Mindfulness: quali risorse per il coach ?

La Mindfulness può essere una risorsa per il coach e di conseguenza un beneficio per il cochee? Ma cos’è la Mindfulness? È essenzialmente un prezioso processo esperienziale, generoso in risultati per un praticante costante. Una sorta di investimento su di sé che può produrre fecondi cambiamenti nella vita personale e di relazione. Si tratta di una pratica finalizzata alla consapevolezza. Messa a punto da Jon Kabat-Zinn – medico statunitense, fondatore della Clinica per la riduzione dello stress dell’Università del Massachusset – trae origine dalla pratica della meditazione vipassana della tradizione buddista Theravada. È una forma strutturata di attività mentale che addestra la mente ad essere consapevole della consapevolezza stessa. La pratica meditativa di Mindfulness richiede l’intenzione di prestare attenzione al momento presente, con una sintonizzazione interna ed esterna non giudicante e non reattiva. Si sviluppa attraverso una modalità di presenza aperta al contatto con ciò che sorge con attitudine amorevole. Si tratta di essere presenti al pensiero senza mettere nulla tra me ed il pensiero, di stare nel” qui e ora” con la disponibilità a portare e riportare momento per momento l’attenzione all’oggetto di osservazione che di volta in volta possono essere le sensazioni fisiche prodotte dal processo di respirazione, le emozioni, i pensieri, i suoni. Meditando si osservano ed ascoltano le sensazioni del nostro corpo fermo o in movimento e nel caso sorgesse, la percezione del dolore fisico imparando a sentirlo riconoscendone l’ impermanenza e le connessioni mente/corpo. Può essere uno strumento efficace per prendersi cura del corpo e della mente, per sviluppare life skills, per ridurre lo stress, la depressione, il rapporto con il cibo, con la malattia. La pratica della Mindfulness richiede tuttavia di essere deliberatamente presenti con energia e dedizione. I suoi principali fondamenti si ritrovano nella pazienza (saper attendere il tempo giusto perché le cose avvengano) nel non giudizio (assumere l’atteggiamento di testimoni imparziali nei confronti dell’esperienza osservata), nella “mente del principiante”(una mente disposta a incontrare ogni cosa come se fosse la prima volta) nella fiducia (in sé stessi, nella propria esperienza e nelle proprie sensazioni) nel non cercare risultati concentrando l’attenzione al contatto con ciò che sorge momento per momento, nell’accettazione (prendere ogni momento così come sorge, vivendolo nella sua pienezza mettendo da parte la tendenza della mente a lasciar andare aspetti dell’esperienza e a respingerne altri). La pratica di Mindfulness espandendosi gradualmente dai momenti di meditazione strutturata ad altri momenti della quotidianità può arrivare ad investire la totalità della vita, liberando dagli automatismi e producendo un maggior equilibrio interiore e una buona capacità di essere ” presenti” nelle diverse attività della giornata. Si può arrivare a migliorare la conoscenza ed il rapporto col proprio corpo e a vivere le relazioni in modo sereno e costruttivo gestendo emozioni e relazioni difficili ed i pensieri ricorrenti tipici della mente ruminante per sviluppare un ascolto dell’altro focalizzato, presente, empatico. Numerose ricerche nel campo delle neuro scienze hanno dimostrato che la plasticità dei neuroni può essere implementata da tale pratica. Da alcuni anni se ne parla molto anche in Europa. Times ha dedicato alla Mindfulness un intero numero e la prestigiosa rivista Science ha riportato lo scorso anno i più recenti risultati ottenuti dalle ricerche condotte con la Neuroimagine. Esse dimostrano come l’esercizio costante delle pratiche proposte dal Protocollo MBSR – Mindfulness Based Stress Reduction abbiano effetto sulla plasticità dei neuroni. Alcuni dei risultati ottenuti da chi pratica la Mindfulness potrebbero essere dunque una risorsa personale anche per il coach. Tra le 11 competenze chiave del coaching ritroviamo in particolare la ” presenza” che si fonda sull’abilità di essere completamente consapevole e di creare una relazione positiva e fondata sulla fiducia reciproca, “l’ascolto attivo” e focalizzato sul cliente, privo di giudizio al fine di sostenere nel cliente la libera espressione di sé e per facilitare nel cochee apprendimento e risultati, ed inoltre la capacità di “creare consapevolezza” aiutando i clienti a riscoprire pensieri, emozioni, percezioni, convinzioni che rafforzano in loro la capacità di agire e ottenere risultati. BIBLIOGRAFIA Kabat-Zinn,J., Vivere momento per momento, Ed.TEA, Padova, 2014. Siegel,D,J., Mindfulness e cervello, Ed. Raffaello Cortina, Varese, 2009. Photo: Piergemmo
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