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Intervista a Laura Cuttica, psicoterapeuta, NLP Master Trainer e Master Certified Coach

Laura Cuttica, è una delle prime Master Coach in Italia. Proviene dalla psicoterapia è NLP Master Trainer e Docente di Life Coaching dell’Institute for Life Coach Training. Si è inoltre specializzata in tecniche ipnotiche. Oggi si dedica con passione al Coaching e alla formazione. E autrice di diversi libri (L’avventura del Comunicare e – Il Fascino della Seduzione, Xenia Edizioni; I segreti per amare la vita e Una vita Ispirata, Macroedizioni e-book) Dal tuo punto di vista e in base alla tua esperienza, come è evoluto il Coaching in Italia? Il Coaching in Italia sta evolvendo rapidamente, c’è molto interesse, ricevo spesso telefonate ed e-mail di persone che chiedono informazioni perché vorrebbero diventare coach. Credo che una componente importante di questo interesse sia l’impressione di fare facili guadagni con il Coaching e che non sia richiesta una laurea specialistica per accedere alla formazione per diventare coach. Spesso sento persone che vorrebbero cambiare il lavoro che fanno, e non ne sono contente, per dedicarsi ad un lavoro che gli consenta di aiutare gli altri. In qualche modo, il Coaching ha risvegliato dei sogni in molte persone. Per quale motivo una persona dovrebbe avvicinarsi al Coaching? Perché è un mezzo veramente bello di evolvere, aiutati da un amico, il coach, che crede che tu sia quella persona che tu hai sempre desiderato diventare e ti aiuta a diventarlo. È un mezzo molto pratico per ottenere quegli obiettivi che tutti dovrebbero avere per vivere bene la propria vita. Sul panorama nazionale e internazionale ci sono molti approcci di Coaching, i clienti fanno spesso fatica a scegliere un servizio di qualità. Quali sono i criteri che dovrebbero seguire? Il mercato del lavoro ha molte offerte di Coaching senza alcun controllo, in modo particolare Coaching per il business. Secondo me c’è un criterio che consente ai clienti di sentirsi tutelati nella scelta e accompagnati nella stessa. È l’esistenza dell’International Coach Federation che detta regole condivise per le scuole di Coaching e per i coach professionisti. In Italia c’è il ramo italiano dell’ICF, ICF Italia che fornisce spiegazioni sul Coaching e nominativi di coach che sono referenziabili. È una doppia tutela per il cliente e per il coach. Tenendo conto della tua esperienza professionale e di formatrice dei futuri coach, quali ritieni che siano le competenze chiave del coach, che fanno la differenza sul piano qualitativo? Credo che siano alcune competenze ICF che rendono il Coaching diverso dagli altri lavori che riguardano le risorse umane. Per esempio l’uso del contratto con il cliente in modo da rendere sempre chiaro al cliente e al coach, che cosa si stia facendo, sia come obiettivo finale, sia come obiettivo a breve termine. È fondamentale non farsi coinvolgere nei contenuti dei fatti del cliente, ma nel processo che ha generato i fatti e in quello che fornirà soluzioni al cliente. Avere molta empatia, ma nello stesso tempo saper raccogliere le informazioni. Inoltre un coach che sappia essere intuitivo e sappia ispirarsi nel suo cliente, riesce a fare una bella differenza nei risultati e nei modi di raggiungerli. Il coach deve avere fatto una bella formazione personale eclettica per dare il meglio nel suo lavoro. Che messaggio vorresti lasciare alle persone che leggeranno le tue parole? Che provino l’esperienza del Coaching, perché è esaltante. La relazione che si instaura con il coach è indimenticabile ed è stupefacente come la positività che emerge nel risolvere dubbi e problemi, cambi la vita del cliente. Per me come coach, ogni volta che vivo un bellissimo incontro di Coaching o che finisce un contratto con l’obiettivo raggiunto, sento dentro di me una emozione profonda e un senso di gratitudine verso la mia vita, con tutto quello che significa per me. Come cliente nel Coaching fatto a suo tempo, conservo un ricordo bellissimo e tuttora risolutivo, di quando ho scoperto lo scopo della mia vita. C’è altro che vuoi aggiungere? Si, credo che il Coaching sia adatto ad aiutare il cambiamento che l’umanità reclama. Ma non si può aiutare a cambiare gli altri se non siamo cambiati noi stessi. Quello che io sento è che il Coaching esalta l’accoglienza, il non giudizio, l’incoraggiamento a far crescere. Credo che debba partire dalle donne tutto questo, porgendo le braccia come un grembo al mondo, nutrendo e rivestendo quel ruolo femminile che le donne hanno perso negli ultimi decenni, perché insieme con gli uomini si ricominci a costruire un mondo migliore, più equo per tutti, di pace e prosperità, due valori che oggi sembrano ancora lontani. Chi ha il coraggio di provarci e incominciare? Perché senza speranza non c’è vita e non c’è Coaching. Occorre creare una visione e sentire di possedere la forza e la saggezza per raggiungerla. “Il segreto della vita è di avere un compito – un punto di riferimento per tutto – e la cosa più importante è che sia qualcosa di impossibile da fare” (Henry Moore, scultore ) lauracutticatalice@gmail.com

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