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Coaching e marketing: come farsi conoscere? [parte 3]

Come usare i social network aumentando la reputazione Anche se non li amate troppo, questi strumenti possano risultare molto utili, sotto determinati aspetti. Prima di tutto, un suggerimento: mai cadere nella trappola dei “mi piace”. I bravi coach sanno riconoscere il vero obiettivo. E questo non lo è. I social network, proprio perché “sociali”, si fondano su uno dei princìpi cardine della persuasione individuati da Robert Cialdini: quello della riprova sociale, appunto. Il principio della riprova sociale è quello che ci spinge a dire “se ha così tanti like vuol dire che è il top”, oppure, “se davanti a quella discoteca c’è così tanta gente è perché vale la pena entrare”. Ed è anche quel principio che, dall’altra parte, porta gli amministratori delle pagine a inviare inviti a mettere “mi piace” a chiunque, o addirittura a comprare finti “mi piace”. È il principio che porta i proprietari delle discoteche a ordinare ai buttafuori di tenere sempre alto il numero delle persone in fila, anche se dentro c’è spazio. Dunque, si tratta di trappole psicologiche. È inutile avere 10.000 like se poi solo 2 persone sono realmente interessate ai servizi offerti. Meglio avere 100 fan che però siano 100 veri clienti. Fatta questa doverosa premessa, passiamo al corretto utilizzo dei social. Prima di tutto, si possono ricondividere gli articoli del proprio blog, così da portare più traffico verso il sito. E, si sa, da cosa nasce cosa. Si pubblica un articolo su come superare un divorzio, il lettore va sul sito, lo legge, resta piacevolmente colpito e legge altro, o torna spesso, fino ad arrivare a conoscere anche i servizi. E, se si è lavorato bene, si fidelizzerà. La qualità del servizio offerto è la base di tutto. Senza quella, il resto sarà inutile e, anzi, si rivelerà un pericoloso boomerang, perché i clienti inizieranno a parlarne male in giro. Anche ricondividere articoli altrui, su argomenti vicini ai propri (purché non siano concorrenti, chiaro) può aumentare il proprio seguito e la reputazione. Si farà capire di essere un professionista del settore, aperto a nuovi spunti e alla crescita professionale. Come detto nel primo articolo, partecipare alle discussioni con commenti di valore, iscrivendosi a gruppi a tema, o generare nuove discussioni, fornendo contenuti interessanti, sono ottimi strumenti per farsi conoscere. Si può commentare anche inserendo un collegamento ai propri articoli, l’importante è che non si faccia pubblicità spudorata old style. Occorre muoversi sempre eticamente. Un altro ottimo utilizzo dei social sono le public relations. Grazie a Facebook, Twitter e Linkedin si può entrare in contatto con persone che negli anni addietro non si sarebbero mai incontrate. E, anche in questo caso, da cosa nasce cosa. Si fa amicizia, si scambiano conoscenze e favori e, col tempo, si inizia a collaborare. Si possono aprire importanti e inattesi scenari professionali, parlo per esperienza diretta. In ultimo, c’è la pubblicità. I social offrono interessanti strumenti per fare pubblicità a pagamento e permettono di individuare delle nicchie di mercato precise. Quindi, tornando all’esempio del Love Coaching, si possono pubblicizzare articoli o servizi a coloro che hanno una determinata età, abitano in un determinato luogo e hanno come interessi gruppi o pagine legate all’amore, alla coppia e al matrimonio. Anche in questo caso, come per la stesura degli articoli, occorre parlare all’essere umano, con spontaneità e con un linguaggio vicino a quello dei clienti. Fare pubblicità sui social non vuol dire ricalcare il linguaggio artificiale degli spot tradizionali, è l’esatto opposto!

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