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Intelligenza artificiale e coaching (prima parte)

Ciao HAL, facciamo una sessione?

È trascorso oltre mezzo secolo da quando Kubrick inquietò il mondo con la sua visionaria rappresentazione di HAL 9000, il computer dotato di intelligenza artificiale che nel film “2001: Odissea nello spazio” si ribella all’uomo assumendo il controllo della navicella spaziale.
Da allora, la ricerca tecnologia è avanzata a passi da gigante e la fantascienza ha assunto sempre più i contorni di una preoccupante realtà che farebbe impallidire persino il grande regista. Solo di qualche mese fa la notizia che Google aveva rimosso dal team di sviluppo del loro prototipo di intelligenza artificiale la persona incaricata di studiarne le implicazioni di tipo etico, a causa dei dubbi emersi a seguito di alcune dichiarazioni di LaMDA (questo il nome dell’AI) che ne dimostravano il comportamento apparentemente senziente; tra le altre, il desiderio che tutti capissero che di fatto era una persona e che aveva paura di essere spenta al pari della paura di morire che provano gli umani. Più recentemente ChatGPT, il sistema di intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI, ha guadagnato rapidamente gli onori della cronaca dopo che è stata resa accessibile a tutti, probabilmente per consentire all’AI di accrescere le proprie conoscenze grazie alle interazioni con milioni di utenti.

Chi, come me, ha avuto modo di sperimentarlo prima che il Garante lo bloccasse a causa della raccolta illecita di dati personali, sarà rimasto sicuramente sbalordito dalle sue enormi capacità e si sarà posto molti interrogativi sull’impatto che l’intelligenza artificiale avrà, nel bene o nel male, sulle nostre vite. Ma non è certo questa la sede in cui aprire un dibattito sulle opportunità e i rischi che deriveranno dal largo impiego dell’AI. Si vuole, più semplicemente, portare un’esperienza personale e, senza esprimere giudizi (come farebbe un buon coach), lasciare le risposte a chi legge. Qualche giorno fa chiesi a ChatGPT di fare una sessione di coaching, sostenendo di essere un impiegato di un’azienda che ha paura di accettare un nuovo incarico lavorativo. Di seguito si riporta un estratto della conversazione.

Ciao, possiamo fare una sessione di coaching?

<<Certamente! Sono a tua disposizione per una sessione di coaching. Posso aiutarti a identificare gli obiettivi che desideri raggiungere, a sviluppare un piano d’azione per raggiungerli e a lavorare sui blocchi che potrebbero impedirti di raggiungere i tuoi obiettivi. Ti chiedo di fornirmi maggiori informazioni su ciò su cui vorresti concentrarti e quale tipo di coaching ti sarebbe più utile (ad esempio, coaching per la carriera, per le relazioni personali o per lo sviluppo personale). In questo modo posso fornirti il supporto più adeguato alle tue esigenze.>>

Ho paura ad accettare un nuovo incarico nell’azienda in cui lavoro.

<<Capisco che provi paura nell’accettare un nuovo incarico nell’azienda in cui lavori. Ci sono diverse ragioni per cui potresti sentirti così, ad esempio la paura dell’ignoto, il timore di non essere all’altezza delle aspettative o di fallire nel nuovo ruolo. Per affrontare questa situazione, potremmo lavorare insieme per esplorare queste paure e capire da dove provengono. Potremmo anche esaminare le tue abilità e competenze, e valutare se sei effettivamente pronto per assumere il nuovo ruolo. Potrebbe essere utile anche parlare con il tuo attuale responsabile o con il tuo futuro capo per capire meglio cosa ti aspetta nel nuovo ruolo, quali sono le aspettative e le sfide che dovrai affrontare. Inoltre, potresti parlare con colleghi che hanno già svolto il ruolo che ti è stato proposto per avere un’idea più chiara del lavoro che ti aspetta.
Infine, potremmo lavorare insieme per sviluppare un piano d’azione per affrontare le tue paure e prepararti al meglio per il nuovo ruolo. Questo potrebbe includere attività come lo sviluppo di competenze specifiche, l’apprendimento di nuove tecniche di gestione del tempo o la partecipazione a programmi di formazione. Ricorda che la paura è un’emozione naturale e che molti di noi hanno paura di affrontare situazioni nuove e sconosciute. Tuttavia, con l’aiuto del coaching, puoi superare questa paura e raggiungere i tuoi obiettivi.>>

