). Il coaching è esplorazione e le conferenze sono il momento di esplorazione, trovo che esplorare dimensioni sempre differente sia proprio nella natura del coaching. I relatori non sono Coach, offrono frammenti ad esempio di leadership, responsabilità, consapevolezza, tutti temi che poi sta a noi mettere insieme.(M. Rossi) Il nostro essere ha senso nel momento in cui si integra con il mondo e quindi credo che sia necessario fare questo passo. Mi auguro apertura di nuovi mondi, la possibilità di esplorare e approfondire la possibilità di dialogo con il mondo perché credo ci siano grandi opportunità di costruire, pensare, sistemi complessi da affrontare(B. Sanischia) Abbiamo incontrato anche alcune relatrici. Costanza Locatelli, socia fondatrice eRosanna Castelnovo, Presidente dell’Associazione Rete Montessori: Come insegnate ai genitori a lasciare andare il controllo sui figli? E’ importantissimo spiegare ai genitori il metodo. I bambini sono al centro del nostro intervento, l’errore è un amico ad esempio, e va accolto. E ogni aiuto inutile che si offre a un bambino, è un ostacolo alla sua crescita. Non sempre anche se si accede ad una scuola Montessori sono noti gli aspetti di rilevanza, di comportamento utili a raggiungere capacità e competenza. È un sapere che si acquisisce con un processo, e il processo è dato dai comportamenti. Quando i ragazzi tornano a casa, cosa vi aspettate dai genitori? Si tratta di attivare dei ponti che rimangano vivi, fertili anche nella vita di tutti i giorni e nelle pratiche scolastiche. Bisogna curare il rapporto con i genitori e bisogna che i genitori sappiamo costruire la fiducia nei confronti della scuola. Come vivono il cambiamento i vostri alunni dalla suola media al liceo? Tutto dipende dagli attrezzi acquisiti. Se i nostri ragazzi hanno sufficienti attrezzi, ogni passaggio é fondamentale e agevole. Simona Scarpaleggia, CEO Ikea Switzerland. Ikea ha promosso un progetto sostenibile di artigianato sociale nel nord dell’India, le donne coinvolte hanno acquisito consapevolezza e sono riuscite anche a valorizzare la loro figura. Com’è cambiata la loro vita come donne mogli e mamme? Hanno maggiore consapevolezza di sé, sicure e più serene perché hanno conquistato una fiducia in se stesse che prima non avevano. Dal punto di vista della famiglia c’è molta armonia. Noi abbiamo cominciato il lavoro dai mariti, dalle suocere perché spesso esperimenti di questo genere senza l’intervento di tutta la famiglia hanno generato molti conflitti, perché se non c’è l’accettazione, i mariti impediscono alle mogli di partecipare anche con la violenza. Uno degli elementi pregnanti è l’educazione dei figli. Tutte le donne hanno utilizzato i soldi guadagnati per l’educazione dei figli e i mariti sono molto orgogliosi e si genera benessere generale all’interno della famiglia. Questo è un progetto che ha una durata limitata o verrà riproposto? Proprio pochi mesi fa, abbiamo trasformato questa attività da progetto a programma quindi non lo dobbiamo più limitare nel tempo ma è un programma che dura nel lungo periodo. Noi ci siamo posti un obiettivo di misurazione e vorremmo che queste aziende fossero indipendenti nell’arco di sei anni, anche se continuiamo a collaborare con loro. È solo per dare loro un obiettivo. Quindi è un modo per rendere queste famiglie autonome economicamente nella loro zona? Assolutamente, loro già adesso generano profitto, da questo punto di vista sono autonomi, ma adesso hanno un cliente solo, noi di Ikea. (Nella foto, il Comitato Direttivo 2015 di ICF Italia. Nell’ordine da sinistra: Paolo Marinovich, Claudia Crescenzi, Giovanna Giuffredi, Andrea Falleri, Monica Dongili, Brunella Di Silvestro, Ingrid Hollweck, Adriano Pettenon. Assente nella foto solo Stefano Falletti)

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