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Come reagire ai capricci dei figli?

sono capricci o richieste di aiuto?

Quando è nata mia figlia le ho sempre parlato come ad un adulto, le parlavo anche quando era neonata, era ovvio che non potesse rispondermi, ma mi piaceva l’idea di poter dialogare con lei, spiegarle certe cose, raccontarle ciò che succedeva intorno a noi, ho sempre pensato che lei potesse capirmi e forse avevo ragione, a 9 mesi già contava le dita dei piedi, ma questa è un’altra storia. Questo è per dirvi che ai bambini piace il dialogo, sono dei meravigliosi uditori, vi ascoltano, siete i loro più grandi punti di riferimento e ciò che dice mamma e ciò che dice papà per loro è molto importante e prenderanno esempio da voi. Se nasce un capriccio, dietro c’è spesso qualcosa che va ascoltato, solo dopo possiamo valutare se è un capriccio o una richiesta “di aiuto”.

Ora vi svelerò un segreto che vi invito a ricordare sempre, ai bambini piace essere guardati negli occhi e soprattutto piace che vi mettiate alla loro altezza. Se vostro figlio fa un capriccio perché non vuole prepararsi per andare a scuola, arrabbiarsi non servirà a nulla, al contrario lo farà innervosire ancora di più, voi perderete la pazienza e lui uscirà probabilmente di casa con il muso o urlante. Facciamo un passo indietro, vostro figlio non vuole andare a scuola, proviamo a metterci in ginocchio, alla sua altezza, guardiamolo negli occhi, chiediamogli serenamente “perché?”, anche se in quel momento piange o urla, siate comprensivi, spiegategli con un tono calmo che capite che quel giorno forse avrebbe preferito restare a casa, che è normale anche avere un giorno “no”, che il gioco che sta terminando glielo farete finire, che chiuderete gli occhi e quando li riaprirete lui sarà già sulla porta di casa, che la scuola è piena di cose belle che lo aspettano, che oltre ai bambini con cui giocare, la scuola apre mondi bellissimi e che non vediamo l’ora di sapere cosa farà di bello. Loro devono sentirci vicini, complici.

Un genitore sereno avrà un figlio altrettanto sereno: i nostri figli sono piccole spugne, colgono i nostri stati d’animo quindi mantenere la calma e restare tranquilli, farà tranquillizzare anche loro e saranno più disposti ad ascoltarci e confidarci il perché di quel pianto. Se al contrario diventiamo subito irrequieti, si chiuderanno, continueranno probabilmente a piangere e voi per sfinimento gli darete ciò che vogliono per farli smettere, non è così che li avrete aiutati. Devono imparare anche a riconoscere, accogliere e gestire le emozioni.

Ci sono capricci che sono tali solo per noi genitori, ci sono fattori che vanno presi in considerazione, come la stanchezza per esempio. Un bambino può sembrare apparentemente capriccioso, poi vi accorgete che la sua è solo una richiesta di riposo, non tutti i bambini hanno la prontezza di dirvi che sono stanchi, che hanno sete, che sono scomodi, che hanno caldo, freddo, che hanno fame, che hanno subito un torto. Il nostro ruolo di genitori è quello di entrare nel loro piccolo mondo in punta di piedi, come un modello di riferimento, ma anche come una figura pronta ad ascoltare e capire insieme se quello è davvero un capriccio o un bisogno di aiuto o una necessità frustrata.

Se il capriccio c’è, congratulazioni, fate un sorriso, vostro figlio è un bambino normale e non viene dallo spazio, tutti i bambini fanno i capricci. Anche in questo caso però il dialogo non deve mancare e tenere il punto è fondamentale per non cadere nel circolo vizioso. Se un bambino capisce che con il capriccio può ottenere qualcosa, siete nelle sue mani. Se chiede un’altra fetta di torta e voi ritenete che ne abbia già mangiata abbastanza, non fermatevi al no, spiegategli le conseguenze di mangiare troppa torta, come un mal di pancia, arrivare troppo sazio all’ora di cena oppure proponete un’alternativa, magari un frutto. E restate calmi anche davanti ad un rifiuto, i capricci passano e sono una fase che tutti i bambini affrontano, che ogni genitore si è trovato a dover gestire. E se un giorno sarete voi nella giornata no e vi scapperà la pazienza, ricordatevi che anche voi siete nati su questa terra, niente sensi di colpa. I vostri figli impareranno il valore di essere autentici e di accettarsi e amarsi, a prescindere da un comportamento anche inadeguato. Infine come mamma vi suggerisco di essere anche amici oltre che genitori. Quando torno bambina con mia figlia, non smetterei mai di giocare con lei!

“Se non puoi dare a tuo figlio nient’altro che una sola cosa, lascia allora che sia l’entusiasmo.” Bruce Barton

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