Se l’azienda è un corpo smembrato

Meglio partire dal processo o dalle persone?
Approfondimento del video pubblicato su JOB24, canale lavoro del Sole24ore.com
Mi capita spesso quando lavoro con i team nelle aziende, di avere l’impressione di trovarmi davanti ai pezzi smembrati di un unico organismo. Gruppi di persone che, pur lavorando nella stessa azienda, marciano in direzioni diverse, a volte opposte.
Lo stesso disallineamento lo percepisco anche all’interno dei gruppi stessi. Sembra un controsenso.
In un’azienda meccanica i responsabili di linea di vari settori si riunivano regolarmente, per cercare di allineare il loro lavoro. Ma era un tentativo infruttuoso. Ascoltandoli, ciascuno portava avanti le esigenze della propria area, alzavano la voce, si parlavano addosso, senza ascoltarsi davvero.
Mancava una pianificazione concordata e condivisa e senza volerlo, erano uno di ostacolo all’altro nel processo gestionale e produttivo.
La differenza la fanno le persone, lo diciamo spesso, e in questo caso erano proprio le persone che avevano perso il senso di quello che facevano. Ciascuno chiuso nel proprio recinto, difendeva le proprie esigenza, incolpava gli altri per i ritardi e le disfunzioni, ma ciascuno contribuiva a rendere malato il sistema. La cosa incredibile è che avevano tutti un grande attaccamento all’azienda, ci tenevano molto ai loro risultati, peccato che non guardavano oltre la propria area.
E’ stato necessario dedicare alcuni incontri in team e a livello individuale, per ampliare le prospettive e ritrovare il senso della funzione di ciascuno in relazione agli altri. Erano vitali gli uni per gli altri. All’inizio si percepivano quasi come dei competitor, avevano perso l’abitudine di guardarsi senza pregiudizi. Professionisti di grande valore , ma non riconoscevano il valore reciproco e il contributo che ciascuno poteva dare a beneficio dell’azienda.
E’ bastato rifocalizzare il focus della loro vision aziendale, aiutarli ad osservarsi e ascoltarsi come persone, riconoscere il valore della loro diversità, darsi il permesso di collaborare, di chiedere, di confrontarsi, di decidere insieme, di ammettere anche di sbagliare e di imparare dagli errori.
Non è stato tanto facile, si è trattato anche di lavorare sulla rigidità delle percezioni reciproche, togliendo le etichette dei pregiudizi, superando un modello cristallizzato di comunicazione.
Applicare i modelli funzionali di processo e di gestione, ha senso solo se si parte prima dalle persone.
I commenti sono chiusi.