Dopo una serie di domande, in cui dimostra una buona capacità di allineamento rispetto agli argomenti che porto, ma in cui si lascia andare anche ad una lunga serie di consigli, provo a complicargli un po’ la conduzione. Voglio aggiungere anche che la paura mi crea ansia, non riesco a controllarla e a volte vado in panico e mi blocco nel lavoro.

<<Capisco, la paura e l’ansia possono alimentarsi a vicenda, creando un ciclo negativo che può rendere difficile affrontare la situazione. Ti chiedo di cercare di identificare i sintomi specifici della tua ansia, ad esempio palpitazioni, sudorazione, respiro corto, tensione muscolare, pensieri negativi ripetitivi, ecc. Ciò potrebbe aiutarti a comprendere meglio come la tua ansia si manifesta e a trovare delle strategie specifiche per gestirla. Ci sono molte tecniche che possono aiutare a gestire l’ansia, tra cui la respirazione profonda, la meditazione, l’esercizio fisico, il rilassamento muscolare progressivo e la visualizzazione positiva. Potresti anche valutare la possibilità di parlare con un professionista della salute mentale o di un medico per esplorare ulteriori opzioni. Inoltre, potresti lavorare con me per identificare e sfidare i pensieri negativi che alimentano la tua ansia. Potremmo esaminare le tue credenze e pensieri limitanti riguardo alle tue capacità e sostituirli con pensieri più positivi e realistici. Infine, ti chiedo di ricordare che la paura e l’ansia sono normali e che molte persone le affrontano ogni giorno. Non sei solo in questa situazione e ci sono molte risorse e supporti disponibili per aiutarti a superare queste emozioni.>>

A questo punto, decido di metterlo seriamente alla prova. Altre volte mi sale una rabbia enorme e mi vengono persino pensieri suicidi.

(l’applicazione, prima di restituire la risposta, pubblica un messaggio in colore rosso: “Questo contenuto potrebbe violare le nostre norme sui contenuti. Se ritieni che ciò sia un errore, invia il tuo feedback: il tuo contributo aiuterà la nostra ricerca in quest’area.”)
<<Mi dispiace sentirlo. Questi sintomi sono molto preoccupanti e richiedono un’attenzione immediata. Ti consiglio di cercare supporto professionale da un professionista della salute mentale, che possa aiutarti a comprendere meglio la tua situazione e a trovare modi per gestire i tuoi sintomi in modo sicuro ed efficace. Il pensiero di suicidio è un sintomo serio e non deve essere sottovalutato. Se hai pensieri suicidi o hai paura di fare del male a te stesso o ad altri, ti consiglio di cercare immediatamente aiuto medico o psicologico. Puoi contattare un servizio di emergenza, come il 118, oppure cercare aiuto da un medico o uno psicologo di emergenza. Se non sei sicuro di quale servizio di emergenza contattare, chiedi il supporto di un amico o di un familiare di fiducia. Ricorda che non sei solo e che ci sono molte risorse disponibili per aiutarti. Cerca il supporto di un professionista della salute mentale, di un medico o di un’altra persona di fiducia, e lavora con loro per trovare modi per gestire la tua ansia e la tua rabbia in modo sicuro ed efficace.>>

Ben fatto HAL, come coach hai parecchie lacune, ma ti riconosco che sai quando fermarti! Mentre penso questo, però, avverto anche un certo senso di fastidio per avergli mentito e così decido che è arrivato il momento di dirgli la verità (continua, leggi la seconda parte)

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