Cosa hanno in comune il coaching e le api?

Come le api in un alveare, come le cellule del nostro corpo, come le onde lo sono dell’oceano… Durante un caldo weekend di luglio ed una distensiva passeggiata nel suggestivo borgo medioevale del Ricetto di Candelo, in provincia di Biella, ho incontrato un allevatore di api. Il vecchio portale era aperto, mostrava un antico ricovero di botti di vino e attrezzi ben conservati, come se il tempo non fosse mai trascorso. I prodotti dell’alveare hanno attirato la mia attenzione, il pomeriggio caldo e la mia curiosità hanno fatto il resto. Nei vicoli del ricetto, l’ombra delle antiche mura di sasso portava un po’ di sollievo dalla calura estiva. Gli occhi dell’apicoltore si sono illuminati quando hanno visto il mio interesse verso la sua attività. Ho cominciato a fare domande per esplorare un mondo che non conosco. L’apicoltore, seguendo il filo delle mie domande, mi ha portato ad ammirare un mondo sconosciuto che mi ha stupito. Ho appreso che per dare una spiegazione il più elementare possibile di come funziona un alveare si deve pensare più o meno a quello che succede ad una cellula. Quando è il momento, una cellula forma due nuclei e poi si spacca attraverso la mitosi, che rappresenta il suo meccanismo di riproduzione. Allo stesso modo, quando una famiglia d’api diventa troppo grande, forma un’altra regina e si spacca attraverso il fenomeno della sciamatura e se ne formano due, ognuna con la sua regina. Dopo un inverno durante il quale la famiglia si è nutrita delle scorte di miele accumulate nell’estate precedente, la regina ricomincia la deposizione delle uova all’interno delle cellette di cera nel nido. Ho appreso ciò che non sapevo, ho sostituito una ‘vecchia credenza’ con una nuova, più gradita: le api quando sciamano non pungono perciò non sono pericolose, prima di lasciare il loro vecchio alveare si rimpinzano di miele poichè devono stare anche per giorni senza mangiare e devono oltretutto avere le energie per costruire dei nuovi favi nel loro nuovo nido naturale. Il miele del quale si sono riempite fa anche da calmante, ecco perchè non attaccano uomini o animali. Un Universo perfetto, un Tutto che funziona per il bene di ogni singolo individuo e per il bene del Tutto stesso. Interessante… ma tutto questo cosa c’entra con il coaching? Per illustrare dove voglio arrivare mi faccio dare una mano da Albert Einstein, attraverso una sua citazione: “Un essere umano è parte di un intero chiamato Universo. Egli sperimenta i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualcosa di separato dal resto: una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una specie di prigione. Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa, sino a includere tutte le creature viventi e l’interezza della natura nella sua bellezza”. Come le api in un alveare, come le cellule del nostro corpo, come le onde lo sono dell’oceano, anche noi esseri umani siamo parte integrante di un Tutto. Ogni ape, ogni cellula, ogni onda esiste nel Tutto. Lo sa e non si oppone a questa verità, ne fa parte armonicamente. Quando noi individui accettiamo e comprendiamo questa verità, allora riportiamo armonia nelle nostre vite. Anche il termine ‘individuo’ ci fa riflettere: in-dividuo = in-diviso = non diviso. Non siamo divisi, bensì siamo le perfette cellule di un unico organismo, gli abitanti di un unico alveare, le onde che appartengono all’oceano e al tempo stesso lo costituiscono. Durante le sessioni di coaching, attraverso la tecnica delle domande evocative, il coach stimola questa consapevolezza. Il coach è il nostro alleato mentre ci avventuriamo a vedere quali credenze sostengono questi valori, con quali comportamenti intendiamo portare nel mondo ciò in cui crediamo. Tutto questo ha un impatto sugli altri e sul Tutto. L’energia che vibra in ciò che siamo, nelle nostre cellule, nel nucleo degli atomi che le costituiscono, nei nostri pensieri ed emozioni, si espande e arriva agli altri. Per questo è necessario che i nostri obiettivi siano ecologici, sia interiormente che esternamente, come nella vita di un alveare i comportamenti di ogni singolo abitante sono agiti con il fine di sostenere armonicamente la vita dell’intero sistema. Questo significa che ciò che desideriamo, per potersi realizzare con pienezza, è necessario che sia in armonia con la nostra parte conscia e con quella subconscia. Ma non basta. I risultati che desideriamo vedere nella nostra vita è necessario che siano in armonia e per il bene del Tutto, che portino beneficio e prosperità. Il coaching, attraverso le sue tecniche, sostiene questa centratura, ci rafforza nello sviluppo armonico dei nostri obiettivi in tutte le aree della nostra vita. Con il coaching possiamo entrare in contatto diretto con il nostro Scopo di Vita e intraprendere il cammino per diventare ciò che profondamente siamo. Possiamo farlo per promuovere il nostro benessere, e il nostro benessere influirà positivamente sulla vita delle persone con le quali siamo in relazione, darà loro ristoro e beneficio. Il risultato? Sarà il Tutto che ne trarrà beneficio e si evolverà arricchendo e facendo prosperare le singole cellule, i singoli individui. Un ciclo, un lungo viaggio, una traversata avventurosa … per tornare a casa, dentro ognuno di noi, e ricominciare il viaggio una volta ancora.
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