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Intervista a Timothy Martin, tenore e attore afroamericano – La colonna sonora della vita

La musica per me è il Sound Track, la colonna sonora della vita. Ogni cosa per me possiede una tonalità, ogni cosa ha il suo ritmo, tempo, movimento. Ogni cosa è musica. Tenore e attore afroamericano noto sulla scena nazionale ed internazionale, con una pluriennale esperienza nell’insegnamento del canto e da sempre attento alla diffusione e alla valorizzazione della tradizione Gospel in Italia e all’estero. Attualmente è docente di storia della musica presso l’American University of Rome e docente di canto presso la Scuola di Musica Popolare di Testaccio a Roma. Chi è Timothy Martin? Sono un performer in continua evoluzione, sono un insegnante. Ogni giorno cerco di scoprire e di imparare come esprimermi sempre al meglio, come attore, come cantante, come insegnante e come maestro di musica. La mia è una costante ricerca senza tregua nel senso più positivo del termine. Come nasce questa tua relazione con la musica? Credo che la musica sia un aspetto innato in me, come per molte altre persone. C’è sempre stata musica nella mia vita, e come spesso succede i primi stimoli li ricevi dall’ambiente in cui vivi. I miei primi incontri con la musica e l’arte sono stati con la mia famiglia e la chiesa. La mia storia nasce a York in Pennsylvania. A 15 anni vinsi una borsa di studio, un corso estivo di cinque settimane per gli studenti interessati al mondo dello spettacolo, per studiare con grandi maestri newyorkesi, e questo evento mi ha permesso di lanciarmi nel mondo della musica e dell’arte. In quell’estate ho scoperto la lirica e questo mi ha portato poi a fare il tenore. Quali sono state le risorse che hai messo in campo per questo tuo percorso nello spettacolo? Gli ingredienti che hanno reso possibile il mio percorso di vivere l’arte sono sempre stati la dedizione sincera al canto attuata con curiosità, generosità, e soprattutto la continua ricerca personale. Il mio scopo era ed è ancora quello di comunicare nel modo più umile la profondità della musica e della prosa dei grandi compositori ed autori, facendomene un fedele portavoce. Naturalmente filtrando il tutto attraverso la mia sensibilità ed esperienze. Nel mio piccolo ho cercato di sviluppare sempre tutte le mie facoltà, puntando a trovare l’armonia. Sono sempre stato un’amante dello sviluppo della persona in tutto il suo essere. Queste esperienze cosa ti hanno permesso di raggiungere? La conoscenza che le cose non sono sempre come sembrano, come possiamo sentire con tutta la nostra passione, anima e cuore. Possiamo credere di essere nel giusto, di aver capito una cosa e invece abbiamo completamente sbagliato. Perciò oggi ho una conoscenza più approfondita di me, perché so mettermi in discussione e trovare un modo per arrivare ad un’espressione artistica più vera che arriva in maniera ancora più sentita al pubblico. Tutte le mie esperienze hanno contribuito ad una conoscenza più approfondita di me e mi hanno permesso di focalizzarmi sulle mie risorse. Cosa significa per te Musica? La musica per me è il Sound Track, la colonna sonora della vita. Ogni cosa per me possiede una tonalità, ogni cosa ha il suo ritmo, tempo, movimento. Ogni cosa è musica. Ascolti mai il silenzio? È una forma di musica, basta allenare il proprio “sentire”, connessione profonda con il tuo ascolto. La musica, come il silenzio sono forme ditiming, occasioni di ascolto attento della dimensione presente e per un artista, come credo per tutti, la gestione del silenzio è fondamentale. Ci sono artisti che hanno ispirato il tuo percorso? Ce ne sono state due in particolare. La prima è Leontyn Price, cantante lirica della generazione della Callas, soprano afroamericana. Da lei ho appreso l’arte di ricercare la spiritualità come forma di espressività e di lei mi colpisce la cruda verità nell’esprimere la realtà con la sua voce ed il suo pianoforte. Grazie al suo esempio ho imparato a sentire quello che non si può udire: il silenzio. La seconda è stata Nina Simone, e dai lei mi sono fatto ispirare dal suo profondo modo di comunicare le emozioni, in direzione del cuore. Da entrambe ho appreso il grande valore del silenzio, dell’ascolto profondo, come grande forma di comunicazione, sia nel canto che nella recitazione. Quali sono le cose nelle quali credi più profondamente nel tuo lavoro oggi? Che il lavoro per me dovrebbe essere l’espressione di chi sei. Indipendentemente da quale attività tu svolga, secondo me è importante mettersi sempre in gioco e vincere con te stesso superando i tuoi limiti personali, piuttosto che vincere sugli altri. Credo che il segreto della propria realizzazione personale passi attraverso quella ricerca onesta che è riconoscimento di se stessi e che di ciò che intimamente abbiamo da offrire. Poi il passo successivo è di mettere in atto azioni precise per arrivare ad esprimere il tuo talento, passo dopo passo, nota dopo nota. Che suggerimento daresti ad una persona per intraprendere la carriera nel mondo dell’arte, della musica e dello spettacolo? La cosa che ripeto più spesso ai miei studenti che vogliono approcciarsi al mondo dello spettacolo, è di andare a vivere una parte della loro esperienza formativa e artistica in un paese straniero, imparando un’altra lingua ed un’altra cultura. Il punto è scoprire qualcosa al di là del contesto sociale e familiare in cui sei cresciuto. Parlando un’altra lingua in un altro paese ti costringi ad uscire fuori dai tuoi schemi originari. L’esperienza diretta supera sempre la conoscenza intellettuale. Hai un motto nella vita? Si, “Act like you know”. È un detto afroamericano a me molto caro, difficilmente traducibile. Ha tantissimi significati, ma forse quello che si avvicina di più a ciò che voglio dire è: “Si fedele a te stesso e agisci prendendo atto della realtà che ti circonda”. mail@timothyperforms.com

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