La consapevolezza

Chi ci spinge ad agire, è dentro di noi. Spesso però si fa fatica ad accorgersene. Riteniamo che le nostre azioni-reazioni siano direttamente legate a fattori esterni, spostando in questo modo “al di fuori” la responsabilità di quello che otteniamo. Questa sensazione di impotenza, porta a non fare nulla per migliorare o cambiare la situazione. Del resto, come si può intervenire sull’altro? Sono cose indipendenti da me e dalla mia volontà, ci si dice! Il coaching è anche questo. La consapevolezza che riprende il posto d’onore nel nostro vivere. Le azioni che producono risultati sotto il nostro controllo. La responsabilità che ritorna protagonista. Il soggetto principe e principale che riacquista valore ai nostri occhi, e nel nostro cuore. L’identità che trionfa traboccante di vitalità, energia, motivazione. Il pensiero che si trasforma, la speranza che prende forma. È sorprendente come il ritrovareinse stessi, e nonall’esterno, ilfil rougeconsenta ilgrande salto. Lo promuova anzi. Lo solleciti e lo moltiplichi, in una sorta di gioco, di danza ad oltranza. La motivazione ricrea se stessa. L’energia spinge in avanti. La focalizzazione realizza. La consapevolezza evolve, premia e fa crescere. In un costante progredire virtuoso e di grande efficacia. In che modo si compie tutto ciò? Riportando l’attenzione, il focus, su quello che siamo, sui nostri valori, sul senso che diamo alle persone, alle cose, agli eventi, al nostro stesso vivere. Mettendo sotto la lente di ingrandimento le credenze, le convinzioni che ci hanno accompagnato negli anni, frutto di esperienze dirette, ma anche di parole, pensieri, opinioni, testimonianze di persone incontrate nel nostro cammino, per recuperare quelle che più ci aiutano a progredire, che ci stimolano, e che consentono e coadiuvano all’approccio vincente. Lasciando da parte, dopo averle attentamente riconosciute e valutate, le asserzioni che definisco a “potenza inversa” (1), quelle che ci tagliano in due, metaforicamente certo, ma dirompenti nell’esito. Ci si ritrova in crisi, con la conclusione in mente che “tanto è inutile”, “figurati se…”, che distrugge di fatto il sogno, quella timida gemma che stava nascendo, bisognosa di cure e attenzioni, ancora prima di averci provato…veramente. È questo a cui aspiriamo? Vivere una vita in balia degli eventi? Spinti, cullati da quelli positivi, schiacciati irrimediabilmente da quelli meno favorevoli. Eppure, se solo lo si volesse, qualcosa che si può fare c’è. Credere, credere, e ancora credere. Nel Sogno, nella volontà, in se stessi, nella propria forza e determinazione a farlo. Investire il proprio tempo per stare bene. Nel senso più profondo. L’arte del ben-essere, diesistere bene. Cambiando anche quei comportamenti abituali nocivi e obsoleti, che poco hanno a che fare con noi ed i nostri desideri profondi. “Se vuoi veramente qualcosa focalizzati sulla meta, il tuo corpo seguirà la tua mente” (John McEnroe) (1) mia invenzione 🙂
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