Grazie al malgoverno

L’unica cosa certa e permanente è il cambiamento. Per Eraclito era l’unica certezza su cui contare. E noi italiani, questa certezza ce l’abbiamo di sicuro, grazie alle vicissitudini dei nostri politici che stravolgono continuamente tutte le più ragionevole attese. Colgo tra la gente un generale senso di impotenza e rassegnazione. Ma guardando oltre l’apparenza, c’è un grande fermento e voglia di fare. E’ forse la solita faccenda della montagna, se il colosso non si muove, Maometto si mette in marcia. Vedo un fiorire di soluzioni creative nate dalla necessità, sia per sbarcare il lunario familiare, che per superare una crisi professionale. Vedo persone che avviano attività di sostegno reciproco, il baratto diventa un sistema strutturale di scambio. Operai che si rimboccano le maniche e affiancano il titolare per trovare soluzioni innovative che possano salvare una piccola impresa. Si respira aria di solidarietà, la gente è stufa del malgoverno e si dà al buon governo, gestendo al meglio la propria vita personale e professionale. E’ l’applicazione di quanto diceva Gandhi: Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. Questa è probabilmente la vera rivoluzione di questi tempi, senza armi e senza spargimento di sangue. E’ la rivoluzione di chi si stancato di aspettare soluzioni dall’alto, di chi ha alzato la testa e ha deciso di agire comunque e a prescindere dai danni che personaggi inqualificabili hanno commesso sulla nostra testa. E’ la rivoluzione di un cambiamento costruttivo, fatto di piccoli e inesorabili passi, di azioni concrete, di semplificazioni spontanee, di ridimensionamento dei bisogni, di soluzioni, logiche, utili per se stessi e per la collettività. E a forza di eliminare il superfluo, si riscoprono anche i valori essenziali della vita.
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