Il Coaching Spirituale

Rispondere in modo propositivo e finalizzato, richiede chiare intenzioni, focalizzazione dell’energia, allineamento La più grande risorsa del coaching sono le domande. Esse possono scaturire dall’intelletto, dalle emozioni, dallo Spirito. La curiosità anima la ricerca di conoscenza, la progettazione strategica, la raccolta di fatti, il conseguimento degli obiettivi di coaching: questi sono gli elementi che presuppongono un forte ruolo dell’intelletto. La cura, l’accettazione, l’amore attengono allo spettro emotivo, che anima la connessione e giustifica il porre domande. Oltre a curiosità e cura emotiva si pone la ricerca di senso spirituale, che si manifesta anche nell’appartenenza, interconnessione, scopo ultimo. In tale prospettiva il coaching rappresenta il processo di creazione di uno spazio di accettazione incondizionata o amore per un periodo di tempo che è quello della relazione di coaching che consente al cliente di essere esattamente colui che è. La psicoterapia aiuta le persone a comprendere e superare emozioni e pensieri disfunzionali, per andare oltre schemi e relazioni passate distruttive e insane. Il coaching, a sua volta, parte da dove termina la psicoterapia aiutando le persone a integrare le intuizioni terapeutiche nella loro vita quotidiana. Nel momento in cui si è affrontato e sistemato il passato è la volta di creare una vita a partire dal nuovo sé: qui entra in gioco il coaching. La terapia prende le cose negative, le comprime per ridurle; il coaching assume le cose positive e le amplia. Quanto più si è consapevoli di sé, tanto più si può essere bravi coach. Per fare questo potrebbero essere utili alcune domande: quali sono i miei valori? Quali sono le mie convinzioni? Come faccio per conoscermi? Quale ruolo svolge il servizio nella mia vita? Come fronteggio lo stress nelle relazioni? Quali sono i miei limiti? Come mi comporto di fronte alla mia vulnerabilità? Quali sono le mie potenzialità? Come mi comporto di fronte ai miei punti di forza? Quali sono i propositi principali della mia vita? E del mio lavoro? Cosa faccio per coltivare la mia crescita e sviluppo? Da 1 a 10: quanto mi sento autentico? Quale è il mio grado di fiducia? L’accettazione incondizionata parte sempre da se stessi e si estende all’altro e al mondo. E’ in tale spazio che il cliente si sente accolto, rispettato, può rivelarsi per quello che è e decidere se impegnarsi per cambiare la sua vita o meno. La scelta risiede nell’accettazione. La spiritualità è la qualità dell’evolvere verso maggiore integrazione, unità, mentre si sperimentano connessioni a molteplici livelli; è essere presenti ai bisogni emotivi, mentali, fisici; è sapere rispondere in modo propositivo e finalizzato, che richiede chiare intenzioni, focalizzazione dell’energia, allineamento perfetto. Lo Spirito, che è la nostra essenza, è onnipresente in ogni coach, in ogni cliente, e in ogni relazione tra loro. Il coaching spirituale implica che si può dare il ben venuto, accettare, rivelare tale Spirito. Quando si fa coaching in modo propositivo e finalizzato si mette da parte ciò che non è tale, si superano gli attaccamenti ai risultati, ci si fida che ciò che accade è per il bene supremo nostro, del cliente, dell’universo, si è nel momento presente, disponibili, connessi a noi, all’altro, al tutto, si scelgono le risposte in uno stato di curiosità, ci si mette a servizio e si è grati per tutto questo: in queste condizioni lo Spirito si può manifestare. Le domande spirituali ultime che prima o poi ciascuno si pone sono: chi sono? Perché vivo? Come posso mettermi a servizio? Cosa desidera la vita da me? Il coach aiuta le persone a riconoscere e perseguire la propositività e la finalizzazione: quando si scelgono le proprie azioni ci si sente rafforzati, responsabili, si sperimentano maggiore soddisfazione, significato, utilità, valore. La consapevolezza che il coach stimola aiuta il cliente a sviluppare la sua capacità di scegliere, fare esperienza, apprendere. Il coach deve sapere rispettare tutte le scelte, indipendentemente dal fatto che possa condividerle o meno. In tale processo il silenzio è un ottimo alleato del coach: quando ci si sente confusi, disorientati, il silenzio consente allo Spirito di parlare e di offrire le sue risposte. Nel percorso di coaching il coach si avvale anche di autenticità e integrità, egli si fida di se stesso, del cliente, del fatto che lui ha già tutte le risposte, dello Spirito che favorisce il processo e dà senso al tutto. In tale percorso anche le difficoltà, le prove rappresentano occasioni preziose per apprendere, crescere, evolvere. E’ fisiologico che si susseguano momenti calma, di equilibrio, ad altri di turbolenza, alla ricerca di un nuovo equilibrio su un piano completamente differente e nuovo. Quando il coach è perfettamente allineato con se stesso, il cliente, lo Spirito, è pronto per il coaching spirituale, che ha come pilastri di base: la connessione, con sé, l’altro, lo Spirito, lo stare nel presente, la responsabilità, cioè la capacità di rispondere sui piani emotivo, cognitivo, fisico, che presuppone a sua volta l’accettazione di sé, dell’altro, del mondo.
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