Intervista a Giovanna Giuffredi – Una risata ci salverà?

L’ironia e l’ottimismo sono qualità innate o possono essere anche apprese? In che modo una persona pessimista di natura può imparare a vivere la vita in maniera più positiva? La faccenda del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto è solo apparentemente scontata. In realtà racchiude la fonte del sorriso. Riuscire a vedere il lato positivo o buffo delle cose è un’arte che si può anche imparare e che procura benefici psichici e fisici. Un atteggiamento positivo verso la vita, con un pizzico di ironia, è una miscela potente per sdrammatizzare anche situazioni percepite come insostenibili. Basta cercare sempre di ampliare il proprio punto di vista, girando intorno all’argomento fino a scovare un aspetto debole, quello che può anche suscitare l’ilarità. Una signora di mezza età, dopo essere stata lasciata dal suo compagno di una vita e dopo avere versato lacrime amare, ha cominciato a soffermarsi su tutti i vantaggi che aveva ottenuto: sonni profondi (senza il suo russare), spazio negli armadi, il recupero dei propri ritmi di vita, degli amici di una volta, dei film d’amore, che lui detestava, della lettura a letto, ecc. Ha recuperato la mancanza del compagno, riempendo il vuoto che lui aveva lasciato con la sua vita piena. Perdere il lavoro o avere problemi con la propria partner possono sembrare problemi insormontabili e mettere a dura prova la fiducia che uno ha in se stesso. In che modo è possibile ribaltare la prospettiva e vedere un’opportunità di crescita e cambiamento laddove tutto sembra negativo? È uno sforzo inutile e dannoso cercare di cambiare gli altri, cosa che accade spesso nelle coppie. Ed è sempre molto rischioso collegare a situazioni fuori dal controllo personale, la percezione della propria autostima. Possiamo solo agire su noi stessi. Ognuno di noi vale a prescindere dal partner di turno o dalla promozione sul lavoro. E in ogni caso, le risorse personali si esprimono al meglio proprio nelle situazioni di maggiore difficoltà. L’importante è riconoscerle. La perdita di un lavoro può essere l’occasione per rimettersi in gioco e tentare strade inesplorate che chiedono ancora di essere realizzate. Secondo la sua esperienza uomini e donne riescono a sdrammatizzare le situazioni allo stesso modo? Cosa potrebbero impare gli uni dagli atteggiamenti delle altre e viceversa? Gli uomini hanno maggiormente la tendenza a chiudere rapidamente un argomento critico con una battuta o con il sarcasmo, le donne preferiscono parlare a lungo delle situazioni conflittuali e semmai sono più ironiche. L’ideale sarebbe sdrammatizzare con ironia senza fretta, ma nemmeno trascinando la questione per le calende greche, senza rinvangare il passato, ma cercando di apprendere dalle esperienze. Qual è il confine tra superficialità e affrontare la vita con un po’ di leggerezza? Le persone superficiali sorvolano, trascurano aspetti importanti, evitano la responsabilità del confronto. E questo atteggiamento ha di solito un effetto pesante sugli altri. La “leggerezza dell’essere” si manifesta dando il giusto peso agli eventi, con lo sguardo teso alle soluzioni, in cerca di risposte funzionali, con responsabilità e consapevolezza dei mezzi e dei confini. Il vero confine è nella tendenza al retro pensiero, quei pesanti film mentali che si fanno i primi, mentre i secondi volano alto, senza questo fardello. Fonte Redazione GQ Italia: “Il dittatore”, una risata ci salverà. Il film di Sasha Baron Cohen su Blu-ray
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