Antenne alzate per ringraziare il 2017

Inizio anno, gennaio è il mese delle speranze, della voglia di cambiare. “Speriamo che sia un anno diverso, un anno migliore, che non sia come il precedente, meno male che è finito!”. Se torno indietro con la memoria, nello stesso periodo degli anni scorsi, riecheggiano le stesse parole. L’atteggiamento generale è quello di affidarsi alla buona sorte, si leggono con avidità oroscopi, ci si affida alla speranza che un’entità superiore vegli su di noi e ci conduca verso il benessere, il successo, la felicità. Da noi si dice “Aiutati, che Dio ti aiuta”. In oriente un certo Gandhi diceva “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. La morale è la stessa, abbiamo tra le mani più potere di quanto crediamo. Basta sostituire la speranza con la determinazione di voler cambiare, migliorare, agire. E’ un lavoro serio costruire il proprio destino, dobbiamo esserne consapevoli, occorre avere un progetto ben definito, deve essere chiaro dove si vuole andare, non solo ciò da cui si desidera fuggire. E quale significato ha questo risultato? Come mi accorgerò di averlo raggiunto? Cerchiamo un indicatore che faccia dire: Ecco, ci sei! Quanto dipende da me ottenerlo? L’attenzione maggiore è nel delimitare con chiarezza la nostra area di influenza, e focalizzarci solo su quella. Ma prima di tutto e su tutto, apriamo i canali della fiducia verso noi stessi, sintonizziamoci sui segnali interiori, rendiamoli più udibili, percepibili, chiari e forti. Quando uscite per comprare un vestito, vi capita di avere le idee chiare su ciò che volete e poi uscire con un altro capo, dopo aver ascoltato il parere della commessa o di un’amica al seguito? Cosa vi ha fatto perdere il contatto con le vostre esigenze? Impariamo a cogliere i segnali anche deboli, quelli che il nostro primordiale cervello riconosce e invia attraverso il nostro sistema nervoso, che sia a livello della pancia, del torace o delle spalle, il nostro corpo ci invia messaggi che indicano strade da seguire o da evitare per stare bene. Intimamente, se ci ascoltiamo davvero sappiamo cosa sia giusto o sbagliato mangiare, acquistare, decidere. Abbiamo un patrimonio di saggezza interiore a cui non prestiamo abbastanza attenzione. Le delusioni spesso nascono proprio dalla cecità di fronte a certi segnali che erano giunti, ma una benda sugli occhi o frastuoni esterni, ci hanno impedito di cogliere. Un buon proposito dell’anno nuovo può essere quello di ascoltarci, senza filtri, per trovare in noi risposte autentiche, vere, sincere che ci facciano dire tra un anno “Speriamo che il 2018 sia come il 2017!”.
I commenti sono chiusi.