In punta di piedi
Cos’hanno in comune lo Shiatsu e il Coaching?

Immaginate di essere distesi su un morbido futon, con abiti comodi, musica rilassante, e l’operatore Shiatsu con i palmi delle mani inizia a rilassare la vostra schiena prima di passare alle pressioni… e ora immaginate di essere su una comoda poltrona davanti al vostro coach che vi accoglie sorridente … entrambi sono li per voi, vogliono vedervi sereni e realizzati… vedete delle differenze?
Lo scopo di un trattamento Shiatsu, disciplina di origini Giapponesi che affonda le proprie origini nella Medicina Tradizionale Cinese, è riequilibrare l’ energia, il QI, del ricevente, detto Uke , e consiste nella pressione dei pollici lungo i meridiani energetici, da qui il nome Shi (dito) atzu (pressione). Noi operatori Shiatsu premiamo con le dita gli stessi punti che l’agopuntore punge con gli aghi.
Quando spieghiamo a Uke cosa sono i meridiani energetici prendiamo l’esempio di un fiume che scorre, le nostre pressioni servono a richiamare l’acqua del fiume dove c’è un ‘vuoto’ un blocco, per ripristinare il libero fluire dell’acqua, nel nostro caso dell’energia.
Questi vuoti che spesso sono legati alle emozioni; con le mani possiamo sentire se la persona che stiamo trattando, ha troppe responsabilità sulle sue spalle e quindi non lascia andare, non lascia fluire l’energia, sentiamo se è troppo legata al passato e quindi rimugina consumando l’energia di un determinato meridiano, oppure avvertiamo se è scarica, stanca , perché ogni giorno dà il massimo e anche di più, sentiamo se è triste, preoccupata, ansiosa…
E’ un linguaggio non verbale quello tra Uke e l’operatore shiatsu che con le dita sente, chiede il permesso di fare qualche domanda ma molto spesso resta solo in ascolto e le sue mani lavorano dove il corpo del ricevente chiama.
Il nostro corpo infatti sa esattamente di cosa ha bisogno, quante volte sentiamo un dolore e automaticamente premiamo con le dita per alleviarlo?
Il problema è che spesso questo corpo non viene ascoltato perché siamo troppo impegnati a fare altro. Ed ecco che l’operatore shiatsu crea consapevolezza, premendo fa in modo che Uke senta il suo corpo, avverta le tensioni o i punti piacevoli da trattare.
Ho imparato Lo stile Zen Shiatsu in un percorso triennale presso una scuola che non smetterò mai di ringraziare perché ha insegnato a me, che correvo tutto il giorno, a fermarmi, ascoltare, togliere l’ego, cancellare il giudizio essere neutrale, stare nel qui e ora.
Premiamo con i pollici delicatamente come a chiedere il premesso, creiamo fiducia. E’ sollo allora, quando Uke sa di potersi fidare che lascerà che il trattamento diventi veramente efficace permettendo alla nostra pressione di diventare più profonda.
Nella mia esperienza decennale, ho capito che un trattamento shiatsu può avere effetti diversi sulle persone, c’è chi dopo il trattamento si sente più attivo e torna a casa sforna torte, pulisce, stira fino a tarda notte o va a correre, chi invece si rilassa e si prende il suo tempo. La cosa in comune, che sperimento spesso anche su di me quando lo ricevo, è la sensazione di leggerezza, di benessere, come se avessi depositato un sacco pesante che tenevo sulle spalle ma il regalo più grande di un trattamento è il sonno rigeneratore, senza interruzioni, riposante che ne consegue,
Perché quindi iniziare un nuovo percorso con il coaching?
Perché mi sono resa conto che alle persone non basta essere aiutate a stare bene, perché le dinamiche quotidiane portano a ripetere le stesse azioni… mi serviva dunque uno strumento che aiutasse il cambiamento…
Albert Einstein diceva: ’Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.’
Quale strumento migliore del coaching allora? Prima l’ho sperimentato su di me con un vero e proprio percorso di crescita personale. Ho capito quanto è potente e illuminante, ti vengono fatte domande semplici ma che tu non ti faresti mai, ti spingono a ragionare, cambiare prospettiva, evolvere…
Perché dunque non proporlo a chi vuole migliorare qualcosa nella sua vita ma non sa come fare?
Cercare una scuola di coaching che rispecchiasse i miei valori non è stato semplice, ma dalla prima mail di conferma alla mia iscrizione che ho ricevuto, ho capito che ero nel posto giusto, ho trovato attenzione verso il prossimo, entusiasmo, etica, cancellazione del giudizio, dell’ego, dovevamo essere nel qui e ora,
tutto quello che cercavo e che avevo trovato nel mio percorso precedente.
Creare Consapevolezza, Ascolto attivo, Fiducia, riconoscere il linguaggio non verbale, fare feedback sono tutte competenze che accomunano queste splendide attività.
Anche nel coaching la neutralità empatica è indispensabile, il coachee deve essere libero di arrivare alle sue risposte senza che il coach dia delle tracce.
Il coach chiede il permesso per fare feedback, proprio come le pressioni dello shiatsuka chiedono il permesso di entrare, come se entrambi lo facessero in punta di piedi.
Non dite mai ad un coach o ad un operatore shiatsu ‘sei stato bravo’ perché vi risponderanno che il lavoro l’avete fatto voi, ed è la verità, il coach e l’operatore shiatsu sono solo il mezzo attraverso cui arriverete alle vostre risposte o riattiverete la vostra energia.
Non c’è gioia più grande per un coach ed un operatore Shiatsu che vedere il cambiamento , vedere come cambia l’energia in positivo alla fine della sessione o del trattamento, come gli occhi di uke o del coachee si illuminano e le tensioni si rilasciano.
Nello Shiatsu si lavora su più livelli, diceva il mio Maestro Maurizio, a livello fisico, a livello mentale e a livello spirituale , nel coaching si aiutano le persone a trovare la propria mission, ad allinearsi ai propri valori diceva la mia Maestra Giovanna… ecco ora provate ad immaginare una persona in equilibrio a livello fisico mentale e spirituale che ha trovato la sua mission che è allineata ai propri valori…. Come vi sembra?
Scuola di Shiatsu LaFonte Bergamo – Scuola di Coaching Life Coach Italy Roma
Brava Veronica, hai illustrato chiaramente e con semplicità entrambi le discipline. Ho letto volentieri e con piacere il tuo articolo.