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Intervista a Titti DAvanzo Sapori di vita

A volte basta un pizzico di sale in più o in meno per cambiare il sapore, per esaltare o attenuare una sfumatura di profumo, per rievocare momenti ed esperienze multisensoriali significativi da combinare in forme sempre nuove. Così la nostra vita: alla ricerca della “personale ricetta da creare”. Quali migliori ingredienti vogliamo assaporare? Titti, “Gli sfizi di Roberto” è una raccolta di ricette che hai realizzato con tua sorella Gabriella in memoria di vostro fratello Roberto. Cosa ti ha spinto a realizzare questo lavoro? Questo lavoro è una raccolta degli appunti che mio fratello scrisse negli ultimi mesi di malattia. Roberto era una persona estremamente attiva, pieno di interessi, sempre pronto a lanciarsi in qualche nuovo progetto. Aveva la capacità di attrarre le persone; con lui si parlava benissimo di tutto, sapeva rendere interessanti anche le cose banali, era un “incantatore”. Io e mia sorella volevamo che, leggendo le sue ricette, si potesse risentirne ancora la voce che suggeriva come lardellare l’arrosto o condire l’insalata in quel suo modo speciale, per cui sembrava che stesse rivelandoci chissà quale segreto. L’amore e la passione per la cucina sono state per me potenti leve motivazionali che mi hanno proiettata sull’azione. Da dove è nata l’ispirazione? Quando si “perde” una persona cara, c’è un periodo in cui si continua a pensare: “Non lo vedrò mai più, non lo incontrerò più?”. Pensieri che ho deciso trasformare in positivo. Grazie alla memoria, vivrà in noi e nelle persone che gli erano vicine. Ecco, noi abbiamo voluto trasmetterne la memoria attraverso la sua e anche nostra passione culinaria. Quali segreti si nascondono dietro ad una buona ricetta di cucina? Credo che il segreto stia, oltre che nella combinazione perfetta degli ingredienti, nell’amore che si mette nella preparazione di un piatto. Mia madre ad esempio non è mai stata capace di smancerie, il suo affetto ce lo dimostrava dedicandosi alla preparazione di piatti sempre squisiti. Per la buona riuscita di un piatto ci vuole passione, generosità, tempo di qualità… proprio come per la riuscita di un’amicizia, di un sentimento profondo o di un sogno nel cassetto. Cosa hai imparato in questo viaggio tra i sapori? Che quello che si impara anche dalla vita qualche volta può stupirci, come un sapore aspro o amaro, e che possa farci maturare interiormente e darci magari una maggiore consapevolezza del valore dell’esistenza. Ho imparato ad aggiungere “gusto” ai miei progetti presenti e futuri, a dare “tono” e vivacità alla mia età. Questo percorso mi ha fatto riflettere sul senso della vita, della mia esistenza in particolare, sul “Chi sono veramente” e sul “Cosa posso ancora fare”. In passato avevo trovato tante giustificazioni al mio modo di fare, alle mie scelte, ma non ho potuto nascondere di non aver avuto una vera finalità per cui valesse l’opportunità di impegnarmi. Ho cominciato a capire che davvero la vita è un dono, che bisogna apprezzare e vivere fino in fondo il tempo che ci viene dato, apprezzando i singoli momenti, un tramonto, i fiori del mio giardino, le vere amicizie. Quali pensieri ti hanno sostenuta in questo percorso? Uno in particolare ha fatto la differenza; la consapevolezza di essere ancora e sempre in tempo per dare un senso alla mia vita. Qual è stato il momento più “saporito” del tuo percorso? Quando finalmente mi sono cominciata ad accettare per come sono: una signora che comincia ad avere i suoi anni e quindi deve accettare le inevitabili conseguenze del tempo, che tra qualche mese sarà in pensione e che finalmente, uscita dal ruolo di insegnante, potrà avere il tempo per fare altro, ad esempio occuparmi più degli altri, fare qualche viaggio, studiare, preparare nuove “ricette”. Verso quali altri “sfizi” sei diretta ? Voglio trovare tempo per gli altri, aiutare chi ha vissuto la perdita di una persona cara, magari anche solo ascoltandone i ricordi, e contribuire alla loro evoluzione. Vorrei poi unirmi ad un gruppo di insegnanti che, in alcuni pomeriggi, segue bambini figli di immigrati a fare i compiti. Potrei fare qualche viaggio che finora non sono riuscita a fare, leggere quel lungo elenco di libri per cui ora non ho tempo, ma soprattutto vorrei poter godere della compagnia delle persone a cui voglio bene.

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