Take a fresh look at your lifestyle.

I motivi della felicità

Guardarsi allo specchio al mattino, e sentire di non esserlo, motivati. Il lavoro, il sogno di averne uno adeguato, la spesa e poi le bollette, le tasse da pagare. Persino indossare le scarpe da corsa può apparire un’ impresa epica, per chi troppo spesso la motivazione ad agire sembra averla smarrita. Dirigenti d’azienda, genitori, insegnanti, studenti, si misurano ogni giorno con la sfida della motivazione. Superato il metodo del bastone e della carota, del “se non fai questo, allora ti succederà quest’altro”, nuove prospettive sembrano delinearsi nei complessi meccanismi della motivazione umana. La studiosa americana Carole Dweek (1999) (1) ha individuato nelle convinzioni personali l’elemento decisivo ai fini della creazione di leve motivazionali potenzianti. La sua distinzione è tra una visione “entitaria” di sè , in base alla quale le caratteristiche innate personali sono tali da escludere ipotesi di miglioramento individuale, e una visione “incrementale” , fondata sull’idea che un miglioramento e una crescita siano sempre possibili. Nella prima ipotesi (entitaria), si tendono a sovrapporre i comportamenti individuali alle caratteristiche personali, mentre nella seconda (incrementale) la persona non è quello che fa, è libera dalle catene del giudizio e si proietta verso prospettive personali rivolte alla sfida e al superamento dei propri limiti. Si tratta, come affermano altri studiosi delle teorie motivazionali (2), di distinguere tra orientamenti tendenti alla prestazione e altri rivolti alla padronanza. Se è vero, quindi, che la prima soglia da varcare in ambito motivazionale è una convinzione di tipo personale, è vero pure che uno dei passi principali da compiere per poter raggiungere livelli ottimali di motivazione è quello di saper riconoscere i propri bisogni e quelli delle persone con cui ci si relaziona. Ma come motivare se stessi e le persone che ci sono accanto, tenuto conto che tocca sempre al singolo motivarsi? Michael Aguilar (3) ha individuato nel modello SACRE una versione semplificata e aggiornata della gerarchia piramidale dei bisogni di Maslow. I bisogni da soddisfare sarebbero raggruppati nelle categorie diSicurezza, Appartenenza, Comfort, Riconoscenza ed Espansione. Uno degli interrogativi che si sono posti alcuni studiosi è quello di individuare quali bisogni di base accomunino gli esseri umani, in modo indistinto. Tutte le persone avrebbero bisogno di sicurezza, amore e comunicazione, ovvero, secondo Rian e Deci ( 2000) (4), di competenza, relazione e autonomia. Cosa può accadere quando alcune motivazioni innate (5) non vengono soddisfatte? Una sorta di vuoto momentaneo che la mancanza di obiettivi può provocare (6) , può anche essere interpretato come un senso di frustrazione dovuto al mancato allineamento tra i motivi profondi impliciti e l’obiettivo appena raggiunto. Una ragione in più per verificare con attenzione, in un percorso di coaching, l’ecologia dell’obiettivo del coachee, in particolare quanto esso sia allineato rispetto ai suoi valori e alle sue motivazioni profonde. Il rischio è altrimenti quello di ritrovarsi, alla fine, ad obiettivo raggiunto, nella paradossale posizione di chi ha avuto successo senza però provare felicità alcuna (7). Fonti:1 – A. Moè – “ Motivati si nasce o si diventa?” – Laterza 2011 – pagg. 20 – 22 2 – Op. cit. pag. 22 – gli autori della teorie della padronanza e della prestazione sono Meece, Anderman e Anderman (2006 3 – Michael Aguilar – La perfetta arte di motivare – Lupetti editore – pagg. 111 ss 4 – A. Moè – op. cit. , pag. 133 : tra le motivazioni innate, oltre al bisogno di sicurezza, amore e comunicazione rientrano anche i motivi impliciti: riuscita, potere e affiliazione. 5 – A. Moè – op. cit. , pag. 133 : tra le motivazioni innate, oltre al bisogno di sicurezza, amore e comunicazione rientrano anche i motivi impliciti: riuscita, potere e affiliazione. 6 – Paul Watzlawick – Istruzioni per rendersi infelici – Feltrinelli 2007 – pag. 51 . Nel capitolo intitolato “ Attenzione all’arrivare” Watzlawick cita un aforisma di George Bernard Shaw : “ Nella vita esistono due tragedie . La prima è la mancata realizzazione di un obiettivo,l’altra è la sua realizzazione” 7 – A. Moè – op. cit. pagg. 94 ss

I commenti sono chiusi.